Educare ai valori
ed ai diritti della persona
Non
ha fatto un buon servizio alla scuola di orientamento cattolico la suora Dirigente
dell’istituto Sacro Cuore di Trento che, per ”tutelare la moralità dei nostri (= del Sacro Cuore, ndr ) studenti”, non ha rinnovato il contratto a una valida insegnante essendosi lei
rifiutata di smentire la sua omosessualità.
Nonostante i secoli intercorsi, la motivazione
riecheggia le argomentazioni della sorvegliante della fabbrica dove lavorava
Fantine, tra i personaggi principali de I Miserabili di Victor Ugo, quando
viene allontanata dal lavoro dopo essere stata scoperta e svergognata per
essere una ragazza-madre: avrebbe potuto turbare la moralità delle altre
lavoratrici della fabbrica!
La
scuola, pubblica o paritaria che sia, comunque sostenuta da fondi pubblici,
dovrebbe porre l’educazione al pluralismo, alla convivenza tra destini, culture
e religioni diverse al di sopra dell’educazione all’identità religiosa di
appartenenza.
Ad una scuola
pubblica, statale o paritaria che sia, si richiede che educhi ai valori della
legalità e del rispetto della dignità della persona: questo, unitamente al
merito professionale, dovrebbe essere l’unico discrimine.
Le scelte di
comportamento lesive della moralità sono
quelle che vanno contro tali principi. I comportamenti strettamente
confessionali sono stati spesso usati per imbiancare sepolcri: non
dimentichiamo quanto moralismo per decenni ha steso veli bisunti sugli abusi e
la pederastia perpetrati sui minori da più parti.
Non si può
chiedere a cattolici e non di approvare l’omosessualità. A tutti però,
cattolici e non, si deve chiedere di
educare i giovani a operare scelte morali secondo coscienza e di pretendere
dagli adulti scelte professionali secondo il merito, come in qualunque
graduatoria pubblica che si rispetti dove non ti viene richiesto l’orientamento
sessuale, il numero di scarpe, dove vai in vacanza e neanche se sei cattolico o
buddista, ma solo e unicamente se sai fare al meglio il tuo lavoro di docente e
di educatore.
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