martedì 29 maggio 2012

Un marciapiedi lungo 17 anni

Riceviamo e pubblichiamo

Nel secolo scorso, dell'anno 1996, alcuni abitanti della zona di via Don Verderio, raccolgono circa 70 firme e le consegnano all'amministrazione comunale. La richiesta consiste nella realizzazione di una pista ciclo-pedonale o marciapiede, che unirebbe fisicamente via Don Verderio con Via Cardinal Ferrari (statale 11). La richiesta è composta da due ragioni: 1) quella di permettere ai cittadini di percorrere quel tratto a piedi o in bici in sicurezza; 2) quella igienica, ovvero per coprire la roggia e fare una pista ciclo-pedonale o marciapiede. Da quella roggia a cielo aperto fuoriescono anche topi che talvolta, gli abitanti di quella zona, hanno trovato nelle proprie cantine o sui balconi. Non succede niente, nessuna risposta. Nel 2001 inviamo al Comune una lettera di sollecito e riceviamo risposta dopo 1 anno e 2 mesi a firma del Sindaco Giovanni Mele e dall'Assessore ai LL.PP Roberto Bertolotti. Quest'ultima ci assicurava che l'opera doveva essere approvata e realizzata. Ma non se ne è saputo più nulla.
Visualizzazione ingrandita della mappa

 Nel luglio 2007 nasce il “Comitato per la sicurezza stradale e igienica”, il quale intraprende alcune iniziative: coinvolgimento del Difensore Civico di Cassina, del Prefetto di Milano, dell'Asl di Cernusco. Inoltre, molti articoli di denuncia sono stati pubblicati sulla “Gazzetta della Martesana”. Malgrado le risposte accomodanti del Prefetto, il silenzio da parte di tutti gli altri è assordante. Allora si decide di interpellare le “forze politiche” cittadine. Una lettera per spiegare le nostre ragioni, protocollata il 02/07/2007 e cioè la costruzione del famoso marciapiede, è stata indirizzata a tutti i gruppi consiliari. Ma non succede niente. Veniamo semplicemente ignorati. Tutti muti, tutti affaccendati alle loro faccende. I nostri timpani rischiano di scoppiare. Il 25/02/08 nel piano triennale dei LL.PP il CC con Sindaco Simona Ginzaglio e con Assessore ai LL.PP Paolo Pagani, viene deliberata la realizzazione del nostro marciapiede, anche questa volta non eseguita. Sempre in quel CC viene deliberata la costruzione di una ciclabile intercomunale Cassina-Vignate. Ciclabile che nessuno ha chiesto, né tanto meno se ne sentiva il bisogno. Incredibilmente però, quest'ultima, a differenza dell'altra, viene realizzata in un batter di ciglia, smentendo clamorosamente i detrattori e a chi dice che la “politica” è lenta e farraginosa. Trattasi di uno sterrato senza il tipico tappetino delle ciclabili, lungo 860 mt. con 54 lampioni, 1 steccato di legno di 174 mt., una scala ricavata sul ponte che porta all”Acquario” con annessi 20 gradini. I 54 lampioni di notte rimangono accesi, togliendo il sonno alle lucertole e illuminando il campo di pannocchie circostante, assieme a qualche lattuga selvatica. Un grande spreco di energia elettrica e di Soldi Pubblici. Il transito di ciclisti e/o pedoni su quella mulattiera è molto scarso, non solo di notte, ma anche in pieno giorno. Nel frattempo però, la giunta Ginzaglio si frantuma e vanno tutti a casa. Arriva il Commissario Prefettizio Donatella Cera, la quale approva il bilancio insieme al nostro marciapiede. Ma, ancora una volta, non viene realizzato. Si va alle elezioni e il centro destra le vince. Nell'ottobre 2009 una delegazione del “Comitato” viene ricevuta dal Sindaco Claudio d'Amico e dal suo vice Guido Parati. Ci viene assicurato che nel 2010 la ciclabile-marciapiede si farà e che la stessa sarà prolungata sino a Vicolo Fiorita. Il 09/04/2010 in CC viene approvata la realizzazione della pista ma viene prontamente annullata qualche mese dopo. Perchè? Perchè quella amministrazione aveva deciso di realizzare il famoso tunnel e quindi il marciapiede non aveva ragion d'essere. Fra 17 anni non è da escludere che qualche nuovo Sindaco dica: “quel marciapiede si farà quando l'umanità del pianeta terraqueo avrà scoperto l'ultimo pianeta dell'ultima galassia.” Perchè tutto questo? Come è potuto accadere? Le ipotesi sono 2: 1) incapacità manifesta (gli incapaci non devono governare neanche un pagliaio ma essere accuditi); 2) qualcosa o qualcuno lo ha impedito (dimostrazione che non si amministra per i cittadini ma per un qualcosa o un qualcuno). In tutte e 2 le ipotesi rimane una cosa gravissima: la “classe politica” cittadina deve procurarsi delle scatole di cartone vuote, recuperare le loro poche cose e andare tutti a casa. Se non lo faranno, vuol dire che lo faranno, prima o poi, gli stessi elettori. Che siano travestiti da Grilli o Passerotti o Scoiattoli non ha nessuna importanza. Personalmente, ai “politici” cassinesi faccio un regalo, un'immagine: un marciapiede lungo 505 mt. con i suoi 17 anni che non dimostra di avere, per il semplice motivo che quel marciapiede NON ESISTE.
 Sabino Petilli

