domenica 1 marzo 2015

Mosul ( antica Ninive) e Sestri Ponente (Ge). Ignoranza e vuoto monumentale

Di fronte al video delle statue colossali fatte a pezzi dai fanatici dell’Isis mi sono venute in mente tre cose.
La prima è una forte emozione, provata molti anni fa davanti alle sculture monumentali del tempio di Luxor: quante persone sono rimaste orfane ora di una simile emozione, del sentimento suscitato dal mistero di una bellezza, sopravvissuta più di tremila anni, barbaramente offesa e orridamente devastata.

Mi è venuto poi in mente che i conquistadores spagnoli hanno saputo fare altrettanto con architetture e sculture monumentali appartenenti alle civiltà precolombiane. Non scomoderei infatti le precedenti furie iconoclaste durante le Crociate: più che atti di iconoclastia, assistiamo a  picconate per fare scempio delle vestigia della civiltà allo scopo di distruggere la coscienza di cui ogni civiltà è parte. La storia ci ha sempre fornito prove dell’autodistruzione prodotta da ignoranza e odio a braccetto. Il carattere  mediatico specifico di queste feroci violenze inoltre non è un dettaglio, è sostanza.

Così pure è sostanza della terza cosa che mi è stata richiamata alla mente. Un altro video raccapricciante, di otto minuti, nel quale si possono seguire brutali percosse, botte  pugni calci e sputi, a più riprese nei confronti di una bambina di 12 anni, per opera di due ragazze più grandi, con pubblico sghignazzante di sottofondo.
Anche qui narcisismo mediatico, assenza di senso e deficit di compassione (incapacità di riconoscere l’umanità della vittima ), come ben sa chi ha lavorato in passato alla prevenzione del bullismo.
Attualmente molti progetti sono stati abbandonati, ma non sembra che ce ne sia meno bisogno.