venerdì 7 febbraio 2014

Segretario del PD, i lombardi decidono

Domenica 16 Febbraio si celebreranno le Primarie aperte per la scelta del futuro Segretario Regionale del Partito Democratico e della nuova Assemblea Regionale. Sul campo due autorevoli candidature.
Alessandro Alfieri, Capogruppo in Consiglio Regionale del Partito Democratico (http://www.varesepolitica.it/alfieri/) e Diana De Marchi, Consigliere Provinciale del Partito Democratico (www.dianademarchi.net).
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Hanno diritto di voto tutti gli elettori, gli iscritti e i simpatizzanti del partito Democratico, tutti i cittadini e le cittadini che, al momento del voto, dichiarino di riconoscersi nella proposta politica del Pd, di sostenerlo alle elezioni e accettino di essere registrati nell’Albo pubblico del elettrici e degli elettori. Possono votare tutti i cittadini residenti in Lombardia che abbiano compiuto il sedicesimo anno d’età. Gli elettori dovranno recarsi al Seggio con la Carta d’Identità e la Tessera Elettorale.

Ogni elettore, per poter esprimere il proprio voto, versa la quota di 2 euro che serve per coprire le spese organizzative delle Primarie e il denaro raccolto rimarrà interamente ai territori, ai circoli e alle Federazioni Provinciali. Gli iscritti al Partito Democratico in regola con il tesseramento 2013 sono esonerati dal contributo di 2 euro e sono automaticamente iscritti all’Albo delle elettrici e degli elettori.
Il voto si esprime tracciando un unico segno su una delle liste di candidati all’Assemblea Regionale, i membri dell’Assemblea Regionale sono eletti negli stessi Collegi istituiti e deliberati per l’elezione dei componenti l’Assemblea Nazionale del 8 Dicembre 2013.
A Cassina de’ Pecchi allestiremo un unico seggio al terzo piano della Cooperativa “La Speranza”. Si vota dalle ore 10.00 alle ore 12.00 e dalle ore 17.00 alle ore 19.00.
E’ importante sapere che il 12/02 alle ore 21.00 presso la “Casa della Cultura” in Via Borgogna 3 a Milano ci sarà un confronto pubblico tra i due candidati.
Alcune informazioni.
Diana De Marchi: Mai più lontani #conDiana Nata a Milano nel 1959, è docente di tedesco e italiano per stranieri e dal 2005 insegna presso la scuola media statale sperimentale Rinascita – A. Livi di Milano e tiene corsi di italiano per donne straniere. Nel 2006 è eletta consigliera in Zona 7 a Milano occupandosi di scuola, cultura, integrazione, questione di genere, oltre che di una riqualificazione del territorio che passi attraverso processi non solo urbanistici, ma anche sociali. Ha partecipato attivamente alla nascita del Partito Democratico, venendo eletta nella prima Assemblea nazionale del partito. Dal 2008 è coordinatrice del circolo PD Pio La Torre – San Siro e fa parte della Direzione del PD Metropolitano milanese. Dal 2010 è sempre Consigliera provinciale a Milano, dove continua a occuparsi di servizi pubblici, sicurezza, cultura, integrazione e questioni di genere. In Consiglio provinciale si è battuta per: – Diritto allo studio e un’edilizia scolastica efficiente e sicura, anche a fianco degli studenti con disabilità; il progetto “Scuole aperte” per aprire i locali delle scuole pubbliche al territorio. – Interventi sulle politiche sociali e azioni per persone private della libertà. – Sostenere il finanziamento dei centri anti violenza le donne maltrattate. – I lavoratori e le lavoratrici che hanno perso il posto di lavoro. – Trasparenza nei cda e presenza di donne nei cda delle partecipate. – Frenare il consumo di suolo e tutelare i nostri parchi, ripensando all’organizzazione agricola dei territori urbanizzati.

