LAVORO
Tagli, Nsn chiama Siemens
Nsn Italia: 580 tagli. Sciopero il 21 giugno.
di Antonietta Demurtas
Di essere figli di un dio minore l'hanno capito sin dall'inizio i lavoratori del gruppo di telecomunicazioni e reti Nokia Siemens networks (Nsn). Anche perché dall'anno della nascita (2007) a oggi l'azienda ha perso 6 miliardi di euro e ai due partner della joint venture, Nokia e Siemens, Nsn è subito sembrato un progetto nato sotto una cattiva stella.
Ma dopo l'annuncio di Nsn di 17 mila esuberi a livello mondiale, i 580 (su 1.100 dipendenti) dichiarati il 4 maggio negli stabilimenti italiani della multinazionale sono sembrati davvero troppi.
UN SACRIFICIO DA RIDISTRIBUIRE. «La riduzione del personale in Italia è più del doppio rispetto a quella degli altri Paesi in cui opera il gruppo», hanno denunciato i lavoratori, «con il 53% della forza lavoro che sarà mandata a casa». Un sacrificio che dovrebbe essere meglio distribuito.
«Per questo invitiamo gli azionisti di Nsn a un’assunzione di responsabilità», hanno commentato le Rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) italiane.
IN GERMANIA LAVORATORI SALVATI. Se infatti Nokia naviga in cattive acque e ha annunciato altri 10 mila esuberi «Siemens gode di buona salute e in Germania non ha abbandonato del tutto i dipendenti del gruppo nei momenti di crisi», spiega a Lettera43.it Marco Bassani, dipendente Nsn e delegato Fiom. «A Monaco di Baviera erano 3 mila gli esuberi, ma dopo la richiesta del governo tedesco Siemens è intervenuta e ha riassorbito alcuni dipendenti. I tagli sono così scesi a 1.200».
MANIFESTAZIONE DAVANTI A SIEMENS ITALIA. Un aiuto che vorrebbero anche i lavoratori italiani. Per questo il 21 giugno hanno deciso di scioperare dalle 9.45 alle 12.45 e manifestare davanti alla sede di Siemens Italia a Milano.
«Vogliamo un incontro con l’amministratore delegato Federico Golla», hanno fatto sapere le Rsu, «Siemens Italia dipende direttamente da Siemens Ag, che, come azionista al 50% di Nsn, non ha nessun valido motivo per sottrarsi a un confronto».
Ma dopo l'annuncio di Nsn di 17 mila esuberi a livello mondiale, i 580 (su 1.100 dipendenti) dichiarati il 4 maggio negli stabilimenti italiani della multinazionale sono sembrati davvero troppi.
UN SACRIFICIO DA RIDISTRIBUIRE. «La riduzione del personale in Italia è più del doppio rispetto a quella degli altri Paesi in cui opera il gruppo», hanno denunciato i lavoratori, «con il 53% della forza lavoro che sarà mandata a casa». Un sacrificio che dovrebbe essere meglio distribuito.
«Per questo invitiamo gli azionisti di Nsn a un’assunzione di responsabilità», hanno commentato le Rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) italiane.
IN GERMANIA LAVORATORI SALVATI. Se infatti Nokia naviga in cattive acque e ha annunciato altri 10 mila esuberi «Siemens gode di buona salute e in Germania non ha abbandonato del tutto i dipendenti del gruppo nei momenti di crisi», spiega a Lettera43.it Marco Bassani, dipendente Nsn e delegato Fiom. «A Monaco di Baviera erano 3 mila gli esuberi, ma dopo la richiesta del governo tedesco Siemens è intervenuta e ha riassorbito alcuni dipendenti. I tagli sono così scesi a 1.200».
MANIFESTAZIONE DAVANTI A SIEMENS ITALIA. Un aiuto che vorrebbero anche i lavoratori italiani. Per questo il 21 giugno hanno deciso di scioperare dalle 9.45 alle 12.45 e manifestare davanti alla sede di Siemens Italia a Milano.
«Vogliamo un incontro con l’amministratore delegato Federico Golla», hanno fatto sapere le Rsu, «Siemens Italia dipende direttamente da Siemens Ag, che, come azionista al 50% di Nsn, non ha nessun valido motivo per sottrarsi a un confronto».
Siemens accusata di snobbare la joint venture
L'accusa rivolta a Siemens è di non essersi mai interessata alla joint venture, «il console tedesco ha scritto a Golla a proposito degli esuberi in Nsn. Dobbiamo coinvolgere il board di Siemens», hanno commentato i delegati sindacali.
Ma le speranze di una revisione del piano di esuberi sono sempre più deboli.
