Eviterei di dissertare sui noti complessi meccanismi che
regolano il senso di appartenenza e
l’identità. Non mi piace neanche tirare in ballo ricordi e rimpianti. Non
era male però quando, anche in tempi di contrapposti schieramenti (tipo “guerra
fredda”), non ci si vergognava di schierarsi,
ben consapevoli come ogni scelta sia una decisione politica. Di conseguenza
si aprivano contradditori e contenziosi, ma né chi prendeva posizione né
l’avversario aveva per questo da temere di essere fatto oggetto di oltraggio e
isolamento. Al tavolo del Consiglio per il Benessere dei Minori ad esempio sedevano tutte le associazioni; non c’era destra
o sinistra in sterile polemica, ma solo divergenze di pensiero superabili di
fronte all’esigenza di coordinarsi per il bene comune.
Forse quello che è venuto a mancare ora è il rispetto e la
fiducia che derivano dalla presunzione di buona fede. Se il confronto degenera
immediatamente in polemica o in fuga, si perde di vista che il contrasto
è in fondo un problema e, in quanto
tale, alla soluzione si arriva dalla
discussione di dati e informazioni.
Franca
Franca
Concordo pienamente. Una comunita' e' fatta di idee diverse che si confrontano rispettandosi.
RispondiEliminaNon credo pero' che la volonta' di molti di essere apolitici sia prettamente cassinese e sia dovuta alle nostre recenti vicende politiche.
Credo che questo sia l'effetto di un bombardamento mediatico e di un'azione di indrottinamento: "la politica e' una cosa sporca", "al governo sono tutti ladri", "sinistra e destra sono la stessa cosa (soprattutto se sei di sinistra)", e cosi' via.