domenica 27 novembre 2016

Diario di Bordo, Perchè #Si

- 8 giorni all'appuntamento con il Referendum Costituzionale, la data del voto è ormai vicina.

E, in queste ultime ore di Campagna Elettorale, concentreremo tutti gli sforzi per convincere gli indecisi, perché sono ancora tanti.
Lo faremo con argomenti semplici e immediati, del resto la Riforma è semplice, se epurata da tutto ciò che con la Riforma non c'entra. È semplice e soprattutto utile. Riduzione del numero dei Parlamentari, riduzione dei costi della Politica, fine del bicameralismo paritario, non c'è molto da aggiungere. Ce lo ricorda questo articolo riassuntivo sui punti della Riforma e questo video che in poche immagini ci racconta l'Italia del domani, quella del 5 Dicembre.

Un'occasione unica, da non perdere e saranno gli italiani con la matita a scegliere il Cambiamento, lo dice Matteo Renzi in questa intervista a "Il Giorno".


Perché Si, dunque.

Perché Si, lo dicono tanti esponenti del mondo dell'Arte, del Cinema, dello Sport Perchè Si, lo dice Mario Segni, per un sistema più veloce, più stabile e più efficiente

Perché Si, lo dicono tanti cassinesi. Lo dicono operai, pensionati, impiegati. Lo dicono mamme e papà, lo dice il giovane studente, la casalinga e lo dice anche il vicino di casa o quello che incontri al parco e al bar tutte le mattine. La prima parte di alcuni perchè dico SI cassinesi. Settimana prossima proseguiamo con altri interventi..

Intanto, le cronache semiserie di un immaginario post voto, firmate da Marino Contardo


Cassina dice Si. Non ci facciamo mancare proprio niente: ultimi presidi per il Si Martedì 29 in Via Milano e Venerdi 2 al Mercato. E per chiudere in bellezza, Venerdi 2 Dicembre alle 20 Qui #Si Festeggia un aperitivo con Simona Malpezzi in Aula Consiliare ore 20.00, non mancate!

Nel frattempo, un ringraziamento all'Associazione Fuori la Voce che ieri sera, in un'Aula Consiliare piena, ha dato un ulteriore occasione di approfondimento sul Referendum a tutti i cassinesi presenti. Bella serata, davvero.


Dal nazionale, perché l'Italia non si ferma al 4 Dicembre. 

1000 giorni di Governo del Partito Democratico qualche numero, i dati e i commenti a più di metà mandato e poi decontribuzioni per le Aziende che investono al Sud: 530 milioni di euro in arrivo

Ora una bella notizia, di quelle che vorresti leggere tutti i giorni. Dopo 5 anni, dal 2011 ad oggi, L'Istat certifica che per la prima volta le famiglie italiane si sentono meglio. Gli italiani, secondo questi dati, sono soddisfatti delle loro condizioni di vita.

Chiudiamo, con un paio di novità da Cassina de Pecchi..

Cap Holding, partecipata che gestisce il nostro Servizio Idrico, lancia un Bonus da 2 milioni di euro sotto forma di "sconto" sulle bollette dell'acqua per le Famiglie numerose e in difficoltà. La nostra Amministrazione Comunale non si fa perdere l'occasione: qui tutte le info per accedere al Bonus.

Ancora una opportunità di crescita professionale e di lavoro presso gli Uffici del Comune di Cassina de Pecchi, questa volta nell'area delle Politiche Sociali. Attraverso Leva Civica Regionale, scoprite come al link precedente.



Per non lottare ci saranno sempre moltissimi pretesti in ogni epoca e in ogni circostanza, ma mai, senza lotta, si potrà avere la Libertà
- Fidel Castro -