9 commenti:

  1. Il tema e' sicuramente interessante e piu' volte e' stato oggetto di discussione anche se, visto il risultato, sembra che tutto cio' non sia servito a niente.

    Sono da tenere presenti 3 questioni:

    1) Le opere pubbliche si fanno solo se ci sono i finanziamenti per farle. Ad esempio la pista ciclabile che collega Cassina con Vignate e' stata finanziata in parte dalla Provincia di Milano e quindi e' stata fatta.

    2) Le opere pubbliche si fanno se i finanziamenti ad esse assegnati arrivano nelle casse comunali. Ad esempio la Giunta Ginzaglio ha inserito la realizzazione della pista ciclabile in oggetto nel ATU della MABATER (azienda in Via Don Verderio), trasformazioni urbanistica che non e' ancora avvenuta.

    3) Le opere pubbliche si fanno solo se non ci sono impedimenti tali da bloccarle. Ad esempio per realizzare la pista coclabile in oggetto e' necessario trovare un accordo con alcuni privati che posseggono parte dell'area su cui dovrebbe essere realizzata la pista ciclabile. La Giunta Ginzaglio aveva cercato la mediazione, ma il "prezzo" era troppo alto. L'unica alternativa era l'esproprio con i tempi e i costi che puo' immaginare.

    Detto questo lei puo' rimanere della sua opinione sui politici, ma come il recente avvicendamento dimostra, non e' detto che il cambiamento significhi per forza cambiamento in meglio, no?

    RispondiElimina
  2. PER COMPLETEZZA D'INFORMAZIONE
    08/01/2003,viene per la prima volta approvato il progetto della ciclo e/o marciapiede e per la prima volta non realizzato.
    La giunta era così composta:
    sindaco MELE GIOVANNI
    vice sindaco CANAVERO ALFREDO
    assessori ATTANASIO MAURIZIO, BELLINATO ALESSANDRO, BERTOLOTTI ROBERTO, GINZAGLIO SIMONA, MODICA BITTOLDO IGNAZIO,RIBONI ENRICO.

    RispondiElimina
  3. Ascolta Sabino: secondo te non hanno voluto o non hanno potuto? Cerco di capire: sembrerebbe, a leggerti, che non ci sia stata volontà politica. Ma da questa tua precisazione e da quelle di Marcello sembrerebbe invece che le giunte Mele-Ginzaglio l'abbiano espressa questa volontà. Nonostante questo la pista non è stata fatta. Per quale ragione? Per insipienza, per interesse, per svogliatezza, per incapacità, per malafede...? Dicci con precisione: non qual è la tua impressione, ma la tua informazione certa o la tua deduzione assistita da un minimo di logica sulla mancata realizzazione. E' meglio che questa vicenda venga chiarita una volta per tutte, altrimenti diventa la croce alla quale vengono affissi tutti i "politici" di Cassina, a turno e indistintamente come sempre, sia quelli che hanno voluto e non hanno potuto e quelli che menefreghisticamente non hanno semplicemente voluto...

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Caro Alfio,le mie impressioni sono tutte lì,in quell'articolo che tu gentilmente hai pubblicato.Le responsabilità e i motivi di questo piccolo scandalo,bisogna chiederle a tutti coloro che nei diversi momenti hanno trattato il caso.Una cosa però posso dire:la vicenda è e rimane sconcertante.Come è possibile che un'opera viene approvata per ben 5 volte e altrettante volte non viene eseguita?Non solo il sottoscritto ma tutti i Cittadini di Cassina hanno diritto di sapere cosa effettivamente sia successo.Siamo in attesa che qualcuno ce lo spieghi.Spero di non aspettare altri 17 anni.

