mercoledì 24 ottobre 2012

Serata con Don Gallo

Ieri sera sono andata all'incontro  che il  Circolo la Speranza  ha organizzato con Don Gallo.
Come sempre  la lucidità e la resistenza fisica di questo ottantaquattrenne  lascia meravigliati e ammirati.
Ha parlato ininterrottamente per circa 3 ore, in piedi, a ruota libera senza mai perdere il filo di quello che voleva comunicare.
Con il suo carisma e la sua semplice dialettica passa  un messaggio, per me, troppo profondo da essere recepito e accettato facilmente dalla nostra  attuale Società.
Da laica mi piace moltissimo quando mette a nudo la povertà della chiesa vaticana. Povertà, nonostante  la sontuosa apparenza. Non è la chiesa che vorrebbe lui, cioè quella che aiuta veramente i poveri e guarisce le anime. Lui è il vero prete gli altri sono dei semplici uomini che vorrebbero rappresentare la fede.
Ma la fede non è ricchezza, banche, appoggi politici e appoggi finto religiosi ai Governi a secondo dei propri interessi (Imu, Ior, patti lateranensi etc).
Questo è il motivo per cui, solo per motivi elettorali, molti politici, inchinandosi a novanta gradi, osteggiano le leggi sull'aborto, la scelta su fine vita/accanimento terapeutico,  fecondazione artificiale, gay etc.
La Chiesa può avere le sue idee ma queste non devono diventare dogmi per tutti i cittadini e un Governo laico deve rappresentare e  legiferare rispettando le idee di tutti.
Personalmente trovo così inutili e squallide tutte le lotte sui problemi etici. Infatti chi non è d'accordo, per esempio, sull'aborto (che vi assicuro non è una passeggiata per la donna) non lo farà mai ma deve essere lasciata libertà a chi invece fa questa scelta dolorosa.
Anche qui la colpa è sì dei politici finti credenti, ma soprattutto dei cittadini che lasciano loro spazio.
Don Gallo, un uomo/prete che vive in un suo mondo diverso aiutando drogati, prostitute, gay e tutti i bisognosi che a lui si rivolgono, trova difficile accettare questa Società che vive soprattutto di finanza, capitale, interessi personali, corruzione etc.
Le mia parole non possono rendere appieno i suoi messaggi. Ve ne cito un pezzo  da un commento di un suo libro :
"La crisi che stiamo attraversando può essere un momento di crescita, di ricostruzione del tessuto sociale....Per farlo bisogna rimboccarsi le maniche e partire dal piccolo: attraverso una solidarietà liberatrice che non sia semplice assistenzialismo, attraverso l'incontro e l'accoglienza, l'ascolto dei movimenti e delle richieste dei giovani e soprattutto attraverso la giustizia e l'equità esortandoci a non arrenderci".
La sua esortazione, soprattutto ai giovani è stata : NON ARRENDETEVI, REAGITE, PARTECIPATE DEMOCRATICAMENTE  a cambiare questa Società.
DEMOCRAZIA deriva dal termine greco demos (popolo) e cràtos (potere) cioè governo del popolo che noi applichiamo  con la partecipazione e il voto.
Ma deve essere  per me una partecipazione sana e costruttiva, non semplicemente distruttiva.
Questo è il lavoro più difficile che soprattutto  le giovani generazioni devono saper coniugare.
E' un compito difficilissimo ma non impossibile. Partendo dalle parole di Don Gallo, in certi tratti utopistiche, mettiamoci al lavoro e ricostruiamo questa Società partendo, come "il prete di strada" indica, dai "primi dodici articoli della Costituzione"  una delle sue "preghiere" preferite.
Antonietta

1 commento:

  1. Non ho voluto perdermi la serata con don Gallo, infatti, mi sono goduto la presenza e le parole di questo prete di "strada". Uno di quei preti, per me laico, ammirevoli, sia con le loro azioni che per quello che dicono e fanno. Don gallo ha messo l'accento,giustamente, nell'ingerenza continua che la chiesa attua nelle faccende dello stato Italiano. Non s'è mai visto uno stato estero(CDV)condizionare le scelte politiche, civili-etiche, di questo Paese. Hanno referenti in tutti i partiti, per cui qualsiasi coalizione governa la chiesa ha i suoi vassalli. Appecoronati,genuflessi,servizievoli e con la lingua proiettata là dove non batte il sole. Questa la posizione di gran parte dei politici italiani. Si va a votare ma chi comanda non è il governo ma la chiesa.

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