mercoledì 7 agosto 2013

L'Italia degli arraffoni

Arese, domenica 14 luglio, per un guasto al sistema di self service di un distributore di benzina si può fare il pieno e non pagare. Perché allora non approfittare della situazione e chiamare amici e parenti all'arrembaggio, diffondere la cosa mediante sms e tornare più volte con la tanica? Che goduria, che orgasmo devono aver provato questi specchiati cittadini! Rubare impunemente è il massimo della soddisfazione, tanto più che ad ogni livello ci sono esempi encomiabili (l’ultimo, è vero, ha avuto un piccolo incidente in Cassazione ma stanno provvedendo a toglierlo dagli impicci).  Nessuno che abbia fatto una telefonata per segnalare la cosa, nessuno! I carabinieri, richiamati dalla ressa, ne hanno individuati 122  e denunciati per furto aggravato. Staremo a vedere come va a finire. 
Senza fare moralismi (le tentazioni a volte sono forti ed è difficile resistervi, questo vale per tutti), vedo che c’è qualcosa di irrisolto nel nostro popolo, fatica  a farsi largo il senso dello stato mentre si ammira il furbo o i furbi di turno, insomma un ritardo nell’evoluzione civile di una società, che –a mio avviso- sta alla base dei nostri problemi e della difficoltà ad uscirne (al di là dei politici cattivi, dei banchieri, dei magistrati o dei giornalisti,e chi più ne ha più ne metta).  

2 commenti:

  1. Mi dicono, ma non l'ho visto, che a Vienna ci sono alcuni punti vendita non presidiati ove si distribuiscono i giornali; l'acquirente prende il giornale e ne paga il prezzo in una cassetta incustodita. Pare che a Vienna funzioni. Ciò che ho visto io sono le piante di fiori alle finestre di via Pontaccio o via dell'Orso a Milano letteralmente incatenate alle inferriate: vuol dire che qualcuno le rubava. Ci sono saggi che spiegano il rapporto tra antropologia culturale e politica, nel senso che la seconda è specchio della prima. Ma, nei fatti, solo la politica può cambiare i comportamenti di "lunga durata", quelli di fondo, quelli antropologici appunto. Da noi i leader dovrebbero essere tali, cioè persone che in testa al popolo lo guidano, e invece sono follower: cosa vuole il popolo? E quello danno al popolo: da qui la sostanziale perpetuazione di modelli culturali e comportamentali che attraversano i secoli se non i millenni...

    RispondiElimina
  2. Tutto vero. Come non annoverare, fra le cose dette, la scaltrezza e la furbizia degli italiani scambiata per intraprendenza e creatività? Chi fa il furbo si sente realizzato, non capendo che appropriandosi di qualcosa, a qualcun altro gli è stata sottratta. Non capendo altresì, che c'è qualcuno più furbo di te che a sua volta viene gabbato da uno ancora più furbo. E così all'infinito. In ogni caso la furbizia è un sottoprodotto dell'intelligenza, un rimasuglio della pochezza umana. Se a questa figura "intelligente" gli mettiamo in mano il potere, ecco allora che la furbizia viene istituzionalizzata e resa cosa buona e giusta. Che dire quando a uno gli si permette di dire tutto quello che vuole dalle "sue" televisioni? Che dire alla carta stampata quando omette e fa disinformazione? Che dire dei soloni che si fanno passare per grandi pensatori e tuttologi solo per ingraziarsi colui che gli passa lo stipendio? E che dire quando tutto questo raggiro mentale viene pagato da coloro che vengono gabbati e rincitrulliti?
    Qualcuno ha detto che "l'onestà tornerà di moda" io non so se mai si avvererà, ma solo il fatto che è stato detto rende il concetto rivoluzionario.
    l

    RispondiElimina

Questo blog non è moderato. Si raccomanda perciò un'adozione civile di modi e di toni.