      Elimina
  4. Ma una risposta c'è ed è netta: "Le opere pubbliche si fanno solo se ci sono i finanziamenti per farle". E una risposta o è ancora uno scandalo? (uso giornalistico e amplificato di un termine, su cui molti, anche nel nostro comune, hanno avviato una carriera politica). Oppure ancora: "Chissà cosa c'è sotto"? Oppure: "Io cittadino ho espresso un desiderio/bisogno e loro i perfidi politici non hanno voluto, no, non hanno 'potuto', ma proprio voluto". Per piacere: siamo realistici. Vogliamo uscire da queste logiche di cittadini umiliati e offesi da un lato e di politici elusivi dall'altro... ? Un suggerimento: fonda una tua lista politica per le prossime elezioni. Programma:a) la cacciata di tutti i politici fannulloni di Cassina; b) la pista ciclabile don Verderio/card. Ferrari; c)boh, vedi te..

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Se non c'è la copertura finanziaria per le opere pubbliche, allora non le devi neanche deliberare.Se esse vengono deliberate ,ben sapendo che non verranno mai realizzate, perchè mancano i soldi, diventa una presa in giro,o propaganda da pochi spiccioli.Senza considerare il tempo e le risorse che vengono spese inutilmente,deliberandole.Secondo il tuo ragionamento ci vorrebbero 13 mila partiti a Cassina.Si, perchè ogni Cittadino ha le sue esigenze(giuste o sbagliate che siano)quindi per ottenerle si deve creare un proprio partito.Anzi,io direi di portarci avanti col lavoro.Fondiamo subito 14 mila partiti,cosi per quelli che devono ancora nascere sono già belli e pronti.

      Elimina
  5. Sabino la tua logica è totalmente rovesciata. Se non ci sono i soldi non bisognava neanche deliberarla?! E se non la deliberavi nemmeno come facevi a finanziarla? E chi ti avrebbe sentito poi? Ti posso dare un suggerimento... da filosofo? Applica quello che in logica si chiama "modus tollens" (c'è anche il "modus ponens" ovviamente). Parti dalla ipotesi più semplice. a) c'erano i soldi? No: NON c'erano. La questione è tolta. Se sì (c'erano i soldi o si potevano trovare, volendolo), passa alla seconda ipotesi, scandalo, complotto, "chissà-cosa-c'è-sotto", ecc ecc Ad ogni passaggio che fai il punteggio della credibilità del tuo ragionare, sappilo, si fa sempre più basso, cioè inverosimile...

    RispondiElimina
  6. Va bene,allora diciamo che per 5 volte si è deliberato e per tutte e 5 le volte non c'era copertura,però se non deliberavi non potevi finanziarla e per finanziarla dovevi deliberare salvo poi accorgerti per l'ennesima volta che non c'era copertura.Si ha la coscienza a posto ragionando in questo modo?Penso proprio di no.Si dice:sbagliare è umano perseverare è diabolico.E' proprio quello che è stato fatto.Si sta parlando di sindaci, di vice, di assessori, di consiglieri comunali,non il primo che passa per strada.Di Cittadini che altri Cittadini hanno posto in loro, fiducia e speranze,non stiamo parlando di una gara a briscola.D'altra parte non esiste dottore che ti ordina,che nella vita,di fare il sindaco o il vice o l'assessore o il consigliere comunale.Se ne può fare benissimo a meno,tanto più se,poniamo il caso, non si è all'altezza.In quanto ai tuoi studi altissimi e alle tue dotte citazioni,non spostano di un solo millimetro quanto da me affermato.Ripeto,se vuoi sapere come sono andate effettivamente le cose,ti devi rivolgere a chi quelle cose le ha trattate e decise, non a chi le ha subite.Credo che per un laureato come te non può essere difficile da comprendere.Per quando riguarda il "cosa-c'è-sotto"io non lo mai detto,anzi volevo saperlo anch'io cosa c'era sotto(scritto in un'altro articolo)ma non ho, garbatamente, ricevuto una seppur risicata risposta.

    RispondiElimina

Questo blog non è moderato. Si raccomanda perciò un'adozione civile di modi e di toni.