sabato 11 maggio 2013

Il Pd che mi piace

Oggi è la giornata dell’Assemblea Nazionale del Partito Democratico. In una assemblea, in un momento importante come quello di oggi, di solito uno dice quello che pensa essere giusto per l’organizzazione di cui fa parte. Mi sarebbe piaciuto partecipare, da iscritto e militante. Mi sarebbe piaciuto esserci per dire alcune cose importanti, mi accontento di esprimermi sul nostro blog.
Il Pd, nonostante tutto, nonostante gli errori, le faide e il governo con Berlusconi è la sola risorsa politica di cui disponiamo. Il Pd, però, così non funziona. Il Pd esiste, è nato, per unire non per dividere. Il Pd esiste perché ci sono i suoi iscritti, i suoi militanti, le sezioni aperte, le feste, i tanti amministratori locali, bravi e capaci. Il Pd deve rinnovarsi, emanciparsi da una classe dirigente vecchia, legata a schemi del passato, collusa con “il potere”, che vuole male al Pd stesso. Al Pd non servono le correnti, le correntine, gli spifferi, ne tanto meno i padroni delle tessere, i capobastone e gli intrallazzoni. Al Pd servono facce e idee nuove, all’avanguardia. Il Pd, quello che abbiamo visto dall'elezione del presidente della Repubblica ad oggi, non è il Pd, ma la sua brutta copia, qualcos’altro. Il Pd è quello del popolo delle primarie, è quello dei fornelli alle feste Democratiche, è quello dei giovani e dei meno giovani che occupano le sezioni e si riuniscono per dire che così non va, che è ora di cambiare. Questo è il Pd, quello vero, quello che verrà. Questo è il Pd in cui credo, è il Pd che mi piace. 

Nessun commento:

Posta un commento

Questo blog non è moderato. Si raccomanda perciò un'adozione civile di modi e di toni.