lunedì 1 aprile 2013

Cittadini o sudditi?


Chiunque legga senza pregiudizi il Programma 5Stelle non può non convenire su molti punti, che non riguardano solo la riduzione dei costi della politica ma spaziano dall’economia, all’istruzione, salute, trasporti, informazione, energia. Certo, non sono esaustivi per un’azione di governo ma comunque necessari. Per certi versi sono sovrapponibili a quelli del Partito Democratico, eppure non si riesce a trovare un’intesa. Anzi, quando la ragione direbbe che solo mettendo insieme le due forze si darebbe sostanza al cambiamento che la maggioranza degli italiani ha chiesto con il voto , ecco che ci si mette di mezzo una diffidenza insormontabile, una incomunicabilità che rasenta l’astio, un muro che ben somiglia ad un monumento alla stupidità umana. C’è l’occasione storica per dare un colpo d’ala a quest’Italia depressa da anni di ruberie senza ritegno e di malgoverni alla faccia del popolo beota (che osano chiamare, all’occorrenza, ‘sovrano’), ma pur avendo il mano il biglietto vincente, lo si butta irresponsabilmente via. Ora, il PD ha le sue colpe, scarsa incisività e coraggio nella proposta riformatrice, eccessiva disposizione al compromesso ad ogni costo, ritardi imperdonabili nel percepire e comprendere i cambiamenti, timidezze ed incertezze ad ogni livello  nell’azione politica ed amministrativa, paternalismo –che prende il posto della vecchia egemonia- verso chiunque osi pensare ad un percorso comune, reticenza verso fatti che lo riguardano (vedi Monte Paschi di Siena) alternata a vecchia propaganda, supponenza da primi della classe, e qui potrei continuare. Eppure … eppure, attraverso le primarie una robusta e interessante leva di nuovi/e e giovani parlamentari è entrata in  Parlamento sotto le insegne del PD, mentre a destra le stesse truci facce di sempre s’accampavano sotto le ali di mister B.. E poi, la folata di novità dei 5Stelle, ahimé più che impacciata tra i corridoi dei palazzi, ancora paralizzata da questa - ostentata come fatto nuovo- ma sostanzialmente fasulla ‘democrazia’ del web che si rivela sempre più ‘dittatura’ del web, oppure, secondo la versione più cattiva, sudditanza al capo. C’è bisogno invece di intelligenze vive, attente, anche scapigliate a volte e indisciplinate, ma responsabili, insomma da cittadini –come amano chiamarsi ed essere chiamati i parlamentari 5Stelle- e non da sudditi. Cari amici 5Stelle, questa raffica di niet pronunciati in coro e sull’attenti, sotto la minaccia dell’espulsione, vi impedisce di utilizzare con intelligenza ed efficacia la vostra forza, e vi porterà solo all’irrilevanza e alla marginalità.

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