LE RAGIONI DELLA CANDIDATURA E’ passato solamente un anno dalle elezioni regionali lombarde. Un anno che sembra un ventennio, dato che il modello lombardo è rimasto esattamente lo stesso. Modello formigoniano e maroniano, a
prima vista differenti, eppure del tutto simili nella sostanza delle scelte. Modello al quale non siamo stati capaci di contrapporre la nostra idea di Lombardia, appiattendoci su una responsabilità istituzionale che ci ha fatto perdere incisività nell’azione politica. Siamo rimasti troppo a lungo nel Palazzo, mentre il nostro elettorato chiedeva cambiamenti radicali nelle politiche del lavoro e della formazione, sulle questioni ambientali, sull’estensione dei diritti a tutti, con formula piena. Abbiamo bisogno di recuperare questa distanza, abbiamo bisogno di un Partito Democratico aperto, capace di relazionarsi con tutte le realtà istituzionali ma soprattutto capace di parlare a tutte le province della nostra Regione, che si faccia promotore di grandi campagne di mobilitazione, per disegnare il cambiamento possibile. Per scriverle: dianaademarchi@gmail.com

Alessandro Alfieri: #Lombardia2018 Nato a Varese nel 1972, si è laureato in Economia alla Bocconi e, dopo aver vinto il concorso in Diplomazia, ha lavorato al Ministero degli Affari Esteri, a Roma e nel mondo (Medio Oriente, Balcani e Corno d’Africa). Nel 2002 è stato candidato Sindaco a Varese e per quattro anni ha coordinato l’Ulivo della città. Per la provincia di Milano è stato Responsabile per le Relazioni internazionali, seguendo la promozione all’estero della candidatura di Milano all’Expo del 2015. Con la nascita del Partito Democratico è diventato vicesegretario in Lombardia e nel 2010 è stato eletto Consigliere regionale. Nel 2013 ha assunto l’incarico di Capogruppo al Pirellone e nel giugno dello stesso anno la Direzione regionale del partito gli ha affidato l’incarico di coordinatore politico. Vive a Varese con la moglie Raffaella e la loro bambina Asia.

LE RAGIONI DELLA CANDIDATURA Il Partito Democratico lombardo si pone l’obiettivo ambizioso di vincere le prossime elezioni regionali. E per poterlo fare dobbiamo prendere atto anche degli errori commessi in passato. Nello scorso febbraio abbiamo perso una grande occasione. Non siamo riusciti a capitalizzare la fine, a tratti drammatica, dell’era Formigoni. Un’agonia oscura, piena di ombre e inchieste che hanno minato la credibilità dell’istituzione regionale, per anni orgoglio dei lombardi. Senza dubbio la scelta dell’election day ci ha penalizzato, ma è altrettanto vero che i tempi stretti per la scelta del candidato e della sua squadra ci hanno reso più difficile convincere gli elettori. Soprattutto quelli che mai ci avevano votato. Nelle comunità più piccole e nelle aree periferiche, dove i messaggi di cambiamento vengono recepiti più lentamente, abbiamo ottenuto i risultati più deludenti, allargando ulteriormente la forbice del consenso rispetto all’area milanese e ai capoluoghi di provincia. Ciononostante, in questi anni è cresciuta una nuova classe dirigente che si è formata assumendosi responsabilità nelle amministrazioni locali e nel partito. E oggi, forti di queste esperienze e consapevoli delle difficoltà incontrate, intendiamo candidarci alla guida del Partito Democratico lombardo. Con il compito principale di costruire per tempo un progetto vincente. Aperto alla grande ricchezza dei movimenti civici lombardi, ma senza per questo rinunciare alla centralità del Partito Democratico. Nelle persone e nelle idee.

2 commenti:

  1. Le Primarie sono uno strumento utile e prezioso, da impiegare in poche e significative occasioni (per le cariche di sindaco, presidente di regione, premier o segretario nazionale), abusarne ad ogni piè sospinto, come ora per la carica di segretario regionale del Pd, secondo me porterà alla disaffezione, come già sperimentato per i referendum, che raramente superano ormai il quorum. Queste forme di democrazia diretta, vanno bene in alcuni ambiti e in determinati momenti, ma non vanno mai generalizzate. Vedo invece funzionali le primarie per i candidati di collegio alle elezioni politiche generali, sempre che la legge di riforma non si impantani in Parlamento per veti contrapposti e logiche di corrente.

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  2. Concordo con te Marino, in pieno. Penso che queste Primarie (per l'elezione del Segretario Regionale) di cui tra l'altro si è parlato pochissimo, saranno un gran bel buco nell'acqua. Per lo meno, noi a Cassina, diamo un bel segnale, partecipiamo.

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