martedì 17 giugno 2014

I "salti" dei grillini


Sono lontani i tempi in cui Beppe Grillo tuonava «Pdl e Pdmenoelle pari sono. Non c'è alcuna possibilità per me di allearmi né con uno, né con l'altro». È anche vero che allora il dibattito era sulla fiducia. Ma sembra passato un secolo (e invece era solo il 20 febbraio scorso) anche da quando sul blog del comico ligure comparve il post «Fuoco amico» in cui si mettevano all’indice i quattro senatori, poi espulsi, Lorenzo Battista, Fabrizio Bocchino, Francesco Campanella e Luis Alberto Orellana colpevoli di aver manifestato «perplessità circa il metodo usato da Grillo nel corso del confronto in streaming con un certo Renzi».
L'APERTURA AL «CARO PRESIDENTE». Oggi, invece, il film è cambiato. Il M5s prima incontra il ministro della Giustizia Andrea Orlando e poi chiede un confronto al premier Matteo Renzi sulla legge elettorale. Per non parlare dei toni soft che stanno soppiantando le urla e l’uso più moderato delle parole. E così il segretario dem da «ebetino» è diventato «caro presidente».
Ce n’è abbastanza per parlare di un cambio di linea politica e comunicativa. Rimane da capire cosa si nasconda dietro questo nuovo corso. Il politologo Gianfranco Pasquino non si scompone: «È semplice», dice a Lettera43.it, «nel Movimento stanno diventando realisti. D’altra parte su molte questioni i grillini dicevano cose sbagliate. La loro era un’operazione propagandistica urlata, senza alcuna possibilità di diventare realtà». (continua

Nessun commento:

Posta un commento

Questo blog non è moderato. Si raccomanda perciò un'adozione civile di modi e di toni.