sabato 6 aprile 2013

News dal Parlamento Informati su ciò che accade a Roma con Paolo Cova

Nokia, il Ministero dello Sviluppo sveli i suoi piani
Nella mia prima interrogazione a risposta scritta ho chiesto al Ministero dello Sviluppo Economico di rivelare quali sono le iniziative che intende mettere in atto per intervenire a favore del sito industriale Nokia Siemens di Cassina de´ Pecchi e per la ripresa delle sue attività imprenditoriali. Come prima azione da parlamentare della Repubblica italiana (segnalo che ha firmato la richiesta anche la collega Simona Malpezzi) ho deciso di sollecitare il Governo proprio su un tema sensibile come quello di Cassina de´ Pecchi.
Nel documento ricordo che “il 29 giugno 2012 il Ministero dello Sviluppo economico, Regione Lombardia, Provincia di Milano e il Comune di Cassina hanno sottoscritto un Protocollo istituzionale d´impresa per Iniziative a tutela della vocazione del sito industriale Nokia Siemens di Cassina de´ Pecchi”.
Nell’interrogazione aggiungo inoltre che “l’area industriale Nokia Siemens rappresenta una significativa risorsa per la competitività e l´occupazione della Lombardia e del Paese”. Inoltre rendo noto che al punto 2 del protocollo si dice che i sottoscrittori “condividono che la dimensione della crisi economica in corso e dei soggetti coinvolti nello sviluppo dell´area rendono necessario un pieno e responsabile coinvolgimento e coordinamento del Ministero dello Sviluppo economico e delle strutture di suo riferimento, per lo sviluppo di azioni tese ad attrarre aziende che partecipino allo sviluppo del polo industriale interessato”. In conclusione, credo fermamente che ora per Cassina de’ Pecchi servano azioni concrete e immediate perché rinviare le decisioni può essere dannoso per l’attività del sito.

I “disegni” che mi piacciono
Dopo attente valutazioni ho deciso di aderire a diversi disegni di legge che ritengo importanti e che investono vari campi, dall’ambiente al sociale, dal rispetto per gli esseri umani tutti al commercio. Per far capire meglio di cosa si tratta, eccone un breve elenco: “Norme per la promozione della soggettività femminile e per il contrasto al femminicidio”; “Misure per favorire lo sblocco dei pagamenti alle imprese negli enti locali”; “Istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti”; “Norme per il contenimento dell’uso di suolo e la rigenerazione urbana”;“Disposizioni concernenti la ricognizione e la demolizione degli immobili costruiti abusivamente, le sanzioni penali e i procedimenti di sanatoria, nonché disciplina dell’attività dell’Osservatorio nazionale sull’abusiv ismo edilizio”; “Norme per la tutela e la valorizzazione del patrimonio ferroviario in abbandono e la realizzazione di una rete della mobilità dolce”; “Disposizioni per la promozione e la disciplina del commercio equo e solidale”; “Norme per la valorizzazione dei prodotti agricoli e alimentari provenienti da filiera corta a chilometro zero e di qualità, nonché modifiche all’articolo 4 del decreto legislativo 18 maggio 2001, n. 228”; “Modifica dell’articolo 416-ter del codice penale, in materia di scambio elettorale politico mafioso”.

Fratelli d’Italia: ecco come è andata
In questi giorni molte persone si sono chieste perché è stata concessa una deroga alla compagine politica Fratelli d'Italia per costituirsi in gruppo unico all’interno del Parlamento, determinando dei presunti costi aggiuntivi. Per spiegare cosa è successo, faccio sapere che le deroghe vengono date dal Regolamento della Camera se sussiste almeno uno di questi tre motivi: essere almeno 20 componenti; aver partecipato alle elezioni politiche con il proprio simbolo; essere presenti su tutto il territorio nazionale.
Il gruppo Fratelli d'Italia poteva contare su due dei tre motivi di deroga ed era impossibile non concedere quanto chiesto. Inoltre, è corretto dare rappresentanza democratica anche a queste forze. Tutto ciò senza aggravio per le spese legate ai rimborsi elettorali, ma con una spesa aggiuntiva di circa 300mila euro per il personale.
Mi ha stupito però che chi ha chiesto di non dare spazio a questo gruppo – e mi riferisco al Movimento 5 Stelle – ventilando aumenti di costo, ha avuto un eccesso di rappresentanza nell’Ufficio di presidenza, obbligando gli altri partiti a integrare lo stesso Ufficio con costi aggiuntivi, anche in questo caso per il personale.

Economia, approvata la Risoluzione
L’Aula della Camera ha approvato una Risoluzione su Relazione del Governo al Parlamento Europeo che impegna, appunto, il Governo a emanare il decreto legge per il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione in favore delle imprese e a “graduare il flusso dei pagamenti accordando priorità a quello che le imprese non hanno ancora ceduto al sistema creditizio”. Il documento è stato firmato da Pd, M5s, Pdl, Lega, Sel, Cd e Sc

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