venerdì 29 giugno 2012

Se D’Alema sfidasse Renzi...

... ci sarebbero 2 possibili risultati:

vittoria di D’Alema se a votare fossero gli elettori del PD, vittoria di Renzi se a votare andassero  liberamente tutti quelli che non vanno a votare per fare vincere Renzi, ma per far perdere D’Alema.

A Parma e Comacchio è successa la stessa cosa: Il candidato del PD aveva il doppio dei voti dei grillini al primo turno, al secondo turno ha confermato tutti i suoi voti ma…ha perso.
Parma e Comacchio, l’astensionismo al secondo turno non c’è stato! 

Roberto

Le api di Cassina de' Pecchi- Storia di un etimo


Escluso che i Pecchi siano dei nobili -  se così fosse  Cassina dovrebbe essere  la cascina di un  casato o del  feudo di questi "Pecchi"-, l’etimo più accreditato viene dal milanese “Pecc” con pronuncia affricata palatale (come in “ciuccio”). Secondo il dizionario Milanese di Francesco Cherubini   (vol. III, 1841) il Pècc sarebbe il petto o le mammelle delle mucche, che egli chiama mamme, infatti:   « L’aggregato delle mamme nelle bestie lattifere e specialmente nella vacca, cioè a dire il sacco contenente il latte che traesi poi dai varj capezzoli (titt o tetitt) che ne pendono. Il Pis de la vache dei francesi. Questo nostro Pecc deriva o dall’italiano Peccia o dallo spagnolo  Los Pechos (le mamme). Mett  el pecc…. Di vitella diventar manza; far latte. ».
Nei vecchi dizionari etimologici il toscano pèccia  sarebbe  l’alterazione di pancia, oggi rimasto solo nel contado (Siena).
Dunque Cassina de’ Pecchi doveva e essere un luogo in cui le cascine si distinguevano per le  belle mucche da latte.
Io propongo invece una diversa interpretazione  dell’etimo del nostro paese, con qualche ragione.
Chiamo a testimonianza  quella bella poesia di Umberto Saba A mia moglie.  In questo bel componimento poetico Saba paragona la moglie a diversi animali domestici, alla pollastra, alla gravida giovenca, alla cagna (che sempre tanta/dolcezza ha negli occhi), alla coniglia, ecc. Ma ecco che nella strofa finale c’è un termine che torna al caso nostro.
Rileggiamo questa strofa:

Umberto Saba (1883- 1957)
Tu sei come la provvida
formica. Di lei, quando
escono alla campagna,
parla al bimbo la nonna
che l'accompagna.
E così nella pecchia
ti ritrovo, ed in tutte
le femmine di tutti
i sereni animali
che avvicinano a Dio;
e in nessun'altra donna.

Cos’è questa  pecchia di Saba? Il nostro dizionario etimologico dice: “ Pécchia da apic’la  o apec’la  per la caduta dell’U atono, dal lat apicula (diminutivo di apis, ape) ond’anche  lo sp. abeja,  il prov. o port. abelha, il fr. abeille, frodata l’A iniziale.  L’insetto volatile che raccoglie il miele, detto più correttamente Ape.
Pecchia è dunque ape; e pecchie o pecchi dovrebbero essere le api. E quale insetto  reca il nostro gonfalone? Ma delle api! Solo una coincidenza?

giovedì 28 giugno 2012

Il principio di Peter

Laurence J. Peter (1919-1990)
 Psicologo canadese,
studioso delle organizzazioni
complesse ed
 enunciatore
 del celebre principio
 che porta il suo nome

Negli studi delle Organizzazioni complesse (che cos'è infatti un Comune, un Parlamento, una Nazione?) spesso fa capolino il "principio di Peter", che recita: "Ognuno aspira a far carriera fino a raggiungere il proprio livello massimo di incompetenza". Al "principio di Peter" sembrano ispirarsi gli italiani degli ultimi anni. Singolare la pretesa dei nostri connazionali di pretendere solo politici non professionisti e forse anche non professionali. Un popolo che non mangia neanche un panzerotto se non è di quel bar centrale che dice lui, che pretende il "trequartista che sappia coprire le fasce" come dice lui, che non ascolta neanche una canzone che non sia cantata come dice lui e che abbia superato feroci Xfactor, il politico però lo vuole incompetente, uno che se gli presentano lo statuto del Comune possa dire: "No grazie, sa io improvviso", oppure "Mi hanno eletto perché devo imparare come si fa".

