Quando poi si tratta di una comunità di apprendimento, ammaestramento ed esperienza detta SCUOLA è d’obbligo chiedersi:
come può una scuola insegnare lo spirito di collaborazione, trasmettere l’impegno verso sé stessi e verso gli altri, formare al riconoscimento della dignità propria e altrui, sviluppare l’arte della cortesia basata sull’apprezzamento e la cura del valore della persona e delle cose?
Come può la scuola impegnarsi con efficacia nella sua mission educativa, unita a quella culturale, se per “una decisione presa con i genitori”, come la definisce il sindaco di Pomezia, proprio la scuola stessa consegna un dolcetto al bambino che paga 4.40 euro per la mensa e lascia senza quello con la famiglia che paga solo 4 euro?
Com’è possibile
cadere così in basso? Com’è possibile farci rimpiangere quando a scuola si dava
solo il primo piatto e il secondo tutti se lo portavano nel cestino?
Quante altre
soluzioni potevano essere cercate e trovate più rispettose dei diritti della
persona e del bambino, compatibili con un’idea anche vaga di educazione alla
cittadinanza e alla solidarietà e un po’ più lontane dall’etica del
Razzi-pensiero reso noto da Crozza?
In un’epoca in cui
solo il Santo Padre difende con forza i valori civili, le libertà della persona
e persino i diritti sindacali, come si è visto per le acciaierie di Piombino, assistiamo
ancora una volta a come le discriminazioni più ignobili trovano mille vie per
riemergere.
Anch'io ho ascoltato questa squallida notizia.
RispondiEliminaFino ad ora questa schifezza e l'essere caduti così in basso lo aveva fatto solo il sindaco leghista di Adrio!
Ma anche il grande M5S ha il suo razzista, incompetente e ignorante sindaco.
Vi rendete conto per 0,40 centesimi di euro differenzia il pranzo a dei piccoli bambini, togliendo il dolce che per tutti, compresi gli adulti, è come un premio!
Ho ascoltato molte madri arrabbiate criticare lo squallido atteggiamento del pseudo sindaco e eventuali famiglie d'accordo con lui.
Le interessate e spero anche altre più solidali e intelligenti, hanno dichiarato che a pranzo porteranno a casa il figlio. Così il furbo, se voleva risparmiare per le sue casse, ora perde molto più denaro perchè penso che queste famiglie, portandoli a casa, non paghino i 4.00 euro. Se così fosse bravo! Solo razzismo e meno soldi!
Ma in generale si devono trovare più fondi risparmiando sul cibo per i bambini!?
Come evidenzia Franca non ci potevano essere soluzioni più rispettosi del diritto del bambino ma soprattutto della sua serenità psicologica?
Come tutti sappiamo è da piccoli che ci si forma e questi avvenimenti restano indelebili.
Che Società malata!
Antonietta
Quel sindaco deve assolutamente rivedere la questione, non può passare il concetto che il dolce lo mangia solamente chi lo può pagare. Con simili proposte si crea tra i ragazzi una discriminazione odiosa e stupida. I "ricchi" da una parte i "poveri" dall'altra, rimarcando, se ancora ce ne fosse bisogno, un diverso approccio nella società divisa tra chi può e chi no avere delle cose normali e minime.
RispondiEliminaNon ho visto altrettanto scalpore su episodi ancor più sconcertanti. Mi riferisco alle adunate di scolaretti davanti a Palazzo Chigi e nelle scuole allineati e in fila per 5 gridare estasiati al PdC: 'Matteo, Matteo, Matteo'. Roba da Minculpop. I presidi, maestre e genitori si dovrebbero vergognare per la strumentalizzazzione perpretata a questi ragazzini. Le notizie non si danno un tanto al chilo e secondo convenienza, vanno rese note tutte, anche quelle che la fede partitica non consente. Questo, però, lo puoi fare solo se sei libero, ovviamente.