Se non sei un addetto ai lavori ti mancherà sempre qualche tassello per capire fino in fondo i termini di questo benedetto referendum del 4 dicembre. Sia che uno tenda al No sia che uno tenda al Sì, di fronte alle considerazioni di un esperto dello schieramento opposto stai sicuro che qualche dubbio, tra capo e collo, ti assalirà.
Un tempo i referendum erano una pacchia, al confronto. Semplici e chiari. Repubblica o monarchia? Divorzio o non divorzio? Interruzione di gravidanza sì o no? Questa volta è dura… Ci sono quelli, beati loro!, che pur capendo poco o nulla del merito della questione, risolvono il problema votando contro Renzi senza se e senza ma, tanto che se Renzi all’improvviso impazzisse e dicesse di essere per il No c’è da aspettarsi che andrebbero di corsa a votare Sì.
“Renzi a casa!”, gridano sul web, e gridano tanto forte che si riesce a sentirli anche a computer spento. Mandiamolo pure a casa, ma dopo? Chi come me si rassegna da anni al meno peggio, si chiede: se Renzi se ne va che succede? Non vedo in giro alternative convincenti…
Data la difficoltà a padroneggiare la materia oggetto di referendum, mi sa che alla fine in molti decideremo anche per simpatia. O meglio per sintonia, ognuno secondo le proprie convinzioni e i propri gusti. Sono per il No Bersani, Dario Fo, Nichi Vendola, l’Anpi, la Cgil… Mica male, mi dico. Certo, se Dio esiste Dario Fo in questo momento è in Paradiso insieme a Franca, piuttosto stupito di trovarsi lì, davanti a quel signore con barba e capelli bianchi che assomiglia tanto a Carlo Marx, e avrà ben altro da fare che preoccuparsi del nostro referendum. Il grande amore per Fo basterebbe a farmi votare No.
Sennonché sono per il No anche Brunetta, Salvini, Giorgia Meloni e Beppe Grillo, che pure da comico ho amato… Sono invece per il Sì: Renzi in testa a tutti, la Confindustria, Alfano, Pierferdinando Casini, Denis Verdini… Ok, allora “Viva il No!”, mi direte. Non è così facile. Infatti sono per il Sì anche Michele Serra, Sergio Staino, Paolo Virzì, Adriano Sofri, Massimo Cacciari e Roberto Benigni (che per gli “web eti”, come li chiama Mentana, sembra essere diventato il male assoluto dopo le scie chimiche, i vaccini e l’olio di palma).
Insomma, se dovessi scegliere tra i due schieramenti in base alle sintonie e alle simpatie, mi sentirei come il figlio di genitori separati a cui chiedono se vuole più bene al babbo o alla mamma. Ah, dimenticavo che per il No ci sono anche due nuove giovani leve della politica: un certo Silvio Berlusconi e Massimo D’Alema con il suo Comitato…
Vuoi vedere che alla fine rischio di votare Sì?
Paolo Hendel - 17 Ottobre 2016 - L'Unità
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