Le primarie per il candidato sindaco del centrosinistra a
Cassina de’ Pecchi hanno avuto una partecipazione oltre le previsioni (1108
votanti) ma hanno riservato un’amara sorpresa per il candidato del Pd-Progetto
Marcello Novelli. Azzardo qui una prima riflessione sulle ragioni di una
sconfitta che a mio parere deriva dalla combinazione più sfavorevole dei limiti
della nostra proposta - e delle modalità con le quali l’abbiamo promossa - con
i meriti della proposta/azione di Massimo Mandelli. Cominciamo da noi: non
siamo riusciti ad attingere in modo significativo all’elettorato del Pd di
Cassina, che sarebbe stato l’elemento forte dal punto di vista numerico,
l’immagine di Novelli è stata promossa con troppe timidezze, la foglia di fico
del Progetto si è rivelata ormai avvizzita (e prima si abbandona meglio è),
nel rapporto con gli alleati-competitori si è sempre avuta la peggio per la
solita ragione che il Pd si sente in dovere di dimostrasi ‘responsabile’ mentre
gli altri possono impunemente fregarsene, per l’obbiettivo scarso radicamento
di Novelli sul territorio di Cassina (esclusa Sant’Agata), per la presunzione
che la sua attività meritoria in Consiglio Comunale per due legislature avrebbe
avuto un peso mentre bastava considerare che non più dello 0,5 % degli elettori
cassinesi segue –e non sempre- i consigli comunali. D’altra parte avevamo un
pezzo da novanta, fortemente radicato nella politica e nella società civile di Cassina,
che ha saputo utilizzare con abilità e con una certa dose di sfrontatezza –che
se si vuol vincere in politica non può mancare- tutti gli elementi a suo
favore, e anche quelli a sfavore: penso alla scarsa sottolineatura delle
componenti politiche che lo sostenevano, irrilevanti dal punto di vista
elettorale (cosa che Novelli avrebbe dovuto invece ribaltare a suo
favore marcando la sua provenienza Pd), alla lunga campagna elettorale
intrapresa quasi un anno fa che gli ha consentito di risaldare rapporti
personali di lunga data, al successo della Spilleria, il locale che ha aperto
due anni orsono, trasformata per l’occasione in una base elettorale importante,
al coinvolgimento della comunità dei filippini nella partecipazione alle
primarie (cosa che ha creato più di qualche malumore, ovviamente ingiustificato
perché qui si tratta di integrazione dei popoli) , da una forte personalizzazione
di tutta la campagna elettorale. Insomma il candidato Mandelli ha saputo andare
oltre i limiti –seppure ragguardevoli data la storia del personaggio– che ci
si aspettava, il candidato Novelli è rimasto al di sotto del consenso che ci si
aspettava. Ultima considerazione: il ruolo del terzo candidato, che s’è portato
a casa il suo inutile e misero gruzzolino di voti che probabilmente sarebbero
andati a Novelli. Ma non gliene possiamo fare una colpa. Ognuno deve saper giocare
al meglio, e noi non l’abbiamo fatto.
P.S. Sono reduce da una affollata assemblea del ‘Progetto’ in
sala consiliare, che ha visto la straordinaria partecipazione di mogli e
amiche, e di tanti che mai prima d’ora s’erano occupati di dire la loro nelle
numerose riunioni che da mesi si sono tenute in vista delle primarie. Ebbene,
dopo le analisi del voto e l’intervento del coordinatore di zona del partito
che ci ha propinato un lungo pistolotto edificante, si è passati a votare in un
tempo che non ha superato i 5 minuti la mozione che respingeva quella di
Federico Bianco che chiedeva l’uscita dalla coalizione. Il risultato bulgaro –
29 favorevoli, 2 contrari e 4 astenuti- di questa assemblea, improvvisamente
autodefinitasi deliberante e così simile a quelle forme deliranti di democrazia
assembleare o del web che va predicando Grillo e i suoi amici, per me non ha più
valore di una beffa.