Ieri
andavo distrattamente a comprare il pane, quando ancora una volta ho sentito la
magica parola: “prof!!!”. Magica perché accompagnata da uno sguardo e un’emozione
che evocano quanto quei tre anni trascorsi
insieme abbiano segnato un percorso esistenziale: è stato decisivo
cinque-sei anni fa per quel ragazzo, in quella
classe, con quegli insegnanti,
vivere la fatica e la gioia di quelle
esperienze.
Poco
dopo non ho potuto non essere assalita dall’inquietudine pensando a quanto in
questi anni la scuola è cambiata, come tanti progetti siano stati cestinati da
stridule riforme tese a disinvestire e quindi a far decrescere cultura e
istruzione. Nella scuola impoverita, burocratizzata, individualizzata, in molti
casi, la classe è stata ridotta alla mera somma di alunni il più possibile
stipati in aule disadorne e spersonalizzate. Pochi si preoccupano
scientificamente di come evitare marginalità e dispersione e la scuola diventa
specchio di una società che privilegia pochi ed esclude troppi.
Quanti
anni ci sono voluti per costruire in modo consapevole e non casuale
quell’attenzione al singolo e quella considerazione del gruppo classe come
humus indispensabile all’apprendimento … molti di più ce ne vorranno per
recuperare in parte quella dimensione formativa, adeguandola ai nuovi sempre
più complessi bisogni.
Le
nuove tecnologie, tanto strombazzate come via all’ammodernamento
dell’istruzione, di per sé non veicolano curiosità per il sapere, né
sostituiscono la passione per la conoscenza che solo un insegnante che ama il
suo lavoro può incarnare. Così prima e più della multimedialità vanno
valorizzate come risorse - non mortificate come è troppo spesso accaduto -
l’eterogeneità delle intelligenze, degli stili cognitivi e la multiculturalità.Il decreto sulla scuola varato pochi giorni fa dal governo4 DECRETO-LEGGE 12 settembre 2013, n.10 ha giustamente sollevato le proteste dei sindacati per essere stati scavalcati, ma sembra comunque un segnale positivo per quanti aspettano da tempo una inversione di tendenza rispetto alle politiche sull’istruzione degli ultimi anni. Molta parte della scuola, demotivata e assuefatta dall’arretramento strisciante, ideale e materiale, può risollevarsi solo aprendo un dibattito che veda protagonisti insegnanti e sindacati. La nuova scuola potrà essere solo il frutto di una conquista condivisa, insieme al senso della collettività, all’amore per l’arte, la letteratura, la musica e le cose belle della vita.
Franca Marchesi,19 settembre 2013
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