venerdì 30 settembre 2016

Tristemente rileggo quanto ho scritto quattro anni fa: sembrano parole dell' oggi, peggiorate dallo sconforto dell'impotenza di fronte al tempo che passa invano.
Allora come adesso manca quella che dovrebbe essere la vera "voce in capitolo" in fatto di diritti della persona umana: quella dell'Unione Europea. Come possiamo tentare di resuscitarla e sollecitarla?

giovedì 27 dicembre 2012

I bambini siriani sono meno bambini degli altri?

Il mondo non finisce in massa, come vuole la profezia maya, ma smette qua e là di andare avanti, bloccato da grumi di dolore, di violenza e disperata arretratezza che non hanno l’attrattiva inquietante della follia, né i tratti patetici della paura e quindi passano più inosservati.
Eppure la  Repubblica Araba di Siria è uno stato del vicino Oriente, si affaccia sul Mediterraneo, confina con la Turchia,  candidata-membro dell’UE; si trova in quella che sui libri di storia studiamo come la Fertile Mezzaluna, culla di ogni civiltà antica.
Eppure ormai da due anni l’orrore di carneficine inaudite  continua senza scalfirci; ultimamente l’escalation dei massacri di civili e delle pulizie etniche hanno trasformato  il Paese in un mattatoio.
Certo è all’opera l’inviato speciale dell’Onu per la Siria: Brahimi ha definito la situazione “preoccupante” (sic!), mentre povera gente in fila per il pane viene abbattuta da bombe lanciate da aerei governativi e mentre lo stragismo più brutale colpisce decine di bambini.
Perché si facesse più “notizia” c’è voluto che il capo della polizia militare, disertando e fuggendo verso la Turchia, dichiarasse: “Lascio l’esercito perché ha deviato dalla fondamentale missione di proteggere il Paese; si è trasformato in bande di morte e distruzione (…)”. C’è voluto che dalle armi cosiddette leggere si passasse all’ipotesi di uso di armi più estreme e suicide come quelle chimiche.
L’Osservatorio siriano dei diritti umani, con sede a Londra, accusa blandamente  la brutalità del regime, mentre l’opposizione armata al governo di Assad perde legittimità e avanza il fondamentalismo jihadista.
Certo, di fronte all’opposizione di Russia e Cina a qualsiasi intervento esterno, tutte le voci si fanno flebili, quando non  addirittura mute.
E’ in nome del “politicamente corretto” che in casi come questo i diritti umani diventano diritti di serie B?... che si tollera il vuoto di coscienza collettiva, sostenuto da un’informazione che tratta i crimini contro l’umanità alla stregua di mali ineluttabili come gli incidenti stradali e le alluvioni?...che né le istituzioni né le piazze fanno sentire con forza la loro voce di sdegno, disgusto e, senza mezzi termini, di condanna non solo verbale?
                                                                                                                                 
  Franca Marchesi

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