sabato 10 marzo 2012

Nessuna paura delle primarie ma almeno un po' di regole.


Dopo tante esperienze di elezioni primarie qualche riflessione va fatta, anche a costo di essere criticati:
1.      ha senso far votare, e tenere validi i loro voti, extracomunitari e persone che non hanno compiuto 18 anni di età, persone che non voteranno alle elezioni politiche e comunali? A Palermo, ma anche altrove, hanno votato 800 extracomunitari. La differenza fra il primo ed il secondo candidato è stata di 150 voti. Se decisivi fossero stati gli extracomunitari ed i giovani sotto i 18 anni potremmo dire che sono stati gli elettori palermitani a scegliere il loro candidato sindaco? Non sarebbe meglio pensare a seggi specifici per extracomunitari e minori di 18 anni che servono a dare voce ed anche a capire gli umori di questi potenziali futuri elettori, ma non a far decidere loro per la scelta di un candidato che poi non potranno votare?
2.      Se partecipano alle elezioni più di 3 candidati occorre pensare ad un turno di ballottaggio tra i primi 2 arrivati, se nessuno supera una determinata soglia ( 40 – 45 per cento) al primo turno Un elettore può preferire un candidato, ma, come male minore ( o meglio scelta minore)   potrebbe optare, al secondo turno, per un altro in caso il suo non ce la facesse. Naturalmente i possibili elettori del secondo turno debbono essere solo quelli che hanno partecipato al primo

3.      Questo metodo consentirebbe a più candidati dello stesso Partito, non solo PD, di presentarsi senza timore di favorire qualcun altro
4.  Se invece si mantenesse l'attuale metodo di elezione al primo turno indipendentemente dalla percentuale raccolta occorre che il PD. metta in campo un solo candidato. So bene che è una scelta difficile, ma non è possibile agire diversamente. Naturalmente nessuno può impedire a qualcuno di candidarsi, ma se lo fa non deve avere il sostegno ufficiale di nessun dirigente del Partito.

Fa molto comodo agli organi di stampa (nel senso che fa notizia) “sfrugugliare” sulle primarie perse “ schiaffo” al PD. A Milano il forte candidato del PD non era tanto forte nemmeno tra i nostri elettori che, in massa, hanno preferito Pisapia ed in parte un altro candidato targato PD (come a Genova). E che siano stati gli elettori del PD lo dimostra il fatto che il nostro Partito (che appoggiava Boeri) ha avuto il 28% dei voti, Sel – salvo errore - il 6% , nonostante Pisapia fosse il “ suo candidato” e IdV è riuscita a malapena ad eleggere un solo consigliere. A Napoli era chiaro che De Magistris era un candidato imbattibile da chiunque altro non avesse la “sua fama”. A Genova il suicidio del PD è stato totale: ma come si fa a non ricandidare il Sindaco uscente? Oppure se si ritiene che le recenti alluvioni ne abbiano minato la “spendibilità” bisognava chiederle di non candidarsi, non presentare un'altra candidatura alternativa senza che il PD prendesse una chiara decisione su Marta Vincenzi. Perchè adesso è peggio. Se a Genova si fosse presentata una sola candidatura (che avesse perso) oggi il PD non starebbe dilaniandosi su “di chi è la colpa”.
Per ultimo vorrei spendere qualche parola su “ chi deve votare alle primarie”.
Non è possibile consentire a chiunque di votare anche a chi, se non vincesse il candidato da lui scelto farebbe “scelte diverse” oppure da chi, votante di altro partito, va alle primarie solo per votare contro qualcuno.
Occorre, secondo me, chiedere agli elettori di sottoscrivere un impegno di sostegno al candidato vincente chiunque esso sia, almeno limiteremmo il “voto inquinato” .

Roberto Bertolottti

1 commento:

  1. Roberto concordo su tutto. Così come sono le primarie sono puro autolesionismo. Uno strumento che il PD ha introdotto per prima, visto com'è congegnato e visti gli esiti, ha solo fornito titoloni ai giornali che non vedono l'ora di sparare sul partito..

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