giovedì 16 gennaio 2014

Europei si diventa


Dedico questo scritto alla celebrazione della Memoria della shoah del prossimo 27 gennaio



L’Europa. L’Europa in crisi, spesso trascurata, apertamente minacciata.

L’Europa degli Europei. Lo spazio dove tanti nostri giovani circolano, spendono i loro titoli di studio in stages o lavori altrimenti impossibili a casa loro.

L’Europa dove le città si riconoscono per le caratteristiche comuni e uniche al mondo: un centro storico con la piazza, la cattedrale, i monumenti storico-politici, le opere d’arte inestimabili e le tracce, le cicatrici di guerre terribili.

L’UE senza frontiere: possiamo tutti provare l’emozione e l’aria di libertà quando si passa ad esempio il Brennero e si vedono i resti della frontiera che non c’è più e dove un tempo serviva il passaporto e il cambio di valuta…sì, L’UE dove la guerra tra paesi membri è un Centenario o una celebrazione della Memoria.

L’UE dalle multiformi sovranità, contenitore di un modello economico e monetario autonomo; culla di un modello culturale unico al mondo che ha fondamento nella cultura greca, nella latinità, nelle radici del Medio Evo cristiano e infine nella rivoluzione scientifico-tecnica.

L’UE dove la sorte comune è stata fondata sulla costruzione della pace, sul rispetto dei diritti umani; dove la comune idea di sapere ha reso ovunque validi i titoli di studio dei paesi membri,

Come c’è voluto tanto tempo a diventare italiani dopo l’Unità d’Italia e ancora si arranca adesso, europei si diventa e ancora lo si deve diventare.

Chi manderemo a governare questa Unione Europea col nostro voto (o con la nostra astensione) alle prossime  elezioni europee del 22-25 maggio 2014?

Qualcuno che pensa che, dati i difetti e le difficoltà, bisogna rallentare, frenare, mettere la “retro”, o anche andarsene?

Oppure qualcuno che crede che, fuori dagli umori populistici , bisogna procedere, andare avanti, compiere ciò che è necessario in base all’esperienza e all’evidenza storico-politica? Qualcuno convinto  che per migliorare l’UE ci vuole più UE?


Gli elettori hanno la possibilità di influenzare le politiche future dell'Unione europea, eleggendo i 751 deputati al Parlamento europeo che rappresenteranno i loro interessi.

La partecipazione al voto purtroppo è diminuita ad ogni elezione del Parlamento europeo dal 1979, soprattutto tra i giovani elettori. Dobbiamo adoperarci per invertire questa tendenza  perché si tratta di  elezioni molto importanti per il nostro futuro e sono anche le prime elezioni da quando, nel 2009, il trattato di Lisbona ha conferito al Parlamento europeo una serie di nuovi e importanti poteri tra i quali quello di influenzare la nomina del candidato a presidente della Commissione europea  che succederà a Barroso nell'autunno 2014 e quindi eleggere il presidente della Commissione. Il Parlamento, unica istituzione europea eletta a suffragio diretto, è oggi uno dei cardini del sistema decisionale europeo e contribuisce all'elaborazione di quasi tutte le leggi dell'UE.

Per informarci sulle decisioni più importanti prese dal Parlamento europeo e capire  qual è la posta in gioco nei settori politici chiave, visitiamo il sito www.myvote2014.eu

                                                                                                      Franca Marchesi, 16 gennaio 2014

1 commento:

  1. Aggiungerei all’interessante riflessione di Franca tre punti:
    1. L’Europa è la più grande area del mondo, anzi l’unica, dove lo ‘stato sociale’ ha messo radici da più tempo e nonostante le crisi ricorrenti – di cui l’ultima particolarmente grave – resiste, e garantisce una protezione a tutti i cittadini impensabile altrove. Ad esso hanno contribuito da una parte il movimento dei lavoratori, nelle sue varie espressioni sindacali e politiche, ma anche élites culturali dai liberali progressisti ai cristiano democratici ai riformisti di matrice socialista e socialdemocratica ma anche di orientamento più radicale (comunisti, verdi, ecc., per quanto sempre più margi-nali), ognuna con un suo forte radicamento storico a partire dalla Rivoluzione Francese, la Riforma Protestante, la dottrina sociale della Chiesa, il socialismo dagli utopisti, di Carlo Marx, e quello laburista. E’ un valore da difendere, e da rilanciare anche con coraggiose innovazioni, perché come ogni costruzione storica vive se cambia.
    2. L’Europa , assieme all’America del Nord, è il luogo dove hanno massima espressione e tutela le libertà individuali. Qui non si rischia di finire in galera o ammazzati se si pensa diversamente, e lo si proclama, da chi in quel momento è al potere, come in altre parti del globo. Ci sono è vero del clan criminali che si dedicano a intimidire e anche a far fuori chi li disturba, ma a parte qualche area di ambiguità il sistema nel suo complesso funziona. E’ anche il posto dove trovano maggior tutela -ed estensione- i diritti civili (e qui l’elenco si potrebbe dipanare dalla paternità e maternità libere e consapevoli ai temi del fine vita quali testamento biologico ed eutanasia, dalla contraccezione, aborto, divorzio, alla tutela dei minori e delle persone in difficoltà per disabilità, malattia e vecchiaia, all’uguaglianza di genere in primis della condizione delle donne, e così via).
    3. L’Europa è il luogo dove ormai si spostano, vivono e lavorano decine di migliaia di nostri giovani, perché lì il loro talento, l’intelligenza e la volontà di fare vengono riconosciute e premiate con posizioni di responsabilità e compensi adeguati. Ora è vero deve fare i conti con la pressione di ondate migratorie provenienti da paresi martoriati da guerre, povertà e oppressioni, il che è fonte di contrasti e difficoltà di non poco conto. Ma una soluzione, in qualche modo e mai completamente soddisfacente, si sta trovando; dipenderà anche dal grado di integrazione su questo tema dei paesi membri.
    Insomma, l’Europa è una grande area di pace, di benessere (con tutti i suoi limiti, ma non c’è paragone con il resto del mondo), di socialità, di cultura, di libertà e di accoglienza. Non esiste un’Italia senza Europa, se non marginale, povera e preda di bande politico-mafiose, ma può esistere un’Europa senza l’Italia, non pensiamoci così importanti. Dipende solo da noi.

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