martedì 26 giugno 2012

Quando un congedo si fa testimonianza

Il discorso-testimonianza di Emma Squillaci al CC del 25 giugno 2012 credo che meriti una diffusione più ampia  e un’attenzione più profonda di quelle dovute ad un semplice congedo personale.
Le sue parole sono infatti portatrici di valori che vanno oltre l’opera da Lei prestata nel e per il nostro Comune:  si  pongono come un messaggio alto di cittadinanza, in grado di dare senso all’azione politica del Progetto e in generale alla politica agita con passione e lealtà, dopo che gli anni ci hanno assuefatto a considerare politica solo quella che pratica la convenienza più indecente, l’interesse più personale e settario,  la furbizia più stupida, o l’insulto programmato e sistematico ai partiti di provenienza, come nella migliore tradizione del populismo personalistico nostrano.
Si  tratta di parole dunque che meritano qualche osservazione.
Innanzi tutto sono del tutto trasparenti e scevre da qualsiasi riferimento ostile o polemico contro  chi c’era e verso chi c’è.
Rispetto, riconoscenza, appartenenza ne sono le parole forti.

Appartenenza non ad una parte politica, ma ad una comunità locale tutta, permeabile alla cultura e alle culture.
Riconoscenza come espressione di un onesto rapporto col passato, sostenuto da una memoria di ciò che è stato ricevuto e da chi.
Rispetto verso chiunque lo meriti per il proprio impegno, la serietà e la coerenza con cui lavora.
Infine sono parole di speranza per chi vorrà esserci  e di incoraggiamento per chi ci sarà, non generiche, ma riferite a precise capacità di operare scelte propositive.
Con l’augurio di un futuro ricco di soddisfazioni


Franca

Cambiamento?.. Solo una parola su una lista!


Ieri sera durante il Consiglio Comunale di Cassina de'Pecchi si è verificato il solito attacco al femminile, a quel femminile che, attraverso la freschezza, l'accoglienza, l'esperienza e la preparazione,  cerca di portare il vero CAMBIAMENTO e non solo una parola su una lista. Ho trovato vergognoso l'intervento del Consigliere Patella nei confronti di Emma Squillaci e Simona Ginzaglio. Sono sorpresa anche da quelle femmine che lo seguono come Pie donne durante l'estasi. Io, invece, mi sono sentita offesa, offesa intellettualmente e, come donna,  ho provato un senso di disgusto per una politica fatta in questo modo. Porto la mia solidarietà ad Emma e Simona.

lunedì 25 giugno 2012

I progetti elettorali di Berlusconi

Prima le voci su Montezemolo candidato premier. Poi la Santanché con qualche Grillo per la testa. Quindi, l'ipotesi Gerry Scotti. Successivamente Feltri che si erge a simbolo del liberalismo dopo aver votato Lega per vent'anni. Infine il progetto di liste civiche che convergano sul nome di Renzi (uno che sta facendo le primarie per il Pd). Forse sbaglio. Ma tra le idee emerse sul centrodestra del post-berlusconismo, finora "Forza Gnocca" mi è sembrata la migliore.Da Enzo Sara

domenica 24 giugno 2012

Tutti colpevoli, nessun colpevole

"Lusi è colpevole, ma come gli altri. Né di più, né di meno. Lo è, insieme ai partiti, di appropriazione indebita di quasi tre miliardi di euro. A Rebibbia dovrebbero finirci tutti o nessuno." Questa è l'opinione di Beppe Grillo. Stringente, elementare. Si dà il caso che tutti non potranno andarci (perché è già implicito nella premessa maggiore del sillogismo che non si potranno mettere tutti in galera, anche perché le responsabilità sono individuali nel nostro codice penale) ne consegue che nessuno deve andarci. Chapeau!

Aldo Grasso su Grillo & Pizzarotti & Casaleggio e Ass.


