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Quando la realtà supera la fantasia
Ormai è accaduto l’irreparabile. Ciò che abbiamo temuto per mesi, alla fine si è realizzato. Ma, come sempre, vi vorrei dare una lettura delle cose dall’interno. Le ultime concitate ore hanno avuto dell’incredibile. Intanto, la notizia delle dimissioni di massa dei parlamentari del Pdl è girata velocemente nel Transatlantico, ma con la stessa velocità ci siamo premurati di verificarne l’attendibilità. Personalmente, avevo avuto l’impressione che fosse solo un teatrino da parte del Pdl per esacerbare i toni in difesa del proprio capo. Ma poi la realtà ha superato la fantasia.
Come sapete, sabato Berlusconi ha rassegnato le dimissioni dei suoi 5 Ministri, incurante delle ricadute di una tale decisione sugli altri 60 milioni di italiani e sulle loro famiglie. Ancora una volta ha prevalso l’interesse personale e l’astio nei confronti di chi vuole far rispettare la legge.
Di fronte a tutto questo la mia riflessione è netta: credo sia necessario essere fermi riguardo al rispetto delle sentenze. E chi vuole governare, deve farlo per il bene dell’Italia. Bisogna dire basta a una serie di abitudini scorrette che hanno portato il Paese a questo punto. Basta manovre senza coperture che hanno prodotto l’infrazione europea. Basta ingannare gli italiani sui conti pubblici.
La discussione politica che si è aperta all’interno del Pdl, con alcuni Ministri “dimissionari” che si stanno dissociando dall’azione voluta e intrapresa dal loro leader, sembra proprio andare in questa direzione. Che finalmente qualcuno degli accoliti metta in dubbio il modo di fare politica di Berlusconi?
Tanto rumore per nulla
Oggi potrebbe avere poca importanza, visto quanto sta accadendo, ciò che sto per raccontarvi, ma per il Partito democratico – e contro i suoi soliti, assurdi detrattori – ne ha molta.
Ricorderete che prima dell’estate c’era stata una gran polemica su chi dovesse essere il sostituto alla vicepresidenza della Camera di Maurizio Lupi, nominato Ministro alle Infrastrutture. Poiché il nome doveva di necessità appartenere al Pdl, il più gettonato pareva quello di Daniela Santanchè. Chissà mai perché, il Pd e i suoi deputati sono stati attaccati per mesi e accusati di essere quelli che avrebbero votato la “Pitonessa”. Alla fine, questo non è successo: è stato eletto senza clamore e con 274 voti Simone Baldelli, sempre del Pdl. Ma non ho sentito smentite da parte di chi ha puntato il dito con disprezzo verso il Pd in quei giorni.
Per la cronaca, la Camera ha scelto anche un segretario d’aula: Enrico Gasbarra, del Pd, che ha avuto 342 voti e nessuna polemica.
Les jeux sont faits
All’interno della Delega fiscale al Governo, approvata alla Camera e ora rinviata al Senato, sono contenute le misure relative al gioco. E’ noto ormai a tutti come, purtroppo, molte persone siano affette da quello che viene definito Gap, gioco d’azzardo patologico, che, in tempi di crisi come quelli che stiamo vivendo, pare impossibile ma semmai si accentua. Probabilmente nella disperata ricerca di denaro. Ma alla base c’è una vera e propria forma di dipendenza che va presa sul serio e curata da specialisti.
Stato ed enti locali devono fare, però, la loro parte. E proprio il Pd ha presentato una serie di emendamenti che vietano la pubblicità del gioco in radio e tv durante la fascia protetta e su ogni mezzo per i giochi d'azzardo che inducono comportamenti compulsivi (slot machine, giochi online ma anche gratta&vinci). Inoltre, affidando nuovi poteri ai sindaci, si permette ai Comuni di partecipare al procedimento di autorizzazione e di pianificazione della dislocazione delle sale da gioco. Vengono previsti anche un Fondo economico per il sostegno a chi è affetto da Gap, la riduzione globale dei giochi e un sistema delle concessioni più stringente e trasparente. Siamo riusciti a inserire poi il pubblico riconoscimento per chi decide di rimuovere o non installare slot-machine.
Solito siparietto dei M5S. Dal loro punto di vista, il settore va riordinato e, solo sulla base di questo, hanno chiesto di stralciare dal testo del decreto l’intero articolo 14, che è quello che contiene quanto vi ho appena spiegato. Ma una simile mossa ci avrebbe impedito di introdurre buone norme, mentre non vieta certo di scrivere una nuova legge organica in futuro.
Attenti alle biomasse
In settimana, in Commissione Agricoltura, alla Camera, abbiamo avuto il “piacere” di avere ospite il presidente di Regione Lombardia Roberto Maroni, che doveva informarci sull’Expo. I temi toccati dal governatore sono stati, tra gli altri, quelli di una produzione agricola e di una competitività del settore agroalimentare sostenibili.
Ma quando si fa riferimento a una agricoltura sostenibile, ovvero l’argomento cardine di Expo 2015, il pensiero corre subito alla questione degli impianti a biomasse. Tant’è, che ho dovuto far presente, con una certa durezza, a Maroni e al suo solito assessore all’Agricoltura Fava, che l’accompagnava, che l’eccessiva presenza di questi impianti non è la strada giusta e Regione Lombardia deve vigilare sui tentativi di speculazione.
Il problema non è secondario: la presenza di impianti di grosse dimensioni e spesso slegati da una attività produttiva agricola zootecnica, vanificano la sostenibilità della produzione di energia. La proposta di creare energie alternative, in questo caso, contrasta con l'eccessivo consumo di suolo e con l’uso indiscriminato di materie prime pregiate e attualmente insufficienti nel territorio italiano.
Anzi, secondo me, si dovrebbero usare i reflui zootecnici come fonte principale e si abbatterebbero i costi di produzione dell'energia. In buona sostanza, come dice a gran voce da tempo anche la Coldiretti, dobbiamo stare molto attenti al fatto che se gli impianti a biogas sono alimentati con sostanze coltivate solo a questo scopo, il rischio è la mera speculazione da parte di coloro che non sono veri agricoltori.
E intanto il latte sale
La notizia che il prezzo del latte alla stalla ha raggiunto il nuovo record storico di 52,58 centesimi al litro, in aumento del 2% rispetto alla settimana prima e del 25,5% rispetto allo scorso anno, ci riporta sempre sul mio chiodo fisso: da anni i produttori di latte vivono la difficoltà di reggere sul mercato e le continue chiusure di aziende ne sono una testimonianza. La produzione in Italia non raggiunge la quota stabilita a livello europeo proprio perché succede questo.
E allora come un mantra ripeto: l’unica soluzione è l’indicizzazione del prezzo del latte alle materie prime e ai costi, per garantire che sia equo anche per il consumatore.
Purtroppo, ora, questo impegno rimarrà in sospeso: la Ministro De Girolamo, che doveva riunire il tavolo sul prezzo del latte da me chiesto con la risoluzione appena votata, è dimissionaria. Non ci resta che aspettare gli eventi.
Paolo Cova |
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