Dopo lotte terribili con me stesso e anche con le persone a me molto vicine, alla fine ho baciato il rospo e ho votato
Renzi.
Diverse motivazioni. Alcune epidermiche: un senso di
nausea per le ultime evoluzioni del Pd (i
101, votare Bersani e ritrovarsi Letta, le
bizze di D’Alema), ma anche la percezione netta che quello di Cuperlo, verso cui la mia simpatia umana e
intellettuale è totale, fosse un tempo scaduto.
Sul piano psicologico ancora c’è stata la voglia di sconfiggere quel senso identitario di una sinistra bella ma sempre perdente, quella voglia masochistica di chiudersi in una ridotta di un “noi, gli unici ad avere ragione, contro tutti” ecc ecc.
Sul piano politico hanno agito altre ragioni: la
situazione di impasse in cui versa il governo Letta e con esso tutto il Paese; le
ostinazioni di Napolitano a tenere il quadro politico congelato in larghe
intese senza più sbocchi ideali; l’urgenza di dare un segnale forte all’intero
Paese di volontà di cambiamento.
Ancora su questo piano mi ha convinto – e scelgo
solo un argomento – l'intenzione di Renzi contro un soggetto politico ormai
per certi aspetti totalmente retrivo
come il Sindacato (penso soprattutto alla CISL). La trentennale esperienza lavorativa personale mi ha portato a ritenere vera la
proposizione che Renzi ha dichiarato di voler combattere secondo la quale “per
fare carriera occorre iscriversi al sindacato”,
e che la parola “merito” non faccia parte del vocabolario della sinistra. Adesso, in un momento molto aspro della vita lavorativa di
tutti, si tratta di vigilare al fine che non si butti anche il bambino dei
diritti e delle tutele con l’acqua sporca del parassitismo sindacale sempre più
chiuso in logiche di mediazione e conseguenti vantaggi castali dell’apparato
sindacale stesso. E’ un punto verso cui
bisogna guardare con apprensione ma anche con speranza di cambiamento.
Si potrebbero aggiungere altre ragioni, evidenziate
dallo stesso Renzi nel suo ispirato discorso nella tarda serata di ieri. Che si
possa essere riformisti e non essere noiosi.
Che si possa coniugare il buon senso del padre di famiglia con le grandi idealità e il
sogno. Che il riformismo può avere la capacità
di scaldare i cuori come l’estremismo più acceso. Che non è la fine della
sinistra ma il cambio di un nucleo dirigente.
A me che sono qualcosa di meno di un militante a
tempo pieno ma qualcosa di più di un
semplice e inerte iscritto al Pd non resta che vigilare al fine che la scelta operata non si tramuti in un passo
falso. Vedremo le prossime mosse del nuovo segretario e lo
talloneremo da presso. Altro non c’è da fare per adesso oltre ad augurargli
tanta buona fortuna.
Mi aggancio a quanto detto da Alfio per criticare ancora il grande politico.
RispondiEliminaCerto che D'Alema è "duro a morire"!
E' riuscito a perdere persino nella sua Foggia contro Scalfarotto, che personalmente apprezzo molto. Ma come se una barchetta avesse affondato il Titanic.
Nonostante questo devo sentirgli ancora dire che Renzi si è affermato grazie all'idea di rottamarlo ma, benchè non ci sarà scissione, "siamo pronti a dare battaglia".
A differenza del suo pupillo Cuperlo, gran signore, poteva almeno evitare, in questa giornata di festa per il PD, commenti fuori luogo.
Lui, politico di vecchia data, non riesce a capire quando è il momento di tacere? Ho letto in molti forum di quotidiani commenti di cittadini normali, alle sue dichiarazioni. Come si può immaginare non sono complimenti.
Non si rende conto che, con questo atteggiamento, sta quasi criticando i circa tre milioni di cittadini (un' inaspettata affluenza), che si sono recati ai seggi?
Solo perchè non ha vinto lui!? E si offende se Renzi fa presente che non si è rottamata la sinistra ma la vecchia nomenklatura di sinistra di cui fa parte sicuramente lui.
Noi stiamo affidando a Renzi le nostre speranze e i nostri sogni. Se dovesse fallire si potrà dire che almeno abbiamo tentato.
Purtroppo, come spesso scrivo nei miei articoli, come Tafazzi siamo unici. In questa occasione D'Alema è stato un perfetto Tafazzi. Invece di apprezzare signorilmente le persone che, nonostante la delusione nei confronti dei politici, vuole ancora credere nel nostro partito votando Renzi, smorza e rovina questa giornata di festa.
Mi augurerei che si possa prendere una lunga vacanza.
Antonietta
Il tuo "bacio al rospo", Alfio, è stato a mio parere un atto molto razionale, guidato dall'ottimismo della passione e della disperazione. Ma che tanti elettori siano andati al voto, dopo che da un tempo interminabile sono stati coltivati, oltre ogni peggiore aspettativa, lo sconforto, la delusione e la sfiducia, non è un ennesimo atto di fede mal riposta: ha del miracoloso o è semplicemente un segnale, una piccola stella cometa, che i valori fondanti della sinistra possano forse ancora tramutarsi in gesti, comportamenti, scelte e decisioni politiche influenti.
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