Il Pd, nonostante tutto,
nonostante gli errori, le faide e il governo con Berlusconi è la sola risorsa politica
di cui disponiamo. Il Pd, però, così non funziona. Il Pd esiste, è nato, per
unire non per dividere. Il Pd esiste perché ci sono i suoi iscritti, i suoi
militanti, le sezioni aperte, le feste, i tanti amministratori locali, bravi e
capaci. Il Pd deve rinnovarsi, emanciparsi da una classe dirigente vecchia, legata
a schemi del passato, collusa con “il potere”, che vuole male al Pd stesso. Al
Pd non servono le correnti, le correntine, gli spifferi, ne tanto meno i
padroni delle tessere, i capobastone e gli intrallazzoni. Al Pd servono facce e
idee nuove, all’avanguardia. Il Pd, quello che abbiamo visto dall'elezione del
presidente della Repubblica ad oggi, non è il Pd, ma la sua brutta copia,
qualcos’altro. Il Pd è quello del popolo delle primarie, è quello dei fornelli
alle feste Democratiche, è quello dei giovani e dei meno giovani che occupano
le sezioni e si riuniscono per dire che così non va, che è ora di cambiare. Questo
è il Pd, quello vero, quello che verrà. Questo è il Pd in cui credo, è il Pd
che mi piace.
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