Pizzarotti e la placida Parma di un sindaco al rallentatore

Niente giunta a un mese dal trionfo elettorale

L' incertosa di Parma. Pizzarotti ha inventato la politica a km zero, la politica che non si muove. A un mese dal trionfo elettorale, Federico Pizzarotti, il sindaco copertina del Movimento 5 Stelle, il primo grillino a capo di una città capoluogo, non è ancora riuscito a completare la sua giunta. Se la prende con calma, molta calma, come se i problemi di quella città fossero un prosciutto da affettare con voluttuoso abbandono.
Non si capisce infatti se la nuova giunta della città ducale si ispiri volutamente a una filosofia della lentezza - la slow politics, la Decrescita Felice - o mascheri solo nell'incertezza l'incapacità di chiudere la partita. Insomma, Pizzarotti e i 5 Stelle sono dei boy scout incompetenti, come li ha definiti il leghista Maroni, o i nipotini di Maria Luigia e di un nuovo Ducato di Parma?
Tutto è cominciato con il caso Tavolazzi, chiamato in un primo tempo alla carica di direttore generale del Comune. Ma Valentino Tavolazzi non piaceva a Grillo. E sono scoppiate le polemiche: Pizzarotti è un burattino nelle mani di Grillo, Grillo è un burattino nelle mani di Gianroberto Casaleggio, il guru che sta dietro il Movimento, il conte Mosca dei grillini.
Intanto il buco di circa 600 milioni lasciato dall'amministrazione precedente aspetta. L'assessore designato per il Welfare, Fabio Fabbro, esponente del volontariato, ha per ora declinato l'offerta. Parma prende tempo, non ha fretta, c'è sempre un piatto di caplèt che aspetta.
Poi l'ultima grana: l'assessore all'Urbanistica Roberto Bruni è stato costretto a dimettersi a nemmeno 24 ore dalla nomina. Aveva alle spalle un fallimento con strascichi sul territorio: una macchia non tollerabile per chi ha sempre fatto dell'intransigenza le chiavi del successo.
I curriculum non bastano per governare una città, il cui clima sembra ora fondarsi sull'incertezza. Succede quando, nell'attesa del Messia («Cercasi Gesù» è un film di Comencini interpretato da Grillo), ci si accorge che anche il Messia genovese è lì, da una vita, che attende se stesso. 
24 giugno 2012 | 11:08

sabato 23 giugno 2012

Pisapia un traditore? Pizzarotti pizza(balla?)

Sta succedendo di tutto (da quello che mi si dice) sui vari siti, blog, twitter, ecc.ecc.

Le ragioni economiche dell'expo 2015 sono preponderanti rispetto alle ragioni civili ed umanitarie che spingevano il Comune di Milano a concedere la cittadinanza onoraria al Dalai Lama.
Meno male che questa scelta l'ha fatta Pisapia, non un sindaco del PD, altrimenti apriti cielo.
Se poi l'avesse fatta D'Alema non oso immaginare le conseguenze e gli improperi. Altro che la “comprensione” di Dario Fo ...
Più semplicemente quando si governa, finalmente, si tocca con mano la difficoltà del governare: ne sa qualcosa il “ Pizzarotti” che dopo un mese non ha ancora completato la “sua” giunta. Il neo Assessore all'urbanistica e lavori pubblici si è dimesso (IL GIORNO DOPO LA SUA NOMINA)  per varie questioni URBANISTICHE  che lo hanno riguardato  risalenti a qualche anno fa.
“Non ho ancora nominato gli Assessori  - diceva il Pizza(balla) – perchè non voglio mi si dica che ho nominato parenti ed amici”.

Ad un mese dalla sua elezione “canna” il neo ( ed ultimo) Assessore.
Il suo mandato (del Sindaco) dura cinque anni....“il secolo volge rapidamente al termine”.  A Parma gli ex PDL che lo hanno votato scommettevano che ad ottobre si sarebbe ritornati alle urne.....il Pizza  li sta fregando farà sei mesi di “melina”. Mangerà il panettone!
 Roberto    




giovedì 21 giugno 2012

Matteo Renzi a capo di una lista berlusconiana (a sua insaputa)

Gira in rete un documento "La rosa tricolore. Un progetto per vincere le elezioni del 2013" carpito dall'Espresso (circolava a Montecitorio) e reso pubblico. E' il piano segreto di Berlusconi che intende utilizzare Renzi come capofila di una serie di liste collegate per battere il PD e sottrarre voti a Grillo. Naturalmente Renzi ha smentito ogni collusione o "intesa col nemico". Ora, tutto si può dire a Renzi, tranne che possa cadere in un tranello del genere, oltretutto di un uomo, Berlusconi, ormai chiaramente alla frutta.
Ciò che mi ha incuriosito del documento è un passaggio che conferma una mia vecchia supposizione, che adesso si rivela fondatissima. Berlusconi ha sempre usato l'estrema sinistra per sottrarre voti e consensi al PD. Fu così ai tempi di Bertinotti, sempre lusingato nel suo narcisismo sconfinato  e sempre gradito ospite nei salotti televisivi di Mediaset. Fu così inizialmente anche con Vendola: ricordo un'intervista a "Chi" dove si diceva un gran bene del Governatore della Puglia. Adesso è la volta di Marco Rizzo. Infatti per  togliere voti alla coalizione di Bersani, c'è scritto nel documento,  «potrebbe essere di interesse sostenere la presenza del gruppo di Marco Rizzo affinché si presenti alle elezioni politiche». Quando si dice la doppiezza: Berlusconi anti-comunista nelle piazze, sponsor di Rizzo nelle stanze dei patti elettorali. Ma non c'è nulla di inedito in questo. Berlusconi ha agito sempre così: e l'ha avuta sempre vinta. Prima o poi potrebbe trovare un Rizzo, un Sansonetti, un Diliberto, un "marxista immaginario" che stia (inconsapevolmente) al suo gioco. Sarà anche questa volta così? O l'uomo ha esaurito una volta per tutte le sue risorse? 

