lunedì 21 maggio 2012

Civismo e attraversamento delle strisce pedonali

Pioggia battente stamane. Ma qui da noi, come tutte le mattine, sotto il sole o sotto la pioggia, i nonni - oggi sotto leggere incerate e rigorosamente senza ombrello-, presidiano le strisce pedonali davanti alle scuole in servizio di volontariato. E' un quadretto a priva vista consolante e anche commovente se comparato  allo spappolamento dei vincoli sociali che si registra un po' in tutto il nostro Paese. Oltre che a significare una forma di attivismo senile (unitamente alla quasi punitiva pratica del ciclismo) totalmente sconosciuta nel nostro Mezzogiorno dove i vecchietti se ne stanno invece sotto le coppole, rigorosamente inattivi e seduti in piazza a parlare di niente, questo comportamento rivela una notevole pratica di civismo che, ricordo, è esattamente il contrario del "familismo amorale", pratica ove ciascuno pensa solo a se stesso o al proprio nucleo familiare o al proprio partito, e che tutto il resto vada alla malora. Ma è il  comportamento dei nostri automobilisti che  rende questo presidio delle strisce pedonali da parte dei nonnetti   totalmente pleonastico e vanifica il loro  generoso atto di civismo. Infatti in tutti i paesi dell'Europa fredda non occorre il presidio delle strisce pedonali, perché va da sé che i pedoni le attraversino senza che nessuno regoli il traffico avendone rispettata assolutamente la precedenza, tanto più nei paraggi di una scuola. In quei Paesi la norma ampiamente condivisa è stata come dire interiorizzata e quindi rispettata senza l'intervento di un tutore ad hoc. Ne segue che l'universale mancato rispetto delle strisce pedonali unifica i comportamenti dei Peninsulari e certifica un tratto antropologicamente condiviso in tutto lo Stivale: la prevaricazione dell'Io motorizzato sull'Io appiedato, una forma di primitiva sopraffazione del (pre)potente una volta in armatura da soldato al soldo del Signorotto di turno oggi sotto quella dell'automobilista indisciplinato.
Alfio

4 commenti:

  1. Nel nostro Settendrione ci sono dei vecchietti(non tutti,ovviamente)che passano tutto il tempo a giocare a tressette,a bocce,a biliardo.Ci sono anche quelli che si fanno fuori la propria pensione, davanti ad una slot machine,altri invece bivaccano tutto il giorno a scommettere sui cavalli.Qualcuno di questi,manda in fumo il proprio appartamento.Senza considerare coloro che aiutano i bambini ad attraversare le strisce pedonali(encomiabili),tra i quali,ci sono anche quelli che arrivano dal meridione.

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  2. Accetto l'osservazione sulla deriva del vizio dei vecchietti settentrionali. Ma non è biunivoca, ahimè. Di nonni davanti alle scuole io al Sud (il Sud che conosco) non ne ho visti mai e non ne vedo ahimè quando ci torno. So quel che dico: i sociologi chiamano la mia "osservazione partecipata": diciamo che è una forma di attenzione assistita da riflessione lungamente maturata nel corso del tempo. Il pareggiamento dei comportamenti "non civici", davvero nazionali questi (nel senso di ampiamente condivisi), è proprio quello del mancato rispetto delle strisce pedonali col quale chiudevo i conti tra Nord e Sud nel finale. Infine: è solo colpa del clima che favorisce l'ozio dei paesani sotto le coppole? O è qualcos'altro? Mai sentito parlare di E.C. Banfield? E infine: ma i vigili urbani sotto la pioggia?, perché no? Non si vedono qui e non si vedono neanche al Sud! Fratelli d'Italia!

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  3. APPUNTO.In quanto ai copricapo,ognuno ha il suo.A cominciare dai muratori che hanno quello ricavato dai giornali,per finire con gli indiani d'america che era fatto di piume.A meno che,non ti riferisci a qualcosa d'altro,visto l'insistenza sulla coppola.

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  4. A cosa vuoi che mi riferisca? Una coppola è una coppola: il copricapo che meglio conosco! E chi meglio di me conosce ANCHE il significato recondito delle coppole storte?

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