Gaetano Salvemini (1873 - 1957) storico, saggista e uomo politico. In un suo articolo sosteneva che la classe politica è ampiamente speculare alla società civile, e ne rappresenta tutti i vizi. |
Stiamo riscontrando, si
sente dire quasi ogni giorno, il picco di maggior discredito della classe
politica, presa nel suo insieme, senza distinzioni. E da più parti si
sottolineano i vizi della classe politica rispetto alle supposte virtù, tutte
da dimostrare, della società civile. Gaetano Salvemini, invero, sosteneva che i
politici sono migliori dei cittadini per il 10%; peggiori per un altro
10%; il
resto sono il Paese! D’altronde
se prendiamo in esame la formazione dell'enorme debito pubblico accumulato
negli anni '80-'10 non è difficile verificare
che è stato il frutto avvelenato della democrazia
"all'italiana" sorrettasi in tutti questi anni su un patto scellerato
tra complici: cittadini e politici. I cittadini che chiedevano sanatorie, posti
pubblici a go go e senza concorso, pensioni di invalidità, condoni, perdoni e
tolleranza alla evasione fiscale, ospedali e tribunali sotto casa, province di
nuovo conio totalmente assurde e anche dai nomi ridicoli per pura e sciocca
vanagloria localistica ecc ecc.
I politici (non tutti) non hanno faticato a soddisfarli, anzi si
sono arrangiati per conto loro e hanno fatto la cresta quando hanno potuto.
Nessuno dei due contraenti di questo patto scellerato sembra aver pensato al Bene Comune, ma entrambi hanno
avuto sempre in vista il proprio invincibile Particulare. È così,
d'altronde dai tempi di Guicciardini e Leon Battista Alberti che la nozione di particulare hanno elaborato.
Adesso che il
flipper è andato in tilt è facile indicare nei politici gli unici responsabili
di tutto ciò. Anzi meno male che ci sono, ci liberano dall'obbligo di
riflettere su noi stessi! Che ci sia stato invece un rapporto speculare,
"antropologico", tra governanti e governati, tra cosiddetta
"società civile" (che si crede presuntuosamente superiore senza
esserlo) e "politica", è fatto incontrovertibile, anche se respinto dai più. I cittadini, indicando nei
politici gli unici responsabili del disastro, si chiamano fuori da ogni
responsabilità dimenticando che quella mano di politico che fino a poco tempo
fa baciavano alla ricerca di raccomandazioni per aggirare ogni regola è quella
stessa che adesso mordono di rabbia. Eppure basta guardarsi attorno: i furti
negli armadietti nei posti di lavoro non hanno mai cessato, anzi; gli incidenti
finti per lucrare sulle assicurazioni rischiano di mandare in default le
Compagnie che di fatto ormai hanno diviso il Paese in due Macroregioni
tariffarie (altro che Miglio!); i cari cittadini comuni, appena varcato al
mattino il cancello di casa con la propria automobile assumono le sembianze di
spietati pirati... senza dimenticare di lampeggiare agli altri pirati che
incrociano per segnalare le rare pattuglie di Polizia che i Comandi sono
riuscite a mettere in strada sottraendo gli agenti dal gravoso lavoro...
d'Ufficio! Questa è l'Italia segnalata da Dino Risi già nel 1963 nel film I Mostri e, credo, viva
e vegeta almeno fino alle soglie dell'abisso del novembre 2011. Continuerà per
quanto tempo ancora? E sarà solo compito della politica “rieducare” gli
italiani, o i cittadini vorranno metterci qualcosa di proprio? Maggiore
correttezza, probità, rispetto delle regole e obbedienza alle leggi per
esempio?
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