Mi sono
iscritto al Partito Democratico nel 2015, ho rinnovato la tessera
anche per il 2017, l’anno del Congresso. L’ho fatto perché
condivido i principi e i valori che ne sono a fondamento, condivido
il programma con il quale si è presentato alle ultime elezioni
politiche, condivido l’azione di governo fin qui svolta, ho letto e
sottoscritto lo Statuto e il Codice etico. Sono convinto che poteva
fare di più, che poteva fare di meglio, e su alcune questioni ho
opinioni diverse, ciò nondimeno sono consapevole della difficoltà
che si incontrano ogni qual volta si prova a cambiare qualcosa in
questo paese complicato. Tutto ciò dovrebbe spingerci – noi
iscritti, perlomeno – a fare di più e di meglio. Vedo invece che
c’è una parte che rema contro, e non ora, ma dall’inizio. Che
non accetta le regole democratiche che ci siamo date, che dicono che
tutti hanno libertà di dire la propria e che dopo aver provato a
comporre una sintesi si debba passare a prendere decisioni con la
regola della maggioranza. E che così come l’adesione al partito, e
al metodo democratico, sono frutto di libera scelta, con la stessa
libertà – se il dissenso è profondo e inconciliabile, o per
qualsiasi altro motivo – c’è la libertà di andarsene, di
approdare ad altri lidi o di lasciare la politica. Con tutta
tranquillità e rispetto. Cosa che pare che non accetti la cosiddetta
‘minoranza dem’, che ha la bizzarra pretesa di voler dettar legge
alla maggioranza. Ma le cose non funzionano così. Nemmeno la
demonizzazione del segretario in carica funziona, se con lui è la
maggioranza del partito, e il sottoscritto. Così, presi da
patriottico furore e con lo sguardo rivolto al sol dell’avvenire ,
costoro si apprestano a una plateale fuoriuscita, confidando sulla
grancassa dei media che gongolano ad ogni loro passo. Non si avvedono
costoro che così aprono la strada, anzi l’autostrada, al populismo
nevrastenico di Grillo e a quello xenofobo di Salvini? Tranquilli,
hanno già pronta la risposta: è tutta colpa di Renzi. Anziché
replicare a tanta profondità di pensiero dico a costoro: almeno
‘lasciamoci così senza rancor’, come dice un’antica canzone.
Marino Contardo
Nessun commento:
Posta un commento
Questo blog non è moderato. Si raccomanda perciò un'adozione civile di modi e di toni.