venerdì 29 giugno 2012

Le api di Cassina de' Pecchi- Storia di un etimo


Escluso che i Pecchi siano dei nobili -  se così fosse  Cassina dovrebbe essere  la cascina di un  casato o del  feudo di questi "Pecchi"-, l’etimo più accreditato viene dal milanese “Pecc” con pronuncia affricata palatale (come in “ciuccio”). Secondo il dizionario Milanese di Francesco Cherubini   (vol. III, 1841) il Pècc sarebbe il petto o le mammelle delle mucche, che egli chiama mamme, infatti:   « L’aggregato delle mamme nelle bestie lattifere e specialmente nella vacca, cioè a dire il sacco contenente il latte che traesi poi dai varj capezzoli (titt o tetitt) che ne pendono. Il Pis de la vache dei francesi. Questo nostro Pecc deriva o dall’italiano Peccia o dallo spagnolo  Los Pechos (le mamme). Mett  el pecc…. Di vitella diventar manza; far latte. ».
Nei vecchi dizionari etimologici il toscano pèccia  sarebbe  l’alterazione di pancia, oggi rimasto solo nel contado (Siena).
Dunque Cassina de’ Pecchi doveva e essere un luogo in cui le cascine si distinguevano per le  belle mucche da latte.
Io propongo invece una diversa interpretazione  dell’etimo del nostro paese, con qualche ragione.
Chiamo a testimonianza  quella bella poesia di Umberto Saba A mia moglie.  In questo bel componimento poetico Saba paragona la moglie a diversi animali domestici, alla pollastra, alla gravida giovenca, alla cagna (che sempre tanta/dolcezza ha negli occhi), alla coniglia, ecc. Ma ecco che nella strofa finale c’è un termine che torna al caso nostro.
Rileggiamo questa strofa:

Umberto Saba (1883- 1957)
Tu sei come la provvida
formica. Di lei, quando
escono alla campagna,
parla al bimbo la nonna
che l'accompagna.
E così nella pecchia
ti ritrovo, ed in tutte
le femmine di tutti
i sereni animali
che avvicinano a Dio;
e in nessun'altra donna.

Cos’è questa  pecchia di Saba? Il nostro dizionario etimologico dice: “ Pécchia da apic’la  o apec’la  per la caduta dell’U atono, dal lat apicula (diminutivo di apis, ape) ond’anche  lo sp. abeja,  il prov. o port. abelha, il fr. abeille, frodata l’A iniziale.  L’insetto volatile che raccoglie il miele, detto più correttamente Ape.
Pecchia è dunque ape; e pecchie o pecchi dovrebbero essere le api. E quale insetto  reca il nostro gonfalone? Ma delle api! Solo una coincidenza?

1 commento:

  1. La teoria non è peregrina.
    Bisognerebbe sapere come denominano le api nel vecchio dialetto locale.

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