lunedì 18 febbraio 2013

Stavolta il giaguaro lo smacchiamo

Non lo nascondo, qualche dubbio sull’esito del voto di Domenica prossima l’ho sempre avuto. Il populismo di Grillo, le sparate del Cavaliere, i duri e puri di Rivoluzione Civile. Tutti li a fare a gara per rosicchiare qualche voto al centrosinistra al Senato con il solo fine di rendere ingovernabile il paese. Si, devo ammetterlo, qualche brivido sulla schiena ce l’ho ancora, sopratutto quando apro i giornali e vedo sempre più spesso articoloni sulle presunte rimonte e scalate. Immagino che altri come me, in questo momento, si stanno ponendo il problema. E se poi, dopo questa lunga campagna elettorale, dopo le tante fatiche, a un certo punto ci rendessimo conto che in fin dei conti i banchetti, gli incontri, i volantinaggi non fossero serviti a nulla? E se ancora una volta vincesse la sfiducia verso il cambiamento? E se b&c ce la facessero? E, peggio ancora, se ce la facessero con l’aiuto involontario di Grillo, di Ingroia e di Monti? Il rischio cè, è evidente. Il rischio cè sempre stato, fin dal principio. Nessuno ha mai dato nulla per scontato, dobbiamo tenerlo ben presente. Il sogno non è ancora certezza, almeno non lo sarà fino a Lunedì prossimo, quando l’ultima scheda sarà scrutinata. Ma devo dire la verità, dopo la giornata di ieri, passata con alcuni amici e compagni del Pd di Cassina in Piazza Duomo, tutti questi timori si sono volatizzati. Il bagno di folla riservato ai leader del centrosinistra, la gioia, l’emozione, il calore delle centinaia di persone che erano li in Piazza Duomo fin dal mattino mi hanno rincuorato e in un colpo solo tutti i timori, tutte le incertezze sono svanite. La gioia e la passione che ho visto negli occhi degli uomini, delle donne e dei ragazzi di Piazza Duomo, ieri, mi ha tolto ogni dubbio. La determinazione di Tabacci, la carica di Vendola, la posatezza di Ambrosoli e le dote indiscutibile da uomo di governo di Bersani hanno fatto poi la differenza. Ed è stato li, in quel momento, in quel preciso momento, mentre Bersani si accingeva a chiudere il suo intervento, che mi ha sfiorato un pensiero, una certezza: il paese ha bisogno di queste idee e di questi uomini. Il paese ha bisogno di un governo progressista. Le idee e le persone giuste per cambiare stanno da questa parte, non possiamo certo permetterci di sbagliare ancora.
Questa volta più che mai, è ora di voltare pagina.

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