sabato 26 novembre 2016

Cronaca semiseria del post 4 Dicembre

04/12 h 24,00: gli exit poll diffusi sui canali Sky rendono via via più chiara la vittoria dei No.
05/12 h 03,00: fine ufficiale dello spoglio, il Viminale diffonde i dati ufficiale: 55% al No, 45% al Sì, dei voti validamente espressi in territorio nazionale (i voti degli italiani all’estero sono cancellati, e bollati col marchio di esterofilia).
05/12 h 07,00: Salvini convoca i suoi davanti a Palazzo Chigi; la marmaglia si presenta subito armata di bastoni e di forconi e, ululante, sfonda il cordone di sicurezza, fatto di scarsi agenti, per irrompere tra le stanze alla ricerca di Renzi e della Boschi; c’è chi baldanzoso agita un cappio di robusta corda di canapa e chi urina sui tricolori.
05/12 h 07,00: In contemporanea la neomamma Meloni guida un drappello di facinorosi al grido di eja eja alalà all’assalto del Quirinale; anche qui le guardie spaurite se la danno a gambe e il Presidente si rifugia nella cappella, dove, intento nella preghiera, viene acciuffato nelle bianche chiome e trascinato fuori (più tardi si vedrà affiorare dal Tevere).
05/12 h 7,00-12,00: In diretta su Sky vengono trasmesse scene truculente di squadristi che assaltano le sedi della Tv di stato e dei giornali (si salvano solo Il Giornale e La Verità, versione italiana della Pravda, oltre al Fatto Quotidiano per tanto onore che ha recato alla causa); picchi di audience come per le migliori serie crime americane.
05/12 h 12,00: a reti unificate un Salvini schiumante annuncia che la Costituzione è abrogata (la sua difesa nel referendum è stata tutta una sceneggiata per acchiappare nella rete gli allocchi, testuali parole), il nuovo Capo dello Stato al posto dell’inetto Mattarella sarà un frastornato Berlusconi ,o, in alternativa, un suo sosia; in quanto a lui Salvini, gli spetta il grave compito di guidare un governo che metta finalmente in riga l’Italia (in sottofondo grasse risate e brindisi).
05/12 h 16,00: dopo la pennichella riappare Salvini, ebbro di tanta gloria, per annunciare l’appoggio di Grillo, e dei suoi soldatini, al nuovo corso della politica (ad eja eja allalà si aggiungerà ‘a morte la casta!’); la sua luogotenente Meloni annuncia i primi provvedimenti: una taglia di una tonnellata di mortadella su Renzi e Boschi vivi o morti; scioglimento, con requisizione di tutti beni, dei partiti che hanno sostenuto il Sì al referendum; sostituzione immediata dell’Euro con i sesterzi, ordine di bombardare a vista i barconi che si dirigono verso le coste, coprifuoco per tutti i migranti regolari o non regolari fino a nuovo ordine.
05/12 h 19,00: a reti unificate un fantoccio in divisa verde (Salvini era diversamente occupato, si dice ad Arcore) dichiara l’Italia ufficialmente defunta: il Sud verrà consegnato brevi manu alle organizzazioni criminali che si dimostrino radicate sul territorio e accettino di conferire al Nord un pizzo pari al 20% dei loro proventi; il Centro torna al papato, ma non a quello di Begoglio, sbrigativamente messo da parte come ‘progressista’, ma alla rediviva papessa (come in una fase del medioevo) donna Giorgia Meloni, che così corona il suo sogno di farsi Uomo; il Nord, ricco e prosperoso, tanto da permettersi di circondarsi da reticolati alti una cinquantina di metri, sarà denominato Repubblica della Padania, e godrà di un rapporto speciale con la Russia di Putin, tanto che già si parla di un tubo di 15 mt di diametro che colleghi direttamente Gallarate con Vladivostok, dove far passare petrolio, gas, pelli d’orso e trucioli di betulle.
05/12 h 21,00: il neoministro dell’interno, un energumeno di nome Attila, tatuato di croci runiche e svastiche, dichiara a Sky che chiunque non si dimostri fedele alle nuove autorità verrà passato immediatamente per le armi; quelli freddini verranno invece assegnati per un periodo di rieducazione ai campi allestiti per l’occorrenza nei campi flegrei; qui kapò palestrati agli ordini del caporale Maximo, faranno del loro meglio per raddrizzare i riottosi e per portarli sulla retta via; strumento fondamentale di rieducazione sarà il libretto color fucsia di Kim Jong-II.
06/12 h 7,00: si sparge la notizia che Renzi e Boschi si siano rifugiati nell’ambasciata cinese, immediate proteste formali verso Pechino, minacciata di invasione se non rilascerà i due fuggitivi; i primi manifestanti davanti all’ambasciata vengono schiaffeggiati da 15.000 cinesi usciti da chissà dove (alcuni avanzeranno l’ipotesi di un cunicolo interrato scavato tra Pechino e Roma); la protesta si placa immediatamente. I professoroni del No, ignari di tutto, vengono acciuffati uno per uno e, spinti sopra un furgone, finiranno le loro conferenze a Villa Quiete sul lago Maggiore, ribattezzata per l’occasione in ‘Stai Sereno per il resto dei tuoi giorni’.
06/12 e giorni a seguire: la sinistrasinistra si ritira in conclave, a porte rigorosamente chiuse, in quel di Assago, per discutere di ‘che cosa abbiamo fatto per provocare tutto questo’, ‘che cosa avremmo potuto fare per evitarlo’, ‘se è tutta colpa di Renzi e non anche della Boschi’, e ‘se tutto ciò non sia in fin dei conti il prodromo del sol dell’avvenire’; la minoranza dem prova ad aggiungere il tema ‘non è che abbiamo fatto il lavoro sporco della destra?’, subito subissata da fischi, pernacchie e sputi, e, soddisfatta dell’esibizione, si ritira in buon ordine. Dopo mesi di attesa alcuni coraggiosi, se mossi da pietà o da insana curiosità lo diranno i posteri, riusciranno a forzare i portoni e a scorgere l’interno disseminato da alcune migliaia di mummie rinsecchite e spigolose come lo stoccafisso, consunte da troppa discussione sentenzierà il medico legale.
07/12 e giorni a seguire: volantini in A5, con tricolore a margine, inneggiati alla libertà, alla ragione e al buon vivere, irrompono sulle piazze delle città scatenando un moto di gioia contagioso, contro il quale nulla possono i pretoriani del nuovo ordine. La Resistenza è cominciata, ed è irresistibile.


