domenica 3 febbraio 2013

Una scuola non indifferente

Non è affatto indifferente andare a scuola in un edificio piuttosto che in uno diverso, con aule in un certo modo piuttosto che in un altro, andarci teletrasportati in macchina piuttosto che camminando o pedalando lungo un percorso con un paesaggio osservabile.


Ogni paese ha una propria personalità. E il nostro? Come rammentano le piastrelle affisse in vari punti di Cassina de’ Pecchi, il nostro Comune nel 1999 ha ricevuto il riconoscimento di "Città sostenibile delle bambine e dei bambini, relativamente ai comuni con popolazione inferiore a 50.000 abitanti.


Dobbiamo tenere ben presente che l’ambiente urbano e l’ambiente scuola che noi offriamo ai piccoli cittadini influisce sulla loro crescita, sulla loro predisposizione alla responsabilità e alla solidarietà piuttosto che al bullismo e ai vandalismi; influisce dunque sul futuro della società stessa e sulla sicurezza e qualità di vita di chi abita il territorio.


Di fronte all’idea di scuola, sia pure ancora vaga, che emerge dal Pgt proposto e adottato dalla Amministrazione attuale, viene da chiedersi:


Ø  ha senso concentrare in un mega-polo scuola primaria e secondaria, demolendo totalmente gli edifici attuali?


Ø  Siamo in grado di valutare l’impatto sui bambini delle nostre offerte culturali, ricreative, di istruzione?


La pianificazione urbana non può sottrarsi  al riconoscimento dei bisogni sociali, sportivi e scolastici dello sviluppo dei bambini e dei giovani e di come favorire l’integrazione delle varie esperienze.


Tutto questo per dire che esistono dei criteri che dobbiamo tenere presenti quando pianifichiamo strutture sportive o scolastiche destinate ai più giovani:


o   Il primo, in ordine anche di importanza, è il criterio pedagogico cardine: al centro c’è il bambino, l’alunno. Questo taglia la testa a qualunque altra motivazione di comodità, di estetica o altro. E per il bambino “piccolo è bello”. All’estero ci sono paesi dove fanno il banco dei negozi basso per permettere ai bambini di andare a fare la spesa ed essere visti e serviti senza problemi …


o   In quest’ottica ogni ciclo scolastico si identifica con un edificio con una sua fisionomia specifica;


o   Il criterio dell’educazione all’autonomia nella mobilità e dell’educazione a una mobilità sostenibile, come lo sviluppo dei percorsi ciclo pedonali e il progetto Pedibus perseguono, privilegia centri scolastici decentrati, raggiungibili da più parti;


o   Da ultimo, non per importanza, il criterio urbanistico conservativo che oggi ovunque consiglia di fare manutenzione dell’esistente già funzionante e funzionale, sia pure non esente da difetti.


Le città invisibili di Italo Calvino esistono solo nell’immaginazione di Marco Polo che con la sua narrazione può creare mondi, ma non può distruggere l’inferno dei viventi: per combatterlo, come si può leggere nell’ultima pagina del romanzo, non si può far altro che valorizzare quello che inferno non è.


                                                                                                                 Franca Marchesi, 1 febbraio 2013

2 commenti:

  1. Mi sembra che i criteri di cui tu parli, scontati e logici per tutti quelli che hanno a cuore la vivibilità di una città e il suo saper essere a "misura di bambino", sono stati completamente dimenticati dai nostri amministratori e dai partiti che li sostengono. Non ci rimane altro da fare che sperare in un dolce ma determinato sollevamento popolare.

    RispondiElimina
  2. Basterebbe leggere con il "cuore" quanto scritto da Franca per far cadere tutto il "castello" del Piano di Governo del Territorio della Giunta targata D'Amico !

    RispondiElimina

Questo blog non è moderato. Si raccomanda perciò un'adozione civile di modi e di toni.