Uno degli slogan più riusciti della seconda campagna
elettorale di François Mitterand fu “Une force tranquille”. Glielo scrisse un
pubblicitario estroso che si chiamava Jacques Séguéla che in seguito pubblicò anche un libro sull’arte pubblicitaria dal titolo frizzante: “Non dite a mia
madre che faccio il pubblicitario perché mi crede pianista in un bordello”.
Io vorrei qui attribuire a Pierlugi Bersani lo slogan mitterandiano:
Una forza tranquilla. C’è in quest’uomo una calma e una forza serena che gli
arriva sicuramente dalla frequentazione delle stanze della politica da molti
anni, dal pragmatismo di amministratore emiliano, da una tranquillità interiore cui
non credo sia estranea la formazione filosofica. In un mondo di lustrini e paillettes, nella società dello spettacolo in cui viviamo, questo modo di porgersi o di apparire è stato visto come un minus. E invece sono le acque che chete che sbrecciano i ponti.
Lo abbiamo visto nei giorni
scorsi uscire dal colloquio con Napolitano, dopo aver rendicontato sugli sforzi non coronati da successo
per la formazione del governo, con uno sguardo triste e sperduto che ha
deliziato i crudeli vignettisti.
Credo che lo sforzo e
la tensione siano stati estremi: le linee del suo volto ne sono state una
perfetta sintesi. E questo a conferma che la politica è arte feroce e prassi
crudele, un’arte e una prassi che non si improvvisano comunque neanche urlando
come ossessi nelle piazze italiane o sul web.
Ma passate le feste pasquali, sequestrato al mondo e
consegnato agli affetti familiari per una tonificante tre giorni, ecco Pierluigi tornare nell’arena
romana dove gladiatori feroci e belve fulve si aggirano grintosi: e qui
riprendere con perfetta calma il filo della propria tela.
Comunque la si metta il boccino della politique politicienne
di questi giorni e di quelli prossimi è nelle mani del Pd, ossia nelle mani del segretario, di Pierluigi Bersani, e come direbbe lui nel suo linguaggio semplice: “E' da lì che si
ricomincia: si riparte da lì”. Non vedo allo stato altre ipotesi. Si procederà
all’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, e qui i numeri sono tutti
dalla parte del Pd, mancano solo una quindicina di voti, una cosa fattibile. E poi, con
il nuovo Presidente si darà seguito alla politica dei piccoli passi con chi ci
sta per un governo di forte cambiamento, escludendo nella maniera più assoluta
l’apporto del Pdl, che già si vede sclerare e in preda a una forte crisi di
nervi.
Io mi affido alla forza tranquilla di Pierlugi Bersani. Si riparte da lì.
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