AVVERTENZE PER L’USO DEL PRESENTE: ogni riferimento a persone o a fatti reali è puramente casuale, da evitare a stomaco vuoto e prima di ogni rapporto. Può causare dipendenza e tristezza se riletto più volte, ilarità se preso una sola volta al giorno.

Marino Contardo, 25/11/2016



Le famiglie italiane si sentono meglio. Cosa ci dicono i dati dell’Istat

Per la prima volta dopo cinque anni le famiglie italiane si sentono meglio: nel 2016 gli italiani sono più soddisfatti per le loro condizioni di vita rispetto
all’anno precedente. A certificarlo è l’istituto nazionale di statistica che nel suo report annuale sottolinea come sia migliorata, rispetto al 2015, la percezione della situazione economica di famiglie e individui.
Gli osservatori più diffidenti e disfattisti potrebbero accostare questa trasformazione positiva a un adattamento (una specie di rassegnazione) da parte dei cittadini nei confronti dell’interminabile crisi: è come se si fosse creata una sorta di resilienza – diranno gli esperti più scettici – in grado di cambiare la prospettiva delle persone, abbassando in pratica l’asticella delle aspettative.
Qualche altro commentatore, più semplicemente – e forse anche più concretamente – porrà invece l’accento su un effettivo miglioramento delle cose.
Non è dato sapere, tuttavia, quale dei due sia l’approccio più oggettivo e realistico, e ancora una volta ci troviamo di fronte a una dicotomia nell’osservare i cambiamenti della società, quel dualismo tipico di oggi che sta facendo da sfondo anche alla campagna referendaria (è chiaro che fino al giorno della consultazione del 4 dicembre tutto verrà collegato al referendum, anche l’indagine diffusa stamane). Una dualità rappresentata da due linee di uno stesso racconto: da una parte la narrazione positiva, dall’altra sfiducia e pessimismo.
Ma se aumenta la soddisfazione degli occupati per il lavoro, anche se lievemente, forse quei numeri tanto sbandierati dal premier – 656mila occupati in più dal 2014 – non sono così lontani dai bisogni della società. C’è poi il dato positivo diffuso dall’Istat tre giorni fa che mette in risalto la crescita fornendo finalmente un cenno positivo (anche se non ancora sufficiente) sulla situazione economica del Paese.
Non a caso la fiducia dei consumatori, da febbraio 2014 a settembre 2016, risulta aumentata del 13,4%: è sempre l’Istat che lo certifica. E dal Nazareno si dicono convinti che le riforme di questi anni promosse dal governo “funzionano e stanno cambiano in meglio anche la percezione della vita quotidiana delle persone”.
Tornando ai numeri dell’indagine diffusa stamane dall’Istat risulta notevole, in particolare, l’incremento della quota di persone di 14 anni e più che esprimono un’alta soddisfazione per la propria vita nel complesso: dal 35,1% del 2015 al 41% del 2016. La soddisfazione per la propria vita diminuisce all’aumentare dell’età: risulta altamente soddisfatto il 54,1% dei giovani tra 14 e 19 anni e il 34,4% degli ultra 75enni.
Inoltre le relazioni familiari si confermano la dimensione a cui corrisponde la percentuale più alta di persone soddisfatte, il 90,1% nel 2016. Risulta elevato anche il numero dei molto o abbastanza soddisfatti per le relazioni amicali (82,8%) e il proprio stato di salute (81,2%).

