Lo siamo per nascita, così come per nascita siamo “persone” con relativi diritti fondamentali. Rimarremmo tali anche se, crescendo negli anni in stanchezza e sfiducia, ci venisse in mente di stracciare le varie Carte dei Diritti internazionali e nazionali che hanno formulato, riconosciuto e tutelato la dignità che spetta a ogni essere umano.
Non possiamo decidere se essere una persona, se essere europei o italiani o lombardi, a meno che non cambiamo cittadinanza, nazionalità e residenza: resta comunque l’appartenenza al genere umano e l’appartenenza a una comunità nazionale e sovranazionale. Ogni nuova forma di cittadinanza, con tutti i difetti della realtà, ci garantisce diritti e libertà: nessuna esclude l’altra.
I latini concedevano la cittadinanza come un premio agli alleati fedeli e tutte le popolazioni latine consideravano la cittadinanza come una conquista e un privilegio.
Anche oggi molte popolazioni - come quella ucraina - che vivono situazioni di assenza di libertà, negazione dei diritti e minaccia alla pace, aspirano alla cittadinanza europea come a un privilegio.
Sarebbe come se di fronte al complicato e gigantesco cantiere di una grande opera non più rinunciabile ( penso ad esempio alla costruzione delle ferrovie nell’800) si fosse deciso, per via dei problemi e delle difficoltà, di prendere cappello, di chiudere i cantieri e piantarvi foreste per far tornare il territorio quello che era nel medio evo.
Le testimonianze della
shoah sono diventate quindi qualcosa di sacro per il genere umano e
non è tollerabile che qualche bestemmiatore in malafede strumentalizzi, neghi o
offenda questa sacralità.
Il
rispetto per ciò che è sacro, lo sapevano anche agli albori della civiltà, è
silenzio e devozione. Purtroppo non c’è limite alla sguaiataggine e alla rozzezza
morale.
16 aprile 2014, Franca Marchesi
Le prossime elezioni devono rafforzare l'Europa e non indebolirla, come vorrebbero gli irresponsabili che remano contro l'Euro, la legislazione europea e i vari accordi sottoscritti. E questo per tutte le ragioni mirabilmente elencate da Franca, ma anche per il semplice motivo che uscire dall'Europa e dall'Euro porrebbe il nostro paese in una marginalità economica e politica da ultimi della classe. Altro è nn presentarsi con il cappello in mano nei consessi europei, e far valere le nostre ragioni. Ma al di là dell'alzare la voce o meno, avremo peso nelle decisioni nella misura in cui daremo dimostrazione di essere seri ed affidabili. Tutta questa storia che la colpa dei nostri guai sono la Germania, la signora Merkel, l'Euro, e tutto ciò che viene da Bruxelles, è una bufala buona per la propaganda senza capo né coda dei populisti vecchi e nuovi che si agitano come forsennati sulla ribalta della politica nostrana. Come sempre, dipende solo da noi.
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