sabato 24 settembre 2016

Risposta alla lettera di Francesca a l’Unità del 17/9/16

Cara Francesca, 
la lettera che hai inviato all’Unità penso rifletta lo stato d’animo di tutti gli iscritti, dei militanti, ma anche di tanta gente che guarda a noi con simpatia e non si riesce a spiegare la ragione di tanti dissidi e di tante diatribe interne. Tu chiedi ‘armonia’, una bella parola che diversamente da ‘unità’ riflette la convinzione morale profonda di stare tutti netta stessa casa, e che ognuno è chiamato a farla più bella ed accogliente. Sotto la parola ‘unità’ spesso si è celata una concezione artificiosa e opportunistica dello stare insieme, un dovere di facciata, buono verso l’esterno ma foriero di incomprensioni, litigi, ed equivoci, destinati poi a venire alla luce in modo nefasto. La parola ‘armonia’ segna invece un’adesione vera e meditata ad un modo di stare insieme che vede da una parte una libertà piena nell’esprimere il proprio pensiero e dall’altra una fiducia negli altri nel comporre una sintesi e una condivisione che diventi strumento di azione comune. Voglio dire che qualsiasi tipo di discussione deve essere condotta in modo aperto e senza limiti (se non quello della decenza), per poi far seguire il momento della sintesi efficace e funzionale alle azioni conseguenti. Non siamo più il partito-chiesa, cementato da un’ideologia ferrea e da un’adesione cieca, siamo un partito aperto, che con metodi democratici elegge i dirigenti ed elabora un programma di governo per il paese. Il consenso e il dissenso convivono, come in ogni comunità di persone. Ma viene il momento in cui è necessario prendere una decisione, e qui, dopo che tutti si sono liberamente espressi, vige una sola regola, quella della maggioranza. E chi non è d’accordo si adegua. Ancora non è stato inventato un sistema migliore. E proprio perché non siamo un partito-chiesa, chi non aderisce a questo metodo può tranquillamente uscirne perché nessuno gli lancerà una scomunica e una fatwa. Il mondo è grande e c’è posto per tutti.
Generano perciò sconcerto gli attacchi furibondi del Sig. D’Alema al premier-segretario Renzi e alla parte maggioritaria del partito che lo sostiene. Intanto perché è il suo partito (mi sono informato, si è iscritto anche per il 2016) e non s’è mai visto tanto astio e veleno scorrere in nessun altro partito, poi non si capisce bene quale democrazia abbia in testa nel pretendere che una minoranza detti legge alla maggioranza (del partito che ha votato la Riforma costituzionale e l’Italicum). Ma anche quella parte del Pd detta ‘sinistra’ (Bersani, Cuperlo, Speranza, Gotor ecc.) sembra andare per la sua strada, quasi militassero in un altro partito (un’altra casa); ora poi hanno sentenziato che voteranno No al referendum se non verrà cambiato l’Italicum, come se la cosa si potesse fare nei tempi ormai stretti che abbiamo davanti. 
Ecco, per tornare alla lettera di Francesca, l’unità si può ottenete anche tra litigi, minacce e reciproci ricatti, l’armonia richiede un afflato morale affatto diverso, non è da tutti, come stiamo vedendo, ma è meglio. 

Marino Contardo

1 commento:

  1. http://tv.ilfattoquotidiano.it/2016/09/28/ponte-sullo-stretto-dalema-omaggio-di-renzi-agli-80-anni-di-berlusconi/563207/

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