Stefano Minnucci - L'Unità - 22/11/2016

Perchè dico Si. La parola ai cassinesi

"Io voto si perché mi informo e perché votando no si rimane fermi al palo"
Gigi Ubertis


"Io voto Si e sono un antifascista, Voto Si perchè credo nella Democrazia e sono stufa della Politica del Compromesso, delle spartizioni, delle poltrone centenarie, di leggi mai approvate e delle speculazioni economiche, sociali e culturali.
Non si cambia con il solo ideale ma si cambia facendo azioni concrete altrimenti si ha solo brodaglia..."

Doriana Marangoni



"In questo momento più che mai vedo come indispensabile dire SI, respirando a pieni polmoni l'aria della fiducia e della sfida, premiando il coraggio della partenza e l'energia dell'andare avanti"
Franca Marchesi

"Voto Si per un Paese più snello e sburocratizzato"
Marco Gusti


"Vuoi un nuovo sistema camerale che permetta di avere una chiara maggioranza al termine delle votazioni?
Vuoi vedere una forza politica che governerà senza alibi e risponderà direttamente del proprio operato al termine del mandato?
Vuoi che si possa legiferare più celermente e senza stravolgimenti del testo originario della legge proposta?
Vuoi abolire un ente inutile come il CNEL?
Vuoi che si ritorni ad accentrare competenze che, come si è visto, non possono essere di competenza delle regioni?
Allora vota SI …. QUESTO NON E’ UN REFERENDUM CONTRO O A FAVORE DI RENZI ma è l’opportunità o meno di cambiare volto al nostro paese"

Mauro Betti

"Io voto SÌ per ridurre i costi della politica in modo permanente e per garantire ai giovani dai 18 ai 24 anni la possibilità di scegliere chi voterà la fiducia al governo"

Luca Brandi


"Non mi è mai piaciuto dire di No. Perchè non credo negli steccati e nei muri. Piuttosto credo nell'uomo e nella sua voglia, nella sua capacità di migliorarsi. Il 4 Dicembre voto Si. Per un Paese più moderno, più efficiente, più giusto. In una parola, voto Si per un Paese migliore"

Andrea Parma


"Voto sì perché credo fermamente che sia necessario un cambiamento.
Perché voglio un’Italia più semplice che non abbia più due camere che siano una la fotocopia.
Perché voglio un’Italia con più democrazia diretta dove il Parlamento sia costretto a prendere in esame le Leggi di iniziativa popolare e che abbassi il quorum per i Referendum. Perché voglio un’Italia più giusta grazie ad una riduzione dei costi della politica"

Roberto Balsamo


TO BE CONTINUED.....

giovedì 24 novembre 2016

Una guida semplice al referendum del 4 dicembre. Ecco su cosa si vota.

Il 4 dicembre prossimo si voterà per il referendum costituzionale. L’appuntamento si avvicina ma non tutti hanno le idee chiare, cerchiamo di toglierci qualche dubbio (senza fare propaganda).
Si voterà domenica 4 dicembre dalle ore 7 alle 23 in tutta Italia. Per il referendum costituzionale non è previsto il raggiungimento del quorum, la votazione sarà valida a prescindere da quanti andranno a votare.

