domenica 19 gennaio 2014

"Il Portaborse" e le preferenze

Più di 20 anni fa, prima di Tangentopoli, era il 1991 infatti,  abbiamo visto in tanti  il film di Daniele Lucchetti magistralmente interpretato da Nanni Moretti ( nel ruolo del deputato Botero) dal titolo "Il portaborse". Era un film sul  malcostume e la degenerazione delle preferenze nelle competizioni elettorali. La pellicola passò 'di sinistra' perché stigmatizzava lo strapotere delle clientele democristiane e socialiste che proprio attraverso le preferenze selezionava una pessima classe politica (dove non erano estranee anche le  collusioni con la criminalità mafiosa).
Cerco di trovare una spiegazione, oggi, al "contrordine compagni" della sinistra Pd e la richiesta da essa fatta filtrare del ripristino delle preferenze nella riforma elettorale in discussione. Il sistema elettorale spagnolo che si profila (nell'elaborazione D'Alimonte) prevederebbe una riorganizzazione dei collegi elettorali che dovrebbero essere rimpiccioliti,  uno sbarramento dell'8 % per i partiti che non si presentano in coalizione e del 5% dei partiti federati in un cartello elettorale;  non prevede invece l'indicazione di preferenze  ma le liste bloccate seppur corte. Le  liste bloccate  o 'listini' possono portare le Minetti in parlamento, è vero, ma anche i Massimo Mucchetti. Si tratta cioè di dare la possibilità ai cosiddetti 'apparati' di poter selezionare un minimo di élite in un Paese di urlatori e di veline. Se poi gli apparati o i capi carismatici decidono per quelle che il vecchio Sergio Saviane (un critico televisivo veneto, geniale quanto umorale e bizzoso degli anni '70-'80) chiamava le "fritole" non possiamo farci nulla e in ogni caso chi le propone se ne assumerà la responsabilità. Pannella portò una pornodiva in Parlamento e passa ancora come una sorta di padre della patria.  Per altro verso le preferenze generano i Fiorito, ossia i 'Botero, Botero, Botero' de 'Il portaborse'. L'ideale sarebbe di assegnare con le primarie il posto nelle liste bloccate, al fine di garantire le esigenze del suffragio popolare ma anche di consentire una sana cooptazione. Nessuna struttura complessa può resistere all'alea bizzosa e permanente della pura selezione popolare che come tutti sanno predilige  Orietta Berti e giammai Luigi Tenco. 

4 commenti:

  1. Caro Alfio, condivido il termine un minimo di posti bloccati, ma proprio un minimo...la democrazia ha i suoi limiti ma tra un esercito di "nominati dal capo" ed una elezione con preferenza preferisco la seconda. Se poi gli elettori si sbagliano e votano Orietta anzichè Luigi.....almeno non potranno sparare sui Partiti.
    Roberto

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  2. Roberto il sistema deve essere misto. Lo sai che anche nel vecchio PCI si garantiva a personalità di prestigio (non solo i cosiddetti "indipendenti di sinistra") l'elezione facendo gioco di squadra. Le preferenze pure farebbero rinascere il clientelismo, specie al Sud. E' un rischio che si deve correre? Corriamolo, ma non vorrei rivedere una nuova edizione de "Il portaborse".

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  3. Ricordo il referendum (di 20 anni orsono?) promosso da Mario Segni per la riduzione delle preferenze ad una sola per evitare il gioco delle tre carte che permetteva un mercato indegno sulle preferenze (nonchè il controllo successivo al voto). Passò con una caterva di voti. Personalmente vorrei esprimere la preferenza personale, ma su collegi piccoli si può rimediare con le primarie. D'altra parte occorre una quota riservata di seggi a personalità di grande valore e competenza, che magari avrebbero difficoltà, anche per il loro modo d'essere, di raccogliere preferenze. Insomma, come Alfio concordo sul sistema misto, non c'è mai la soluzione migliore in assoluto, ci sono solo tentativi di soluzione che al momento e data la situazione possono funzionare meglio di altre. L'importante è che si prendano decisioni e in tempi rapidi.

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  4. Tra i tantissimi motivi (fondati) con cui la sinistra "identitaria" del Pd poteva contestare la legge elettorale e le scelte di Renzi, perché scegliere proprio le preferenze? Non hanno alcuna connessione con la storia della sinistra e del Pci, che la "campagna preferenziale" la vietava addirittura giudicandola un malcostume da ras democristiani.

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