martedì 27 agosto 2013

Delle citazioni e del tirarsela

Dopo 2500 anni che ci separano dal nostro maestro amatissimo  Socrate, e di discendente civiltà umanistica, è raro filare  un pensiero che non sia già stato toccato da altri. Spesso dietro molti pensieri “originali” non ci sono perciò che delle fonti  occultate o abilmente contraffatte, dei microfurti intellettuali. Io preferisco perciò citare chi ha pensato prima e meglio di me. Lo ritengo  un atto di onestà intellettuale  ma anche di umiltà:  è l’unicuique suum tribuere. Il dare a ciascuno il suo. Ma ciò si scontra con un comune sentire nel nostro Paese acrimonioso e stizzoso,  ché  se   appena ti azzardi a citare qualcuno che non sia nel sussidiario di Quinta, senti il mugugno e il rimprovero:  “Come sfoggia!”. Spesso ironicamente rispondo che sfoggiare mi sembra un po’ poco,  che una provincia pugliese non mi basta, e infatti, sbaro, staranto e sbrindiso… e baroccheggio talora come un leccese,  altroché sfoggiare… E poi ricordo la battuta di Alberto Arbasino che, da rutilante citazionista e mio Venerato Maestro, commentava a un dipresso: “ Chi cita tutti i  22 giocatori della partita di calcio avvenuta cinquant'anni fa, in Italia è spesso ammirato e incoraggiato, ma che bravo, ma che cultura!, continui così, la prego! Non appena lo si fa per i tutti I i giocatori della partita del sapere scattano subito le censure e le mozioni d’ordine, eh no, qui si sfoggia”…  

Stiamo qui a discutere, e ciò che conta sono solo le idee non le persone, purché le idee siano chiaramente delineate e ragionevolmente dibattute, e non ripetano le parole d’ordine delle opposte tifoserie (Il giornale, Libero da una parte e Il fatto quotidiano o Repubblica dall’altra) sulla scorta anche di un minimo di letture adulte, qualche saggio, qualche romanzo, non cose dell’altro mondo.  Ci sono le persone illetterate, volgarmente chiamate ignoranti (ho avuto parenti  totalmente analfabeti e mi commuovo solo a pensarci) e non puoi fare loro una colpa della loro mancata istruzione, purché non ne menino vanto e a condizione di non pretendere che il mondo si restringa al loro lessico risicato, alla loro sintassi zoppicante, che fa tanto spontaneità e semplicità e invece è semplicemente incapacità di andare al di là del proprio naso o addirittura orgoglio di non sapere (Celentano e il re degli ignoranti).

Ma cosa fare con le persone che hanno leggiucchiato qualche libro, che hanno avuto modo di accedere al sapere e tuttavia  sono ferme a concetti  piccoli piccoli, a luoghi comuni, a idee fisse e fesse, a piccoli slogan oppure a idee  totalmente ricevute che non hanno nulla di autonoma elaborazione intellettuale (tanto personale e concreta quanto  universale e astratta, ossia valevole per sé e per gli altri) ma nascondono solo malanimi o malesseri individuali (la nostra destra italiana pullula di queste persone tanto ignoranti quanto biliose) e che confondono tutto, le minchie coi  padrenostri, ebbene, con queste persone che si deve fare? Io resisto fin che posso con il mio istinto pedagogico (pur non essendo insegnante), tiro la volata ai  libri, sbozzo idee, incoraggio ad una più alta e consapevole elaborazione intellettuale, indietreggio con ironia e sarcasmo (per me ultima Thule direbbe qualcuno che non cito), ma poi difronte alle furenti ossessioni personali  agli stati d’animo esulcerati  o alle rabbie inconsulte,  alle idee razzenti,  agli scatti  biliosi che esprimono  inquietudini private nonostante il benessere (ho davanti il lettore tipo de Il Giornale ma ognuno può vederci altri lettori di giornali), davanti a individui simili, che fare?
Boh! Quasi quasi mi faccio uno shampoo… per intanto, e poi dentro di me penso: "Che fortuna che non siamo in guerra. Sono sicuro che sarei trascinato al muro e passato per le armi solo perché detesto Travaglio e non chiamo Berlusconi il Caimano e non mi abbandono ad epiteti ingiuriosi verso i miei avversari politici (che non cessano per questo di essere avversari) come ci ha abituati Grillo & C. Da dove questa violenza verbale?, e siamo sicuri che chi urla di più abbia ragione? Rifaccio un altro shampoo... citando ancora  qualcuno, ma senza dirne il nome ...

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