Che cosa troverete sulla scheda elettorale? Il quesito recita: “Approvate il testo della legge costituzionale concernente disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della costituzione?”.
Vediamo punto per punto che cosa significa e cosa comporterà.
Che cosa è il bicameralismo paritario?
La nostra Costituzione oggi prevede che i due rami del Parlamento (Camera e Senato) abbiamo le stesse identiche funzione: fare le leggi (funzione legislativa) e concedere o revocare la fiducia al Governo. Ogni legge quindi deve essere discussa, approvata e votata da ciascuna Camera. Se in una Camera si apportano delle modifiche, la legge ritorna all’altra Camera per essere di nuovo discussa, approvata e votata (in termine tecnico questo processo si chiama navetta). Un sistema molto garantista ma anche farraginoso. Da decenni tutte le proposte di modifica costituzionale avanzate in Parlamento (e mai attuate) spingono per il superamento di questo sistema.
Che cosa cambia con la riforma?
Si supera il bicameralismo perfetto, differenziando le funzioni e la composizione delle due Camere. La Camera dei deputati diventa infatti l’unico organo eletto che potrà accordare la fiducia al governo, approvare le leggi di bilancio e le leggi ordinarie. Il Senato invece, così come lo conosciamo ora, non esisterà più.
Come sarà il nuovo Senato?
Sarà una Camera espressione delle regioni e dei comuni italiani perché composta da 100 senatori fra sindaci e consiglieri regionali.
Come saranno eletti i nuovi senatori?
Una legge elettorale per il nuovo Senato ancora non è stata adottata, verrà approvata solamente nel caso in cui la riforma costituzionale verrà approvata (prima non avrebbe senso e non sarebbe comunque possibile). Il contenuto di questa legge è quindi ancora da definire anche se sono state già svelate le intenzione del governo. In base alla proposta Chiti-Fornaro (che Renzi ha già detto essere la proposta base di tutto il Pd) gli elettori, nel momento in cui andranno a votare per rinnovare i consigli regionali delle propria regione, potranno esprime su un’apposita scheda la propria preferenza anche per il consigliere-senatore. In questo modo anche i nuovi senatori saranno eletti direttamente dai cittadini. Il nuovo Senato andrà a regime quando tutti i consigli regionali saranno stati rinnovati (nel 2022).
Diminuisce il numero dei parlamentari? 
Se dovesse essere approvata la riforma, il numero dei senatori passerebbe dagli attuali 315 a 100. Rimane invariato invece il numeri dei deputati.
La riforma ridurrà i costi delle istituzioni? 
Sì, perché i nuovi senatori, la cui durata del mandato coincide con quella delle istituzioni territoriali dai quali sono stati eletti, non percepiranno lo stipendio da parlamentari ma solo quello già percepito come amministratore. Vengono eliminati anche i senatori a vita (di diritto solo gli ex presidenti della Repubblica ricopriranno automaticamente questo ruolo una volta concluso il loro incarico). Gli attuali (Mario Monti, Carlo Rubbia, Renzo Piano ed Elena Cattaneo) resteranno in carica fino a fine mandato ma non saranno sostituiti.
Che cosa è il Cnel? Perché deve essere soppresso?
Il Cnel (Consiglio nazionale dell’economia e del lavoro) si occupa appunto delle leggi sull’economia e sul lavoro. Ha il compito di fornire dei pareri su questi temi al governo e al parlamento, ma può anche proporre delle leggi. È uno degli organi previsti dalla costituzione, per questo per sopprimerlo bisogna utilizzare una legge costituzionale. Si ritiene che la sua funzione sia poco utile e che i suoi costi (stimati in circa 1 miliardo di euro dal momento della sua istituzione ad oggi) siano troppo elevati.
Di cosa si occupa il titolo V della Costituzione e come cambia?
Il titolo V è dedicato agli enti territoriali: comuni, province, città metropolitane e regioni. E’ stato già oggetto di modifica nel 2001, ma la norma ha provocato difficoltà nell’interpretazione delle competenze tra Stato e regioni. Per questo si è deciso di mettere mano alla norma modificando le materie di competenza dello Stato (che diventano circa 20) e definendo quelle di competenza delle regioni, eliminando del tutto le materie concorrenti (cioè quelle su cui potevano legiferare sia Stato che regioni). Con la riforma si introduce anche la cosiddetta di “clausola di supremazia”, cioè il principio per cui, nei casi d’interesse nazionale, le decisioni dello Stato prevalgono su quelle delle regioni. La riforma prevede infine anche l’abolizione delle province.

Agnese Rapicetta
L'Unità -
24 Novembre 2016

domenica 20 novembre 2016

Diario di Bordo, Ottimismo e Fiducia


E' l'aria che si respira in queste ultime due settimane di Campagna Elettorale per il Si al Referendum Costituzionale. 

Amiche e Amici, è cosi...

Nonostante le tv, i giornali, i sondaggi. Nonostante l'armata del No a prescindere che si inventa di tutto e di più pur di ostacolare un'Italia più snella, più efficiente, più giusta. 
Ai mercati, nelle piazze e tra la gente, in questi giorni, lo percepiamo in modo netto, cè voglia di Cambiamento e l'Italia Cambierà

Del resto, il tema è semplice. 

Se vince il No, si aprirebbe una pericolosa fase di instabilità politica e a dirlo è Walter Veltroni e lo conferma, a sorpresa, anche Giuliano Pisapia in questo articolo pubblicato da "Repubblica".

