Onorevoli Deputate italiane
Onorevoli Deputati italiani
Gruppo S&D
Segreteria Nazionale
del Partito Democratico
Milano, 11 dicembre 2013
LETTERA APERTA
In Italia diritti sabotati e in Europa
diritti negati: una certa politica che odia le donne
Gentili tutte e tutti,
come associazioni e organizzazioni che da
anni si impegnano con serietà e professionalità, nonostante i pochi mezzi, a
garantire che le giovani e le donne vivano in condizioni di parità, abbiamo
organizzato una mobilitazione
tra ottobre e dicembre 2013 al
fine di supportare la Relazione Estrela.
Con due serie di appelli abbiamo chiesto alle deputate e ai deputati del Parlamento Europeo di
approvare il documento sia nella versione del 22 ottobre che in quella del 3
dicembre 2013, nonostante la discriminazione operata contro lesbiche e persone
trans.
Gli esiti della Plenaria del 10 dicembre 2013 hanno dimostrato che l’Istituzione europea
che dovrebbe garantire anche la difesa della salute delle donne europee (e
delle persone LGBT), sollecitando gli Stati Membri ad implementare una
legislazione che garantisca il diritto a vivere una sessualità informata e a
scegliere liberamente ed in sicurezza se interrompere la gravidanza, ha tradito la
propria missione.
Come si argomentava nelle motivazioni della
Relazione, era
fondamentale che il PE
si ergesse a difesa dei diritti delle donne, visto che “l'attuale contesto politico ed economico
minaccia il rispetto della salute e dei diritti
sessuali e riproduttivi. Con la crisi finanziaria e la recessione economica...gli Stati membri tendono ad accelerare la
privatizzazione dei servizi sanitari e a ridurre l'accesso e la qualità dei servizi stessi” e “l'opposizione alla liberta di scelta sta diventando più forte e più vigorosa”.
Alcune deputate e deputati italiani in
particolare, si sono distinti per aver ritirato il proprio voto ed aver
contribuito a spaccare
la posizione del gruppo europeo della relatrice: Silvia Costa, Franco Frigo, Mario
Pirillo, Vittorio Prodi, David Sassoli e Patrizia Toia, cui si aggiungono altre
5 astensioni, tutte all’interno dello stesso gruppo parlamentare europeo.
E’ a loro ed al Partito Democratico che ci
rivolgiamo perché ci venga reso conto.
Solo pochi mesi fa, a giugno 2013, lo
stesso PD aveva presentato e sostenuto la MOZIONE 1/00074 alla Camera,
ottenendone l'approvazione ed impegnando così il governo a "predisporre, nei limiti delle proprie competenze, tutte le
iniziative necessarie affinché nell'organizzazione dei sistemi sanitari regionali si attui il quarto comma
dell'articolo 9 della legge n. 194 del 1978, nella parte in cui si prevede l'obbligo di controllare e
garantire l'attuazione del diritto della donna alla scelta libera e consapevole" ed affermando che l'obiezione di
coscienza non può essere esercitata a detrimento del diritto alla salute delle
donne.
Vorremmo un chiarimento sulle posizioni
del PD in materia di interruzione volontaria di gravidanza, educazione sessuale
e salute riproduttiva. Ne terremo conto, in vista delle prossime elezioni
europee del 2014.
La Relazione era il risultato di un ampio lavoro di composizione di risposte ai bisogni delle donne e delle
giovani donne, a prescindere dallo status sociale, dall'età, dall'orientamento
sessuale, dall'identità di genere, dall'origine etnica, dalla disabilità, dalla
religione o dalle convinzioni individuali.
Il testo rigettato conteneva, oltre alla
questione dell’aborto, una serie di indirizzi, peraltro non vincolanti per i Paesi Membri, ma essenziali per la politica
dell’UE, in materia di salute sessuale e riproduttiva: accesso alla
contraccezione, educazione sessuale completa e su misura per gli adolescenti,
prevenzione e cura delle infezioni sessualmente trasmissibili, lotta alla
violenza in relazione ai diritti sessuali e riproduttivi, aiuti pubblici allo
sviluppo.
Come italiane ed italiani sapete molto bene che in materia di interruzione volontaria
di
gravidanza, l’altissima percentuale di
obiettori di coscienza limita gravemente, fino ad impedire in certe situazioni,
l’esercizio del diritto all’IVG favorendo di fatto il ritorno all’aborto
clandestino.
Sapete anche che in materia di educazione sessuale il
nostro Paese dimostra un pericoloso vuoto formativo e che il modello culturale
vincente già dalle scuole primarie è quello veicolato ai media e al web,
machista ed omofobico, e che lo stesso è alla base dei fenomeni del bullismo,
della prostituzione infantile, degli stupri di gruppo, dell’aumento delle
malattie a trasmissione sessuale.
Allora ci chiediamo e vi chiediamo, come appartenenti ad un gruppo europeo
che tanto ha fatto per mantenere l’Europa sui binari della laicità e del
progresso dei diritti civili contro le discriminazioni:
PERCHE’
Negare alle donne europee il
diritto all’autodeterminazione?
Votare in pieno ed aperto
contrasto con una legge della Repubblica Italiana?
Boicottare la parità di genere, uno
dei principi fondativi dell’Unione Europea?
Rendere l’Europa una fortezza
sessuofobica ed avversa alla laicità?
Irrobustire le fila della posizioni
di destra e di estrema-destra?
Le Associazioni che esigono una risposta:
Amici della Consulta Milanese per la
Laicità delle Istituzioni
Libera Università delle Donne di Milano
Casa delle Donne di Milano
Tavolo Consultori del Comune di Milano
Usciamo dal Silenzio
La Città delle Donne Milano zona 3
L'Ombelico associazione onlus
Nonsolocicogna, associazione post
adozione
Consultorio CED di Milano
Consultorio Cemp di Milano
Associazione Italiana per l’Educazione
Demografica Pisa
Collettivo Donne e Diritto di Milano
ArciLesbica Associazione Nazionale
Centro Progetti Donna (CPD)
Progetto Rebeldia ex-Colorificio
Liberato
Circolo Carlo Rosselli – Milano
http://salutedirittosessuale.wordpress.com/
salutedirittosessuale@gmail.com
mob. 0039-349.156.70.97
UDI Donne di oggi di Cernusco sul Naviglio (MI
Questo voto, del quale non ero a conoscenza (e ti ringrazio Miranda per aver reso pubblica l'intera vicenda) fa coppia con l'altro voto, questa volta in Senato, sulle slot machine. Due argomenti opposti, certo, ma che denotano leggerezza, incapacità, spaccature ideologiche all'interno del nostro partito. Ed è, sopratutto quest'ultimo voto in Europa, figlio di quella incapacità del Partito Democratico di fare sintesi delle tante "anime", dei tanti "modi di pensare" che convivono in esso. Fino a quando non saremo in grado di convivere (davvero) e trovare delle linee guida 8e dei comportamenti conseguenti) non potremmo dire con certezza di essere riusciti nel nostro intento, e cioè quello di aver dato alla luce una grande partiti progressista, di centrosinistra, laico e perchè no plurale, ma che nei momenti decisivi, è capace di scegliere, con una sola voce.
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