mercoledì 20 giugno 2012

Tutta l'intricata questione Nokia Siemens- da "Lettera 43"


LAVORO

Tagli, Nsn chiama Siemens

Nsn Italia: 580 tagli. Sciopero il 21 giugno.

di Antonietta Demurtas
Di essere figli di un dio minore l'hanno capito sin dall'inizio i lavoratori del gruppo di telecomunicazioni e reti Nokia Siemens networks (Nsn). Anche perché dall'anno della nascita (2007) a oggi l'azienda ha perso 6 miliardi di euro e ai due partner della joint venture, Nokia e Siemens, Nsn è subito sembrato un progetto nato sotto una cattiva stella.
Ma dopo l'annuncio di Nsn di 17 mila esuberi a livello mondiale, i 580 (su 1.100 dipendenti) dichiarati il 4 maggio negli stabilimenti italiani della multinazionale sono sembrati davvero troppi.
UN SACRIFICIO DA RIDISTRIBUIRE. «La riduzione del personale in Italia è più del doppio rispetto a quella degli altri Paesi in cui opera il gruppo», hanno denunciato i lavoratori, «con il 53% della forza lavoro che sarà mandata a casa». Un sacrificio che dovrebbe essere meglio distribuito.
«Per questo invitiamo gli azionisti di Nsn a un’assunzione di responsabilità», hanno commentato le Rappresentanze sindacali unitarie (Rsu) italiane.
IN GERMANIA LAVORATORI SALVATI. Se infatti Nokia naviga in cattive acque e ha annunciato altri 10 mila esuberi «Siemens gode di buona salute e in Germania non ha abbandonato del tutto i dipendenti del gruppo nei momenti di crisi», spiega a Lettera43.it Marco Bassani, dipendente Nsn e delegato Fiom. «A Monaco di Baviera erano 3 mila gli esuberi, ma dopo la richiesta del governo tedesco Siemens è intervenuta e ha riassorbito alcuni dipendenti. I tagli sono così scesi a 1.200».
MANIFESTAZIONE DAVANTI A SIEMENS ITALIA. Un aiuto che vorrebbero anche i lavoratori italiani. Per questo il 21 giugno hanno deciso di scioperare dalle 9.45 alle 12.45 e manifestare davanti alla sede di Siemens Italia a Milano.
«Vogliamo un incontro con l’amministratore delegato Federico Golla», hanno fatto sapere le Rsu, «Siemens Italia dipende direttamente da Siemens Ag, che, come azionista al 50% di Nsn, non ha nessun valido motivo per sottrarsi a un confronto».

Siemens accusata di snobbare la joint venture

L'accusa rivolta a Siemens è di non essersi mai interessata alla joint venture, «il console tedesco ha scritto a Golla a proposito degli esuberi in Nsn. Dobbiamo coinvolgere il board di Siemens», hanno commentato i delegati sindacali.
Ma le speranze di una revisione del piano di esuberi sono sempre più deboli.
IL 21 GIUGNO INCONTRO AL MINISTERO. E non conforta sapere che il 21 giugno a discutere della situazione dell'Italia al ministero dello Sviluppo economico ci sarà Alexander Matuschka, il manager di Nsn addetto alla ristrutturazione, che risponde direttamente a Marco Schröter, direttore finanziario del gruppo e membro dell'executive board.
CHI NON TAGLIA PERDE IL POSTO. «Matuschka è solo un tecnico», hanno riferito i lavoratori, «non ha potere decisionale, deve solo accertarsi che vengano eseguiti i tagli entro il 2012».
E di solito i manager che non eseguono bene quel compito sono i primi a saltare, «come è successo ad Armando Almeida», è stato il commento dei lavoratori dello stabilimento di Cassina de' Pecchi in provincia di Milano, «il manager responsabile delle operazioni per l'Europa e l'Africa che avrebbe pagato il ritardo nell'esecuzione dei tagli». Dei 17 mila esuberi dichiarati a novembre 2011 solo 5 mila sono per ora effettivi.

