sabato 7 settembre 2013

Gli onorevoli a 5 stelle visti da vicino e il nuovo centro sinistra

Hanno trasformato l'Aula di Montecitorio in uno stadio, il palazzo della Camera in un teatro in cui ogni giorno vanno in scena sul palcoscenico istituzionale recitando come attori ignari del copione che gli è stato confezionato ed inviato via email (il codice di comportamento non prevede contatti umani).
Offendono persone, colleghi e cittadini con l'unico obiettivo di raccogliere un pezzo sui giornali, sulle TV e sui social network, desiderosi di prendere i complimenti dai Guru che restano rifugiati nell'eremo ligure.
Hanno a cuore le loro sorti non quelle del Paese di cui ignorano tutto: storia, valori, principi, dati economici, problemi e sofferenze. Vogliono distruggere perché quando tutti toccheranno il fondo non ci saranno più distinzioni e la livella intellettuale, politica, conoscitiva metterà tutti dentro la stessa bolla.
Sono prigionieri della loro estetica, fatta di vezzi e false casualità. Nascondono male una ricerca studiata dei capi di abbigliamento e delle loro acconciature tutte uguali. Ricordano le signore imbellettate di Guccini...."che più non vi sopporto".....Molti di loro vengono da fallimenti politici, da militanze giovanili in sezioni in cui tacevano ma non per volontà loro.
Hanno già votato di tutto. Da destra a sinistra e poi radicali e poi astensione.
Si controllano a vicenda, diffidando gli uni degli altri, pronti a spifferare l'ultimo commento contro il gran capo che viene dal loro vicino di banco con cui tutte le sere inondano il bancone della bouvette per consumare spritz.
Questo è il ritratto, non la caricatura, della nuova politica italiana. Di quelli che dovrebbero cambiare questo Paese e con cui qualcuno voleva costruire il governo del cambiamento. Questi sono falsi come Giuda (senza offesa per lui), ammiccano e redarguiscono, accusano e ridono, trattano ma smentiscono, occupano ma senza spartire. Usano le parole con violenza.
Non conoscono la parola umiltà. Spiegano e raccontano come fossero dei saggi usciti da un vecchio film giapponese. Mai un dubbio e sempre una soluzione: la migliore.
Inventano miti ma scappano ogni volta che c'è da prendere un impegno. Discutono sempre di altro ma mai di quello che hanno davanti. Pretendono di essere ascoltati e votati non per quello che dicono o per quello che fanno, ma per quello che sono. La realtà che hanno davanti viene sempre elusa, preferendo parlare di quello che sarebbe stato o di quello che verrà con la loro vittoria.
Hanno una ragione che poi è la causa stessa della loro esistenza: la proposta politica di questi 20 anni è stata scarsa, squalificata, inconcludente, finta, sbagliata. Ed è questa che va cambiata.
Tanti elettori del M5S vengono da sinistra. Militanti e simpatizzanti traditi da una classe dirigente che ha raccontato molto e fatto poco. Il compito del nuovo PD è recuperare questi elettori e convincere tutti gli altri che hanno preferito non votare o hanno votato centro destra.
Serve una nuova classe dirigente perché servono idee e reti nuove. Perché c'è già chi ha avuto la sua chance e non l'ha sfruttata. Serve una nuova sinistra che faccia dell'eguaglianza sostanziale il suo perno centrale ma non per mettere tutti sulla stessa linea di partenza ma per consentire a tutti di poter arrivare il più lontano possibile. Una sinistra che si occupi del lavoro e non solo del lavoratore perché altrimenti avremo diritti bellissimi ma senza posti in cui esercitarli.
Cerchiamo una sinistra che riduca le distanze. Che renda questa società meno egoistica e più plurale. Pronta a raccogliere le sfide della diversità e della globalizzazione evitando che essa sia guidata solo dai mercati.
Vogliamo costruire una forza politica che ridefinisca il reticolo dei valori delle comunità che proponga una nuova "religione civile" sulla quale ricostruire un patto di cittadinanza che abbiamo perso o forse mai avuto.
Una nuova catena di solidarietà e di vicinanza al prossimo distrutta dagli stereotipi costruiti dalla destra che ci consenta di prendere per mano chi è un passo dietro di noi.
Un centro sinistra che sia serio e imposti un programma di governo dicendo agli italiani che per riformare questo Paese serve tempo e continuità. Non basta consumare e legiferare. Serve avere la cura delle cose pubbliche come se fossero le nostre, quelle più care.


