Per grandi personaggi è stato più volte usato il detto popolare "Dio ce l'ha dato, e guai chi lo tocca". Di Giorgio Napoletano, oggi, si può e si deve dire: "La nemesi storica ce l'ha dato e guai chi lo tocca".
Sì, perché la storia politica dell'esponente comunista è stata quella del marginale in un partito che non ne voleva sapere di espliciti orizzonti riformatori propri di quella sinistra occidentale che di volta in volta ha preso le forme del socialismo umanitario, della socialdemocrazia e della democrazia radicale.
E così oggi, nella disgregazione delle buone tradizioni politico-culturali di sinistra, destra e centro, la storia si è presa la rivincita esercitando una vera e propria nemesi attraverso la persona del presidente della Repubblica.
È lui, e quasi solo lui - come si sa - che tiene in mano i giochi del Paese. Quello della democrazia parlamentare ma anche i destini delle maggiori forze politiche, il Pd, il Pdl e Sc, ridotti a meri esecutori - volenti o nolenti - di un'insostituibile visione dell'equilibrio nazionale e internazionale.
La nemesi, questa volta, non si è presentata come vendetta dal ghigno malefico ma sotto forma del grande saggio alieno dalle fumisterie ideologiche e di potere e restio a invocare astratti valori, ma saldamente ancorato allo sperimentalismo politico che ha fondamento nella logica razionale dell'azione.
Tutti hanno dovuto abbozzare. I democratici hanno dovuto rinfoderare le velleità d'antan; i berlusconiani hanno dovuto mettere da parte gli sproloqui e ritirare gli artigli; i centristi si sono dovuti acconciare al nuovo clima.
Questa volta possiamo anche dire di Napolitano "Dio ce l'ha dato e guai chi lo tocca".
Massimo Teodori per Huffington Post di oggi
^^^^^^"La nemesi, questa volta, non si è presentata come vendetta dal ghigno malefico ma sotto forma del grande saggio alieno dalle fumisterie ideologiche e di potere e restio a invocare astratti valori, ma saldamente ancorato allo sperimentalismo politico che ha fondamento nella logica razionale dell'azione".
Come dare torto a Massimo Teodori? Significativo è che il tributo provenga da un sincero e arcigno liberale (merce rara nel nostro Paese di marxismi e liberalismi "immaginari", ricordiamolo). Il punto della questione è la paretiana logica razionale, lo sperimentalismo dell'agire politico, e la necessaria e conseguente spregiudicatezza (rispetto agli schieramenti contrapposti) che altro non è che il cartesiano "buon senso" (con queste due parole inizia il "Discorso sul metodo" titolo sotto il quale dovrebbe essere iscritta tutta l'azione politica di Giorgio Napolitano). Io detesto Berlusconi, ho a malapena sopportato Letta e la nascita del suo governo, ma a Napolitano, a volte a denti stretti e con molti mal di pancia, riconosco la lungimiranza, il sincero amore per il Paese, la cura ostinata del bene collettivo. Dovremmo fare tutti esercizi quotidiani di normalità e buon senso e chiederci ogni volta che esprimiamo un'opinione politica: "Qual è il bene del Paese?". In secondo luogo non è disdicevole ricordare che Napolitano non è un marziano, viene dal PCI e che a ben vedere c'è nella sua azione politica un togliattiano (e nenniano) senso della politique politicienne, della spregiudicatezza del Migliore (accettazione del Concordato con la Chiesa, amnistia ai fascisti ecc) e quant'altro. Personalmente sono più intransigente e più umorale: infatti non sono un politico...
Sentenza 1° di giudizio per B. condannato! Non può essere, bisogna aspettare il 2° di giudizio
RispondiEliminaSentenza 2° per B. condannato! Non può essere, bisogna aspettare il 3° di giudizio
Sentenza 3° per B. condannato! Non può essere, bisogna aspettare la Grazia
La Grazia no!
Allora voglio il salvacondotto
No, il salvacondotto no!
Allora voglio la 'agibilità politica'
No. la 'agibilità politica' no!
Allora voglio il 4° di giudizio con giudici di area politica
No, il 4° di giudizio no!
Allora cominciamo da capo, voglio:
1° di giudizio
2°di giudizio
3°di giudizio
La Grazia
il salvacondotto
agibilità politica
4° grado di giudizio
COLPEVOLE!
Non vale cominciamo da capo, voglio:
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......
...
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Qui però occorre chiarire un paradosso: col quasi novantenne Napolitano -che Alfio assimila al Migliore di passata memoria - stiamo entrando nella terza repubblica, quella del presidenzialismo, cioè di un Presidente che tira le fila di una politica ormai sfuggita di mano ai soggetti tradizionali -che sono i partiti - e allora non si vede che cosa ci stiano a fare questi, oppure siamo all'epilogo della seconda repubblica assistiamo al funerale dei partiti così come li abbiamo concepiti fino ad oggi e le esequie le sta celebrando il Presidente Napolitano? Oppure c'è una strana combinazione tra i due fatti, ma con lo stesso risultato: terza repubblica presidenziale e partiti modello comitati elettorali. Non c'è da meravigliarsi che questo passaggio, che innova a fondo (per qualcuno la stravolge) la Costituzione scritta avvenga sotto l'egida di un ex-comunista, in fondo Togliatti, che si temprò nel perseguitare i 'nemici del popolo' al servizio di Stalin, dopo la guerra -come ricorda Alfio- concesse l'amnistia ai fascisti ed avvallò il Concordato che Mussolini aveva sottoscritto con il Vaticano; oggi c'è un Partito Comunista che benedice il mercato più selvaggio, sempre in nome s'intende del popolo lavoratore (Cina). La cosa non mi meraviglia più di tanto, potrebbe aprirsi una stagione politica interessante con la fine dei partiti-chiesa.
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