Se vince il Si, invece, tra le altre cose aboliamo le poltrone inutili ce lo racconta un Presidente di Provincia. 
Se vince il Si, si mette un tetto alle indennità dei Consiglieri Regionali, guardate questa semplice tabella e leggete questo pezzo sui costi della politica risparmiati in Regione Calabria grazie alla Riforma e giusto per fare un esempio: capite bene perchè la casta si oppone al Si. 

Anche Michele Santoro in una intervista al "Fatto Quotidiano" con un ragionamento molto lucido smonta le ragioni del no mentre per chi ancora avesse qualche dubbio, rimandiamo alle 18 risposte che in modo asettico il "Corriere della Sera" ha dato alle domande più comuni sull'impianto della Riforma.



Campagna Elettorale. Cassina de Pecchi #Si Cambia!

#Nonmolliamo la presa!


Un po di appuntamenti pubblici in Paese

Dopo la serata informativa di ieri sera a Sant'Agata, il prossimo 25 Novembre, alle 21, presso l'Aula Consiliare di Cassina de Pecchi, ci sarà un Evento organizzato dal gruppo giovanile Fuori la Voce che metterà a confronto le ragioni del Si e quelle del No, in un Dibattito Pubblico a cui vi invitiamo (in allegato il volantino che il Comitato "Cassina dice Si" ha realizzato per invitare a questo evento)

Appuntamento fisso invece il Venerdì e il Sabato mattina in Piazza Decorati e in Via Milano con il Comitato Cassina dice Si per discutere con tutti delle Buone Ragioni della Riforma Costituzionale. E per concludere alla Grande questa lunga Campagna Elettorale, Venerdì 2 Dicembre alle ore 21.00, in programma una Festa di Chiusura con Simona Malpezzi vi terremo aggiornati.


Approfittiamo intanto per ricordare tutte le informazioni utili per votare in particolar modo lo facciamo per chi deve fare richiesta della Tessera Elettorale, per chi risiede all'estero e per chi ha la necessita di un trasporto ai seggi. Tutto a questo link sul sito del Comune di Cassina de Pecchi

Chiudiamo con un ultimo articolo che non riguarda la Riforma Costituzionale, ma che crediamo sia doveroso condividere con voi tutti. I primi 1000 giorni di Governo Renzi in pillole. Tutti i numeri del Governo del Partito Democratico.


- Un vincitore è semplicemente un sognatore che non si è arreso -
Nelson Mandela

venerdì 18 novembre 2016

Le balle del No a prescindere

Le bugie fanno male alla democrazia, prima ancora che alla campagna referendaria. Con questa convinzione abbiamo lanciato due giorni fa una campagna “smonta bufale”, che prende di mira in modo esplicito quei sostenitori del No che diffondo menzogne, dati falsi e argomenti infondati. Troverete nei nostri video alcuni spezzoni di interventi televisivi di sostenitori del No, che cogliamo in castagna mentre raccontano fandonie. Intendiamoci: abbiamo massimo rispetto per chi ha opinioni diverse da noi, ma abbiamo scelto di essere intransigenti con chi disorienta il dibattito con falsità, perché riteniamo fondamentale – per una democrazia matura e funzionante – che il dibattito pubblico sia basato su elementi reali e concreti.
Ai sostenitori del Sì, agli attivisti dei tanti comitati sparsi per l’Italia, diciamo dunque: sentitevi sentinelle anti-bufale, non abbiate paura di apparire pedanti e saccenti quando si tratta di dire a un vostro interlocutore: “No, non è vero“.
Se a qualcuno piace il CNEL, vuol mantenere in vita le Province o preferisce il bicameralismo paritario, noi non possiamo far altro che augurare buon voto. Rispettiamo le sue convinzioni, diverse dalle nostre.
Ma quando sentite qualcuno parlare di “deriva autoritaria“, di “combinato disposto”, di “Jp Morgan”, di “lunghezza dell’Articolo 70“, sentitevi investiti di un compito fondamentale: spiegare perché quella fandonia è una bugia, che magari il vostro interlocutore sta soltanto ripetendo per “sentito dire”.
Siamo convinti, peraltro, che l’azione “smonta bufale” produrrà un confronto sempre più basato sui contenuti concreti della riforma, fuori dalle teorie e dalle storie campate in aria. Insistiamo su questo punto perché siamo anche convinti che una campagna dedicata ai contenuti favorisca le ragioni del Sì.
Basta un Si