venerdì 24 maggio 2013

Ineleggibilità sì/no

Masimo Mucchetti, neosenatore del PD e persona concreta, nell’intervista di oggi a ‘Repubblica’ fa un ragionamento interessante sulla questione ‘ineleggibilità di Berlusconi’, che verrà portata prossimamente alla Giunta per le Elezioni. Con riferimento alla legge del 1957, che recita ‘è ineleggibile il titolare di concessioni pubbliche’, ricorda  come le frequenze televisive siano beni pubblici dati in concessione dallo Stato, ma come da questa formulazione non ne derivi automaticamente l’ineleggibilità di Berlusconi in quanto egli è, assieme ad altri membri della sua famiglia, solo un azionista, per quanto importante, di una società, Mediaset, concessionaria di alcune frequenze televisive, e non già il titolare. Mucchetti, a cui evidentemente va stretta la logica ricattatoria che dice che se passa l’ineleggibilità cade il governo, e d’altra parte vuol rifuggire dal rischio di un’azione propagandistica dagli esiti giuridici incerti, e quindi inefficace, passa immediatamente alla proposta di una legge che aggiorni la legge del ’57 e imponga a chi ha posizioni di controllo in società concessionarie di beni pubblici di scegliere tra disfarsene oppure di rinunciare alla carica parlamentare. E’ una proposta seria, sensata, motivata ed efficace. La sosterranno i parlamentari del PD? O asseconderanno la solita tattica dilatoria di allungarne a dismisura i tempi in commissione se non di stravolgerla e poi cestinarla, pur di piegarsi al ricatto sul governo? Ma è poi materia di governo questa? E il Parlamento ha potere legislativo, come dice la Costituzione, oppure ce l’hanno le Commissioni e i parlamentari sono chiamati solo a ratificarne gli esiti alzando disciplinatamente le esili manine?  Ho i miei dubbi

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