domenica 27 gennaio 2013

Raccontare una storia per salvare la Memoria

Un palcoscenico d’eccezione il presbiterio affrescato della ex Chiesa di S. Maria Assunta (XVI sec.) - una volta a crociera e due voltine a botte - separato dall’ ”aula” da un largo arco sorretto da due colonne: più che un palcoscenico un sacro utero dove nutrire e far crescere una storia d’eccezione, la storia di un Giusto, Giorgio Perlasca che ha documentato nelle pagine di un diario personale a lungo ignorato come ha potuto salvare dalla deportazione e dallo sterminio migliaia di ebrei.
Una testimonianza su cosa ha fatto un uomo, un fascista - come quasi tutti a quei tempi - di fronte al delirio antisemita; una testimonianza anche  su cosa ha fatto un paese, la Spagna, che pure aveva un regime totalitario instaurato con l’appoggio dei tedeschi e degli italiani.

La forza delle parole pronunciate in quell’ambiente non ha fornito spiegazioni né dato risposte, ma solo posto domande, tante drammatiche domande…la potenza del raccontare ci ha riportato nella Storia, una Storia inquinata spesso da una profonda voglia di rimozione, una Storia che va protetta dall’oblio perchè le atrocità commesse e tollerate non si ripetano, perché il futuro non venga mai più deciso dall’indifferenza verso l’odio, l’orrore e la crudeltà. 

E il presente? Il presente, come testimoniano i fatti del giorno, è segnato dal rischio del razzismo, dell’antisemitismo, della destituzione della responsabilità e del senso di moralità.
Tutto questo e molto altro è passato nel corso della  serata organizzata dalla Cooperativa La Speranza, curata nei contenuti e nella rappresentazione da un  bravissimo Antonio Rosti,  con il contributo intenso e composto di Doriana e la delicata freschezza della sua bimba.
 Li ringraziamo per averci raccontato una storia, quella di Perlasca, doppiamente vera: vera in quanto accaduta e “vera” come storia di vita.

Franca Marchesi

2 commenti:

  1. Grazie per la delicatezza e la sensibilità delle tue parole......

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  2. Cara Franca entri nel cuore così come mi è successo leggendo della vita di Perlasca .

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