giovedì 27 dicembre 2012

I bambini siriani sono meno bambini degli altri?

Il mondo non finisce in massa, come vuole la profezia maya, ma smette qua e là di andare avanti, bloccato da grumi di dolore, di violenza e disperata arretratezza che non hanno l’attrattiva inquietante della follia, né i tratti patetici della paura e quindi passano più inosservati.
Eppure la  Repubblica Araba di Siria è uno stato del vicino Oriente, si affaccia sul Mediterraneo, confina con la Turchia,  candidata-membro dell’UE; si trova in quella che sui libri di storia studiamo come la Fertile Mezzaluna, culla di ogni civiltà antica.
Eppure ormai da due anni l’orrore di carneficine inaudite  continua senza scalfirci; ultimamente l’escalation dei massacri di civili e delle pulizie etniche hanno trasformato  il Paese in un mattatoio.
Certo è all’opera l’inviato speciale dell’Onu per la Siria: Brahimi ha definito la situazione “preoccupante” (sic!), mentre povera gente in fila per il pane viene abbattuta da bombe lanciate da aerei governativi e mentre lo stragismo più brutale colpisce decine di bambini.
Perché si facesse più “notizia” c’è voluto che il capo della polizia militare, disertando e fuggendo verso la Turchia, dichiarasse: “Lascio l’esercito perché ha deviato dalla fondamentale missione di proteggere il Paese; si è trasformato in bande di morte e distruzione (…)”. C’è voluto che dalle armi cosiddette leggere si passasse all’ipotesi di uso di armi più estreme e suicide come quelle chimiche.
L’Osservatorio siriano dei diritti umani, con sede a Londra, accusa blandamente  la brutalità del regime, mentre l’opposizione armata al governo di Assad perde legittimità e avanza il fondamentalismo jihadista.
Certo, di fronte all’opposizione di Russia e Cina a qualsiasi intervento esterno, tutte le voci si fanno flebili, quando non  addirittura mute.
E’ in nome del “politicamente corretto” che in casi come questo i diritti umani diventano diritti di serie B?... che si tollera il vuoto di coscienza collettiva, sostenuto da un’informazione che tratta i crimini contro l’umanità alla stregua di mali ineluttabili come gli incidenti stradali e le alluvioni?...che né le istituzioni né le piazze fanno sentire con forza la loro voce di sdegno, disgusto e, senza mezzi termini, di condanna non solo verbale?
                                                                                                                                 
  Franca Marchesi

Nessun commento:

Posta un commento

Questo blog non è moderato. Si raccomanda perciò un'adozione civile di modi e di toni.