IL 21 GIUGNO INCONTRO AL MINISTERO. E non conforta sapere che il 21 giugno a discutere della situazione dell'Italia al ministero dello Sviluppo economico ci sarà Alexander Matuschka, il manager di Nsn addetto alla ristrutturazione, che risponde direttamente a Marco Schröter, direttore finanziario del gruppo e membro dell'executive board.
CHI NON TAGLIA PERDE IL POSTO. «Matuschka è solo un tecnico», hanno riferito i lavoratori, «non ha potere decisionale, deve solo accertarsi che vengano eseguiti i tagli entro il 2012».
E di solito i manager che non eseguono bene quel compito sono i primi a saltare, «come è successo ad Armando Almeida», è stato il commento dei lavoratori dello stabilimento di Cassina de' Pecchi in provincia di Milano, «il manager responsabile delle operazioni per l'Europa e l'Africa che avrebbe pagato il ritardo nell'esecuzione dei tagli». Dei 17 mila esuberi dichiarati a novembre 2011 solo 5 mila sono per ora effettivi.
Ma le speranze di una revisione del piano di esuberi sono sempre più deboli.
IL 21 GIUGNO INCONTRO AL MINISTERO. E non conforta sapere che il 21 giugno a discutere della situazione dell'Italia al ministero dello Sviluppo economico ci sarà Alexander Matuschka, il manager di Nsn addetto alla ristrutturazione, che risponde direttamente a Marco Schröter, direttore finanziario del gruppo e membro dell'executive board.
CHI NON TAGLIA PERDE IL POSTO. «Matuschka è solo un tecnico», hanno riferito i lavoratori, «non ha potere decisionale, deve solo accertarsi che vengano eseguiti i tagli entro il 2012».
E di solito i manager che non eseguono bene quel compito sono i primi a saltare, «come è successo ad Armando Almeida», è stato il commento dei lavoratori dello stabilimento di Cassina de' Pecchi in provincia di Milano, «il manager responsabile delle operazioni per l'Europa e l'Africa che avrebbe pagato il ritardo nell'esecuzione dei tagli». Dei 17 mila esuberi dichiarati a novembre 2011 solo 5 mila sono per ora effettivi.
Solo 80 hanno accettato l'uscita con gli incentivi aziendali
E così a fare i conti con il risultati devastanti di quel piano sono per ora le Rsu dei due siti di Cassina de' Pecchi dove gran parte dei 900 impiegati e ricercatori rischiano di restare senza un lavoro entro dicembre. Data in cui i tagli dovranno essere completati.
NEL 2014 LA SCISSIONE DELLA JOINT VENTURE. Il piano aziendale prevede infatti per il 2013 una fase di consolidamento e per il 2014 la scissione della joint venture. Allora Nokia e Siemens usciranno dal gruppo e nessuno ancora sa cosa resterà in Italia.
Per ora circa 80 lavoratori hanno accettato di andare via e prendere gli incentivi offerti dal gruppo che vanno dalle 11 alle 25 mensilità. Ma sono ancora 500 i dipendenti da tagliare.
«Una percentuale altissima che risulta ancora più incomprensibile alla luce dei dati sul mercato della telefonia mobile in Italia che vedono questo settore tra i primi al mondo per fatturato e per numero di cellulari e smartphone in possesso dei cittadini», hanno sottolineato le Rsu.
TAVOLO PER LE TELECOMUNICAZIONI. Questioni che sarebbero dovute essere al centro di un tavolo per le telecomunicazioni promesso dal ministero dello Sviluppo economico il 23 maggio. Ma per ora non è previsto nessun congelamento della procedura che porta agli esuberi. E quel tavolo rimane ancora solo una dichiarazione di intenti.
NEL 2014 LA SCISSIONE DELLA JOINT VENTURE. Il piano aziendale prevede infatti per il 2013 una fase di consolidamento e per il 2014 la scissione della joint venture. Allora Nokia e Siemens usciranno dal gruppo e nessuno ancora sa cosa resterà in Italia.
Per ora circa 80 lavoratori hanno accettato di andare via e prendere gli incentivi offerti dal gruppo che vanno dalle 11 alle 25 mensilità. Ma sono ancora 500 i dipendenti da tagliare.
«Una percentuale altissima che risulta ancora più incomprensibile alla luce dei dati sul mercato della telefonia mobile in Italia che vedono questo settore tra i primi al mondo per fatturato e per numero di cellulari e smartphone in possesso dei cittadini», hanno sottolineato le Rsu.
TAVOLO PER LE TELECOMUNICAZIONI. Questioni che sarebbero dovute essere al centro di un tavolo per le telecomunicazioni promesso dal ministero dello Sviluppo economico il 23 maggio. Ma per ora non è previsto nessun congelamento della procedura che porta agli esuberi. E quel tavolo rimane ancora solo una dichiarazione di intenti.
Mercoledì, 20 Giugno 2012
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