
Intanto il Sì incassa l'appoggio anche dell'ambasciatore americano a Roma.
"Le parole di Phillips sono cose da non credere. Ma per chi ciprendono? ".
L'ambasciatore non ha una posizione diversa da tanti sostenitori della riforma: semplificazione, stabilità, investimenti.
"Ma la semplificazione è la malattia, non la cura. Semplifica, semplifica e non sai quello che viene fuori. Vale per l'Italia e vale per il mondo, basta vedere quello che succede negli Stati uniti, nelle Filippine e in tanti altri paesi".
Per la modifica dell'Italicum oggi c'è uno schieramento ampio.
"Ma è incredibile che nessuno dica perché. Perché avete cambiato idea? Non pretendo un auto da fè, ma almeno una spiegazione del ripensamento, aiuterebbe a fare chiarezza".
Per la paura dei 5 stelle?
"Ecco, appunto. Quello è un motivo che spinge molti. Lo dicessero! Io non ne ho bisogno. Ho sempre pensato che la riforma del Senato e l'Italicum insieme fossero una piegatura della democrazia un po' pericolosa. Non va bene che con il 25 per cento un partito prende tutto e forma un Parlamento di nominati. Lo vogliamo capire che è un sistema sbagliato, dannoso, che alla gente dobbiamo ridare invece un'occasione di scelta, che devono sentirsi più rappresentati, non meno? Lo vogliamo capire che così crescono i populismi?".
Rifare la legge elettorale non è uno scherzo.
"Ma che dite? Ci vogliono due mesi. Due. Renzi può sempre mettere la fiducia come ha fatto la volta scorsa. E secondo me nemmeno serve".
La Spagna, che forse torna a votare per la terza volta, non è un fantastico spot per l'Italicum e il ballotaggio?
"Voteranno per la terza volta e nel frattempo succede che forze come Podemos e Ciudadanos vengono assorbite, entrano nel sistema, trovano uno spazio istituzionale in quella democrazia. Per me è un risultato positivo. Non dico che sia un bene votare tre volte per avere un governo, però...".
La legge ideale per garantire rappresentanza è il proporzionale.
"Io penso a un sistema moderatamente maggioritario che permetta agli elettori di avere dei rappresentanti in Parlamento. La Le Pen, con il 20 per cento, aveva due deputati e era tagliata fuori da tutto. Adesso quella forza rischia di diventare esplosiva per la Francia".
"È così. Ma il mondo sta andando dalla parte opposta. Semplificare non
è la risposta, peggiora la situazione. Viviamo un'epoca in cui la globalizzazione si sta ripiegando su stessa e crescono i protezionismi anziché gli scambi. Penso alla discussione sul Ttip. Il trattato è solo retorica, si va verso le chiusure altro che liberi scambi".
Goffrdo De Marchis - La Repubblica - 14/09/2016
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