sabato 12 maggio 2012

Beppe Grillo ora si fa il marchio ...

Beppe Grillo ora si fa il marchio - ATTUALITA
siamo al partito-proprietà personale, come un marchio di gassose. La stessa cosa ha fatto Bossi con lo spadùn della Lega... Vi immaginate Bersani che registra il brand del PD e chiuso nella sua camera, al momento in cui qualcun altro gli contenderà la leadership, come può succedere in una struttura democratica, che mormora: "No, è mio, il marchio è mio, e guai a chi me lo tocca"....

Riprendiamo qualche brano da "Lettera43"

L'INCOERENZA DEL  CAPO. Tutto legale, per carità. Un po’ meno, però, sul piano della opportunità per un movimento il cui ispiratore si è sempre definito solo un megafono, uno strumento per dare visibilità alle istanze della società civile.
IL PRINCIPIO DEL TUTTI UGUALI. E la tiritera del tutti uguali? Bè, se il comico genovese fosse il proprietario del simbolo 5 stelle, finirebbe alle ortiche. Ma come, proprio Beppe Grillo che ha fatto della critica ai partiti leaderistici, Forza Italia e Lega in primis, una delle sue bandiere, alla fine si scopre un leader a tutti gli effetti? Non sarà che comincia a prenderci gusto con la politica?


IL TWEET TRADITORE. Ma qualcosa in più suffraga l'ipotesi che, in fondo in fondo, a Grillo la politica non faccia poi tanto schifo come dice. «A Comacchio il movimento 5 stelle supera il 30%, è il primo partito», ha twittato il comico il 7 maggio. Niente di strano, se non che per la prima volta, gli è scappata quella parola proibita e sempre detestata. Una voce dal senno fuggita: «Partito».

10 commenti:

  1. Il Movimento 5 Stelle (e gia' il nome e' una presa in giro) non mi ha mai ispirato molta fiducia.

    Basta leggere il programma, un mischiotto di cose pescate qua e la' senza nessuna logica e idea di insieme. Il fatto poi che sia di proprieta' di qualcuno non da nessuna garanzia su niente.

    http://www.beppegrillo.it/iniziative/movimentocinquestelle/Programma-Movimento-5-Stelle.pdf

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  2. Ma non credo che a lui interessi questo o quel programma, quanto piuttosto contrapporre da una parte il Salvatore (lui stesso) e dall'altra tutti i partiti indistintamente come sentina di ogni vizio. Questa solfa è vecchia. L'ha già cantata Berlusconi, per certi versi anche Di Pietro e anche la Lega a suo tempo. Sappiamo come è andata a finire. Io non mi strappo i capelli: se si presentano dei giovani che finalmente si appassionano alla politica, perché no? Certo che adesso se ne vedono pochi ai Consigli comunali, come uditori. Vuol dire che li vedremo come consiglieri comunali. Perché no? Il problema verrà dopo. Le scelte. Stare dentro l'euro? come pagare il debito? La politica non è solo finanziamento dei partiti sì o no, ma l'indicazione di un programma generale per tutto il Paese. Aspettiamoli con fiducia. Ben vengano...

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  3. Gia' l'anno scorso, Marco Bracconi, sul suo blog scriveva "A Beppe Grillo, che dice di voler cambiare la politica, qualcuno dovrebbe ricordare che il cambiamento senza responsabilità, in politica, si chiama cazzeggio. E che la differenza tra rivoluzionari e guastatori è talmente sottile da non poter essere tracciata a forza di battute. Nemmeno se fanno tanto ridere.".

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  4. E infine: anche chi dice di stare fuori dalla politica fa politica

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  5. Probabilmente tra qualche anno in uno sperduto cassetto della sede del movimento - posto in un vialone d'accesso di un'amena località di villeggiatura (non sulla supperstrada che da Milano porta a Como come per il movimento con lo spadone) - alla cui sommità brilleranno 5 stelle megagalattiche al neon stile Las Vegas .... verranno trovate lauree acquistate nello stato libero del banas firmate da un fantomatico Prof. Allen.
    Non ci vedo molta differenza tra quello che inneggiava ad una Repubblica della Padania (stato inesistente fondato da un opportunista anche se vorrei dire coglione ma non si può) e il movimento nato ora ai cui camndidati è anche proibito parlare alla radio o alla televisione. Perchè: perchè Grillo sa bene che non hanno argomenti, l'antipolitica va bene finchè si fanno i monologhi ma quando si tratta di rispondere ad idee su programmi, strategie e piani di sviluppo nessuno sa che dire .

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  6. Finalmente,adesso abbiamo capito da dove arriva la crisi che attanaglia il Paese: Beppe Grillo è il padrone del simbolo 5 stelle.
    Quale notizia così nefasta poteva capitarci? Bisogna porvi rimedio, altrimenti l'Italia, l'Europa e il pianeta intero ne subirà le estreme conseguenze.Diamoci da fare.

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  7. Sabino!!! Stai al tema: ti sembra credibile che uno registri un marchio "politico" al Ministero dello Sviluppo economico...? Suvvia, che c'entra la crisi: è ovvio sono stati i partiti a generarla, tutti i partiti, non i cittadini che li hanno votati, i partiti. E adesso viene Salvatore Grillo e ci salva tutti...Sperèm!

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  8. Caro Alfio,che un movimento o un partito che si presenta alle elezioni,si debba(credo)registrare da qualche parte è normale (una non notizia).Apprezzo la tua sincerità sui partiti.Apprezzo anche
    la tua speranza in un cambiamento,si chiami M5S o altro,non ha molta importanza.In fin dei conti è anche la stessa speranza di milioni di Cittadini.

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    1. Questo tuo commento lo trovo costruttivo a differenza di quelli che normalmente passano Grillo e M5S in tutte le loro risposte rabbiose.
      Offendendo tutto e tutti non si costruisce niente.
      Ci siamo stufati delle urla di molti (non tutti)politici ma Grillo fa lo stesso impedendo qualsiasi confronto.
      Ho letto nel suo blog alcuni titoli del programma che potrebbero essere condivisibili ma servirebbero idee più strutturate per metterli in pratica.
      Soprattutto una semplice domanda: con che fondi guarirebbero questa Società malata? Non bastano proclami ma controproposte fattibili.
      Per questo ritengo importante il confronto costruttivo. Inoltre a Grillo va ricordato che facciamo parte di un mondo globale che non può semplicemente ignorare.

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  9. Caro Sabino, io penso che cambiare si debba. Spero anche ardentemente che il PD si faccia promotore del cambiamento in direzione di una migliore politica negli interessi del Paese. Sono anche convinto, altrimenti non gli darei la mia fiducia, che attualmente il PD è la migliore opzione; resta comunque il fatto che non si possa tenere il PD fuori dalle scelte future. Questo è il mio auspicio.

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