domenica 27 maggio 2012

Il monologo di Massimo Cacciari

Cacciari è un intellettuale pressoché illeggibile quando "pensa" o scrive ex cathedra. Naturalmente per colpa mia e nonostante che io sia laureato in filosofia e lo legga (tento di leggerlo in verità) dai tempi del suo primissimo libro Metropolis  edito da Marsilio. Pensa in "tedesco" o in "greco" direttamente. Cime abissali per me. Tuttavia, abbandonato un immaginifico "operaismo" (id est, negli anni '70 erano tutti operaisti e proletari), è rifluito nell'ultimo ventennio su posizioni più terra-terra. Ma con un suo tratto personale: mentre gli estremisti di un tempo si distinguevano nell'avversare sempre e comunque il nemico storico (la sinistra parlamentare che nel frattempo cambiava tre volte nome) lui apriva linee di credito e forme di collaborazione con essa, ma sempre da posizioni eleganti, mai mettendo tutto il suo capitale intellettuale a servizio di essa. Diciamo che ne staccava qualche dividendo di volta in volta (i voti per essere eletto sindaco di Venezia) ma con fare stizzoso e malmostoso sempre e comunque. Se si dovessero allineare tutte le sua analisi dell'ultimo ventennio sulla situazione italiana (oltre alla sua cripto ammirazione per Bossi) non apprenderemmo altro che quello che c'è in atto: una crisi del sistema di rappresentanza in generale (il sistema dei partiti). Naturalmente si potrà dire sempre che la colpa è di chi (la sinistra parlamentare riformista, il PD) non ha saputo interpretare, arginare, proporre scenari diversi. E Cacciari è uno che spesso e volentieri avanza simile interpretazione.  Ma mai si potrà dire che l'evoluzione antropologica degli italiani  (in questo filmato Cacciari cita giustamente  l'opera capitale di Giacomo Leopardi, Discorso sugli italiani che fonda gli studi antropologici sui connazionali ) ha subìto aggravamenti (una involuzione in verità) tali che il riflesso in politica ne è stato esiziale e devastante? No, la colpa è sempre del PD che non ha saputo, non ha voluto proporre una valida alternativa ecc ecc e in questo caso qualcuno avanza anche sospetti di inciucio col nemico e si cita spesso e volentieri D'Alema. 
Invero, giunti al benessere anche grazie al vitalismo selvaggio  del vecchio anarco-individualismo (vedere i film della commedia all'italiana, basta per tutti il film "I mostri" di Dino Risi, 1963!) gli italiani  tutto hanno accettato (nani e ballerine) tranne che di essere regolati e amministrati da una sinistra riformista e responsabile giunta finalmente, dopo decenni di delirio di "marxismo immaginario", a proposte politiche minime e assennate: la spending review di Padoa-Schioppa, il fisco occhiuto di Vincenzo Visco, le lenzuolate liberalizzanti di Bersani, la saggia curatela del "parroco" Romano Prodi... E cosa faceva Cacciari in quegli anni? Amministrava assennatamente (dicono) e continuava a scrivere libri illeggibili come Dallo Steinhof...

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