Questi sono gli impegni che il PD deve prendere con i cittadini ed il prossimo congresso sarà l'occasione per confrontare queste ed altre idee perché per cambiare in meglio questo paese bisogna partire dai partiti e poi da li cambiare le istituzioni.
Angelo Rughetti, Deputato Pd - Da Huffington post

4 commenti:

  1. Se il M5S ha trasformato l'Aula di Montecitorio in uno stadio, voi l'avete trasformata in rifugio per condannati e plurindagati. Vergogna. Davvero, mi sorprende non poco, il fatto che Lei non ha niente da dire sul Suo alleato di governo Silviuzzu, neanche una virgola. Faccia un intervento a Montecitorio -se ha fegato- e dica quello che ha scritto qui e vediamo che succede. Molti degli emendamenti del moVimento erano condivisibili e non da tifo sfrenato, ma dal suo partito sistematicamente respinti.
    Anche Lei -come tanti del PD- ha quintalate di critiche e invettive da riversare sul M5S, senza avere la modestia e l'onestà intellettuale di ammettere un minimo errore attribuibile al suo partito. Ma se una persona ha fede, ogni autocritica e razionalità, non appartiene al suo mondo. Se permette anche a Lei alcune domande:

    1) Chi sono i famosi 101 che hanno "suicidato" Prodi?
    2) Sapevate che il pregiudicato-plurindagato Silviuzzo era in
    combutta con la mafia sin dal 1974?
    3) perché avete trattato questo essere come fosse un grande
    statista?
    4) volete stravolgere l'art.138 stravolgendo la Costituzione, Perché?

    Alcune di queste domande sono state rivolte a dei suoi colleghi, ma nessuna risposta è mai arrivata. Hanno scaricato vagonate di parole e se ne sono andati. Voglio credere che questa volta una qualche risposta arriverà. Non ho preconcetti ne' fede di alcun genere, per cui questa volta penso proprio che Lei mi risponderà. Grazie.


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  2. Sabino, non ti arriverà alcuna risposta perché Rughetti non sa nemmeno che sono stato io a riprendere il suo articolo da Huffington post, e non credo che legga questo blog. Vedo che scrivi a ogni comunicato o intervento di esponenti del Pd con una violenza verbale che fa spavento. Avrai le tue sincere ragioni, ma non è nelle tue corde l'argomentazione pacata o ironica, in te c'è rabbia inconsulta e malanimo sottocutaneo che riversi su persone che hanno l'unico torto di averti aperto una linea di credito e una generica disponibilità all'ascolto, di cui tu abusi. Non ti risponderò nemmeno io sui singoli punti, perché le tue ricostruzioni degli eventi politici sono rabbiose, illogiche e incitanti all'odio reciproco. Purtroppo per te non è questo lo spirito del blog. Sono costretto pertanto a dirti che se continui con questo tono iroso e bilioso il blog non potrà ospitare più le tue invettive, per la semplice ragione che esse sono inargomentabili o esporrebbero gli amici che lo seguono a una faticosa e incessante sequela di controrepliche che non approderebbero a nulla. Il blog non può costituire da megafono a personali, ormai chiare, avventure politiche. Eri dipietrista acceso e oggi grillino sperticato, e odi il Pd. Ok, diamo per scontato come la pensi ma non pubblicherò più interventi di questo tipo. Considereremo implicito ogni tuo dissenso alle nostre posizioni, che tuttavia sono dialettiche e variegate e talora anche dubbiose (chi di noi non vorrebbe sapere chi sono stati i 101?) non certo rocciose come le tue. Diciamo che te la diamo vinta su tutta la linea, sempre e comunque, ma non qui. Cordiali saluti.

