domenica 26 maggio 2013

Se fossi stato a Bologna

Scrivo queste riflessioni praticamente un’ora prima che si chiudano i seggi.
Io credo di essere laico, se dovessi decidere ora e lascerò questa comunicazione a coloro che  saranno vivi quando io sarò morto, non vorrei andare in chiesa. Anzi vorrei che la mia morte fosse “sommessamente “ comunicata dopo la cremazione. Insomma vorrei andarmene come sono venuto al mondo: nell’assoluta indifferenza di tutti tranne i miei parenti
Chi mi frequenta sa che non ho mai bestemmiato né ho mai attribuito a Dio o  a chiunque altro ( se fossi navajo direi Manitou) le colpe o le fortune di ciò che succede.
Ho sempre viva la famosa frase di Benigni “muori, scopri che non c’è Dio, ma Manitou…cosa gli dici: ho sempre letto Tex Willer!”, che nel mio caso è vero.
Ma tornando a Bologna ed ancora “veleggiando” credo che il famoso spot per il 5 permille “chiedilo a loro” sia bellissimo e vero. Tanto vero che io ho preferito destinarlo al Germoglio…che praticano giornalmente il “ chiedilo a loro”.
Essere laico però vuol dire anche essere laico dai pregiudizi (sto leggendo per la terza volta ) “ Orgoglio e Pregiudizio". E  allora perché non ammettere che nella chiesa ci sono i Don Ciotti i Don Gallo i Don Puglisi.
La Chiesa deve pagare l’Imu, come la Cooperativa La Speranza di cui sono Presidente pro tempore e non ci sono cazzi!, deve pagarla sulle attività non ecclesiali. Ma come non comprendere che non può essere una guerra di religione?
A Bologna avrei votato B, come Prodi.
 Roberto Bertolotti

6 commenti:

  1. Da profondo "spirituista laico" avrei votato a favore del finanziamento delle scuole cattoliche. Se non altro perche' sono di supporto al territorio, alle amministrazioni e soprattutto alle Famiglie! Mi auguro che non si debba piu' arrivare a tamto (referendum) x appoggiare chi lavora x la comunita'.

    RispondiElimina
  2. Anch'io laicamente me ne andrò -un giorno che ancora non vedo all'orizzonte, s'intende'- e le ceneri disperse senza litanie sì che nessuno si senta in dovere di pronunciare la solita trita frase 'in fondo era un bravo ragazzo', tra finte commiserazioni, spremute di lacrimucce di maniera ed autoassoluzioni ipocrite. Ma per tornare a Bologna,lì si è innescata una guerra ideologica senza considerare i termini pratici della questione: ha le risorese l'Amministrazione pubblica per soddisfare tutte le esigenze delle famiglie che hanno figli in età di scuola materna, oppure conviene concorrere alle spese di quelle paritarie? Altro è il discorso sulla scuola pubblica, umiliata e offesa da vent'anni di scellerata politica del centrodestra. A differenza degi estremisti e dei fanatici il laico sa fare distinzioni, scegliere i tempi, valutare di volta in volta, perchè il mondo è molto più complesso ed articolato di quanto il semplicismo di ideologie religiose e politiche voglia far credere. Il pericolo di scivolare in un pragamatismo senza principi, o in una sorta di indifferetntismo etico al limite del cinismo, è sempre in agguato, è vero, anche nel laico. Ma sempre meglio delle granitiche certezze incarnta da sistemi ideologici e reliogiosi che hanno partorito vecchi e più recenti totalitarismi.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Uau!!! Qualche ismo in meno e forse qualcuno capisce anche quello che vuoi dire!

      Elimina
    2. Beh, e tu che vuoi dire, visto che non riesci a emettere più di qualche 'Uau'? Davvero poco per darsi la pena di nascondersi dietro l'anonimato!

      Elimina
  3. Se ho ben capito, a Bologna si è fatto un referendum per decidere se fondi statali, tipo un milione di euro (!), non vadano più elargiti alle scuole paritarie ma alla scuola pubblica.
    Il solo e reale problema è che,attualmente, a Bologna nelle scuole pubbliche materne non ci sono posti sufficienti per accogliere tutti i bambini e di conseguenza le paritarie diventano necessarie.
    Altrimenti personalmente questo referendum la valuterei più che corretto perchè il messaggio che questi cittadini passano è la necessità di una scuola pubblica potenziata con molti più fondi per far sì che possa dare un buon servizio pubblico, pagato anche con le nostre tasse.
    Se invece i vostri commenti sono, in ogni caso, a difesa di fondi per le scuole paritarie non sono d'accordo.
    Non sono un'estremista laica ma pretendo che con i miei soldi venga potenziata l'istruzione e relativi mezzi necessari per attuarla (edifici, insegnanti, prodotti etc).
    Infatti se pensiamo a quanto la Gelmini e chi prima di lei, hanno non dato anzi tolto alla scuola pubblica (insegnanti, precari, fondi per ristrutturazioni dei palazzi, fondi per gestione quotidiana etc) sovvenzionando senza esitazione le scuole private paritarie(quindi altre realtà edilizie e quant'altro ma entrate a far parte del sistema di istruzione nazionale) dobbiamo giustamente porci la domanda come mai siamo arrivati a questo punto e quanto ciò sia giusto.
    Ma se lo Stato avesse i mezzi per sovvenzionare la scuola pubblica in modo che abbia tutti i requisiti richiesti per poterla definire un moderno e completo servizio pubblico, non avrei niente da obbiettare su ulteriori fondi per le private-paritarie (spesso scuole ecclesiastiche, quindi proprietà della Chiesa).
    Perciò dare denaro pubblico a questo tipo di scuole, che spesso non ne hanno bisogno, lo trovo sbagliato.
    Quanti documentari ci mostrano scuole pubbliche decadenti, quasi non agibili, dove i nostri figli spesso sono a rischio di incidenti?
    Perciò cominciamo a elargire fondi per la costruzione di nuove scuole assumendo o riassumendo i precari recentemente mandati a casa.
    Si discute tanto sull'importanza dell'istruzione, della cultura e della ricerca. Allora facciamo in modo, modernizzando e potenziando tutte le scuole pubbliche, di poter un giorno affermare che in Italia abbiamo un settore culturale degno di tale nome.

    Antonietta

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Per tornare alla domanda di Roberto, se fossi stata a Bologna avresti votato per il NO al contributo del Comune alle scuole paritarie? Perchè questo era il quesito del referendum, che certo rinvia ad altro (finanziamento pubblico alle scuole private, insegnamento della religione nelle scuole pubbliche, status dei sacerdoti insegnanti di religione, ecc.), questioni tutte sulle quali il Parlamento dirà la sua, spero, senza il tradizionale atteggiamento di sottomissione della sinistra al Vaticano (tra un po' avremo quell'eretico di Marino in Campidoglio!). Detto questo, nel contesto e nel tempo attuale l'amministrazione di Bologna non aveva altra scelta, così mi è parso di capire.

      Elimina

Questo blog non è moderato. Si raccomanda perciò un'adozione civile di modi e di toni.