Storia n.1
Una autrice e conduttrice di punta delle reti Mediaset di grande successo popolare legato a talk show, talent show e storie-personali-show - intervistata da Fabio Fazio domenica scorsa - dichiarava che tra i suoi primi lavori (sic!), dopo la laurea in giurisprudenza conseguita a Pavia col massimo dei voti, c’era stato quello di redigere, per circa due anni, tesi di laurea a pagamento (vendere è una brutta parola…) per studenti bisognosi di concludere.
La presentatrice lo affermava con l’aria furbetta e soddisfatta del liceale che passa i compiti a mezza classe, sentendosi il più bravo e sgamato di tutti…
Very normal show… nel cuore del “Nord”, non a Tirana o in altri paesi dove sbarcare il lunario con soluzioni disinvolte è appunto la norma.
Naturalmente, a parte un lieve imbarazzo di Fazio, nessuno si è scandalizzato: via… siamo persone di mondo, mondo televisivo, mondo mediaset: chi non ha mai fatto il furbo non può pensare di fare scuola e si guarderà bene dal lanciare la prima pietra.
A fine anno le viene richiesto,
in occasione degli esami di maturità, di svolgere dietro ricompensa dei temi - i cui titoli erano stranamente noti, anche se
non c’era ancora internet… - per alunni
della detta scuola presenti come candidati.
La persona in questione si è rifiutata, ha
invitato la disinvolta dirigente a rivolgersi a qualcun altro e si è presa una
dose di insulti mentre usciva a testa alta dalla porta.
Durante le vacanze estive un
trafiletto del Corriere milanese informava che la scuola parificata, lautamente
pagata da molti studiosi figli di papà, veniva chiusa e la dirigente era agli
arresti.
La studentessa/insegnante in questione non ha
mai considerato la sua una scelta di cui vantarsi: semplicemente non avrebbe mai potuto chiamare lavoro prestarsi per chi vuole conseguire
titoli di studio, fregando gli altri studenti che conseguivano gli stessi con il merito del
proprio impegno.
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