lunedì 28 maggio 2012

Il nostro vicino Comincini - da "Lettera43"



A noi cassinesi grazie a dei sapientoni che si sono dimessi sei mesi prima delle elezioni facendo cadere l'ottima giunta Ginzaglio... è toccato invece un  sindaco leghista...



FAVOLE D'OGGI

Cernusco, il sindaco che difendeva il cedro dal drago

Nel Milanese, la difficile lotta di un moderno Lancillotto per evitare di abbattere un albero di 30 metri.

di Oliviero Pietra
editoriale
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Se fosse una fiaba inizierebbe con «C’era una volta un albero così grande che nessuno lo vide mai, tranne un solo uomo».
Non è una favola, questa. È storia di oggi. Cronaca di un’ordinaria scaramuccia tra chi governa una città e chi governa gli apparati. Resa ancora più attuale dalla vittoria della cosiddetta antipolitica ai ballottaggi.
LA BATTAGLIA DI LANCILLOTTO.Il punto è: il nuovo che avanza può cambiare le regole del castello pubblico senza che il drago gli si rivolti contro? Può un uomo solo, ‘sto Lancillotto armato delle migliori intenzioni, estirpare le centenarie radici della burocrazia?
A Cernusco sul Naviglio, cittadina benestante alle porte di Milano, c’è un albero. Ce ne sono tanti, a dire il vero. Ma questo cedro del Libano è diverso dagli altri. Perché ha mezzo secolo di vita, perché è alto 30 metri, perché sta proprio nel mezzo della nuova strada che verrà. Perché nessuno, disegnando quel tratto di asfalto, s’è voluto accorgere che da cinquantanni lui era li, immobile e maestoso.

LO STOP DEL SINDACO. Fino a quando il primo cittadino appena rieletto, il giovane Eugenio Comincini, figlio del centrosinistra e di un ambientalismo non radicale, ha fermato gli operai che stavano per abbatterlo.
Erano già lì, con gli occhiali protettivi inforcati e la sega circolare accesa, quando lui - allertato da alcuni abitanti del rione - ha bloccato tutto.
Comincini non è un esagitato col prefisso «eco» tatuato in fronte. Ma ha chiesto: «Quel cedro dev’essere davvero abbattuto, non ci sono alternative?».
LA REAZIONE DEL DRAGO. Ha messo all’opera i progettisti e ha preteso di verificare l’opportunità di una variante che salvi l’enorme cedro. Ed è in quel momento che il drago ha cominciato a innervosirsi. Il progetto è già approvato. La variante costa. Eppoi, sostengono dagli uffici tecnici, i lavori per interrare i tubi di luce e gas hanno compromesso le radici.
L’albero rischia di crollare addosso a qualcuno. «Se la prende lei, signor sindaco», ha sussurrato l'inferocito il drago, «la responsabilità civile e penale?».
LA SPADA DELLA PERIZIA. Lui però non si è lasciato intimidire. Ha chiamato un botanico indipendente e chiesto un parere. L’esperto ha detto che no, l’albero è stabile, le radici sono profonde e il danno non è irreparabile.
«Non basta», ha ruggito il drago. «Serve una perizia tecnica scritta e giurata che certifichi la stabilità del grande cedro. E una perizia costa, signor sindaco. Quattro o 5 mila euro, e magari le darà torto. La mettiamo in conto ai nostri concittadini, signor sindaco? Si prende lei la responsabilità?».
Ecco il bivio. Far pagare alle casse pubbliche qualcosa che l’apparato burocratico ha già bocciato o fingere di non vedere, lasciare che le cose vadano come sono sempre andate?
LA RICERCA DI UNO SPONSOR. La fiaba non ha un lieto fine, almeno non ancora. Il sindaco spera di trovare un privato che disinteressatamente paghi la parcella del perito, e avere così almeno nel mazzo una carta da giocare in questa partita contro il drago.
Purtroppo però gli sponsor non spuntano come cedri del Libano dalla terra, soprattutto per una cosa piccina piccina come quel grande albero che nessuno ha voluto vedere.
Intanto gli operai hanno inforcato gli occhiali protettivi e stanno scaldando la sega circolare, mentre il drago resta a guardare canticchiando la sua filastrocca preferita. «Ma che bel castello marcondirondirondello…».
Lunedì, 28 Maggio 2012

2 commenti:

  1. A chi crede che la politica sia onnipotente, ciò dimostra la potenza inamovibile e ineletta degli apparati tecnico/burocratici amministrativi alle cui valutazioni occorre spesso contrapporre valutazioni terze onerose alle quali vale la pena di ricorrere e nel caso di parere opposto agli uffici adottare le opportune considerazioni.
    sindaco tenga duro.

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  2. E' verissimo quello che dici! Gli apparati sono i veri reggitori della cosa pubblica. Essi sono formali, cioè incardinati nel funzionigramma, e informali. Per esempio in molti comparti della PA i sindacati (ahimè!) hanno questa funzione di "potere ombra". Non sono insediati in nessun livello decisionale eppure condizionano e inibiscono l'attività amministrativa, decidono. Esercitano sfere di potere amplissimo spesso tramite il potere di interdizione. Ne vogliamo parlare? E chiudiamo l'osservazione ricordando che talora gli apparati prendono direttamente il potere: accadde con i "comites palatinorum" ai tempi dei vecchi Franchi e accade oggi con i Consiglieri di Stato e i Catricalà che oggi hanno gettato la maschera e fanno vedere ciò che fino ad ora hanno tenuto nascosto: le mani sulle leve del potere...

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