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  3. Alfio, mi sembra di aver rispettato lo spirito di questo blog, non ho offeso nessuno, ne infangato chichessia, non ho detto cose non suffragate da fatti e circostanze, tutte verificabili e riscontrabili, non ho usato nickname. Forse i miei interventi erano un pochino urticanti, crudi, graffianti, scomodi, fuori dal coro, provocando suscettibilità, insofferenza, permalosità etc. Questo sì, lo ammetto, è successo. D'altronde inevitabile, quando c'è il confronto fra idee diverse dove ognuno con le proprie capacità cerca di esplicitare il proprio pensiero, capita. In quanto a "rabbia inconsulta, malanimo, odio"...( mi è andata ancora bene, non mi hai dato del terrorista, grazie) beh, vai a rileggerti i tuoi post, troverai tutto quanto mi attribuisci fino ad arrivare a Di Pietro, dove hai superato il limite. Se uno ruba, io non dico 'sottrazione di beni non propri ad altra persona' lo chiamo ladro, non dico "il principale responsabile del partito a noi avverso" lo chiamo Berlusconi. le larghe intese le chiamo inciucio. Rispetto la definizione "Politically Correct" ma in Italia è diventato "accordo sottobanco". Caro Alfio, dopo la nostra polemicuccia, non cambierò il modo di pensare e di esprimermi, figuriamoci, continuerò a inviarti i miei commenti liberamente, e tu altrettanto liberamente li puoi censurare ( censura Alfio, si chiama censura). Lo faccio anche e sopratutto in onore dell'art. 21 della nostra Carta Costituzionale.

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  4. Quando i pensieri non fanno che scontrarsi e non confrontarsi è bene non proseguire in una pratica che nulla chiarisce e nulla definisce. E' mero pugilato, e non serve a nulla. I toni e le parole sono peggio delle armi, e qui nessuno vuole restarne colpito. Ti invito per l'ultima volta a moderare i toni; qui non è il "Fatto quotidiano" né tanto meno il blog del tuo riferimento politico del momento; se permetti vorremmo essere più ironici e raffinati. Le urla di Grillo mi inquietano, la prosa di Travaglio mi fa esteticamente orrore; vedo che essa è passata nel tuo stile. Che non mi piace, e lo dico. Personalmente non amo neanche le costruzioni concettuali a pera e le ricostruzioni fantasiose degli eventi storici, dove le interpretazioni esondano dall'alveo dei fatti. Il termine inciucio è ributtante; nega la possibilità di ogni alleanza in politica sulla base di una purezza non contaminabile. Il termine allude con schifo (è termine napoletano popolare) alle "larghe intese" che ci sono state imposte dai risultati assurdi delle elezioni, dalle circostanze storiche e dal Presidente della Repubblica, pena il caos totale a cui aspira invece Grillo. Tale termine fa diventare una colpa una necessità per puro senso del dileggio, di scherno e per goduria di catastrofe, di chi non vuole altro che il dissesto della Nazione per piantare qualche bandierina, qualche stellina, sul suo cranio vinto e battuto. Personalmente anelo a che tali larghe intese finiscano prima possibile, magari segnando il trionfo definitivo dei grillini,così vediamo il fondo dell'abisso finalmente, grillini che per me sono più pericolosi di Berlusconi, per la semplice ragione che il Ventennio di questi è finito e ne potrebbe iniziare uno peggiore, se possibile sotto il segno del Comico. Per il resto vedi un po' tu. Il blog non è moderato e non comporta iscrizioni preventive, che si fanno altrove pur nel rispetto dell'art. 21. L'ho voluto così e vorrei continuasse così.

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