Solo 80 hanno accettato l'uscita con gli incentivi aziendali

E così a fare i conti con il risultati devastanti di quel piano sono per ora le Rsu dei due siti di Cassina de' Pecchi dove gran parte dei 900 impiegati e ricercatori rischiano di restare senza un lavoro entro dicembre. Data in cui i tagli dovranno essere completati.
NEL 2014 LA SCISSIONE DELLA JOINT VENTURE. Il piano aziendale prevede infatti per il 2013 una fase di consolidamento e per il 2014 la scissione della joint venture. Allora Nokia e Siemens usciranno dal gruppo e nessuno ancora sa cosa resterà in Italia.
Per ora circa 80 lavoratori hanno accettato di andare via e prendere gli incentivi offerti dal gruppo che vanno dalle 11 alle 25 mensilità. Ma sono ancora 500 i dipendenti da tagliare.
«Una percentuale altissima che risulta ancora più incomprensibile alla luce dei dati sul mercato della telefonia mobile in Italia che vedono questo settore tra i primi al mondo per fatturato e per numero di cellulari e smartphone in possesso dei cittadini», hanno sottolineato le Rsu.
TAVOLO PER LE TELECOMUNICAZIONI. Questioni che sarebbero dovute essere al centro di un tavolo per le telecomunicazioni promesso dal ministero dello Sviluppo economico il 23 maggio. Ma per ora non è previsto nessun congelamento della procedura che porta agli esuberi. E quel tavolo rimane ancora solo una dichiarazione di intenti.
Mercoledì, 20 Giugno 2012

martedì 19 giugno 2012

L'ampolla e il Trota

Quella dell'anno scorso ha portato bene...Aspettiamo con ansia l'ampolla di quest'anno...

Renzo Bossi e l'ampolla del 2011

Lottizzazioni #2. La "bambinata" di Bersani, secondo Sartori

Ci risiamo: dai addosso al PD. E' uno sport nazionale, ormai. Insomma, se lottizzi sei uno sporco lottizzatore, se rinunci a nominare chicchessia, sei un ignavo, se indìci una specie di "beauty contest" e fai scegliere alla cosiddetta "società civile" due nomi per il Consiglio di Amministrazione RAI, fai "una bambinata" incomprensibile, secondo il politologo Giovanni Sartori. Premesso che la mia opinione è che il partito avrebbe dovuto indicare al CdA della RAI i propri uomini secondo rigorosi principi di competenza (fino a quando le leggi sono queste)  e fregarsene delle critiche dei criticoni (ci saranno sempre qualsiasi cosa decidi),  soggiungo che non c'è una via di uscita a queste situazioni se non  sferrando una "guerra di liberazione" contro tutte le lottizzazioni e contro  tutte le raccomandazioni. Non è facile, certo, si tratta nientemeno che indicare un nuovo modello di società puntando solo ed esclusivamente sul merito (dopo che si sono soppesati i bisogni e pareggiati gli handicap).  A partire dalla scuola su su fino alle più alte cariche dello Stato. Come? Provando e riprovando. Il riformismo, a differenza delle rivoluzioni, è un copione non scritto una volta per tutte.
En ettendant Godot  l'ultima risposta di Sartori mi trova consenziente:
Io dico che chi ha il potere di fare le nomine deve farle bene, senza perdere di vista gli obiettivi. E in questo caso specifico l'obiettivo è un servizio pubblico non lottizzato.

http://www.lettera43.it/politica/rai-la-bambinata-di-bersani_4367555022.htm

domenica 17 giugno 2012

Aliquota IMU a Cassina

Il  nostro sindaco onorevole (per mancanza di prove) Claudio D'Amico deve essere un leghista dissociato: da un lato aderisce al movimento politico del Trota-diploma- in-Albania che indice nella giornata odierna il "NO IMU DAY" (deve essere una forma raffinata di anglo-lumbard) dall'altra aumenta l'aliquota IMU proposta dal governo dal 4 al 5 %. Come dice il filosofo della notte Marzullo: " Si faccia la domanda e poi si dia anche  la risposta: Io chi sono?".

Aggiornamento POST del 17 novembre 2012. Vedi qui le aliquote IMU definitive del Comune di Cassina de' Pecchi

Il decreto sviluppo di Corrado Passera

«Nessuna scorciatoia, ci sono misure e risorse per ridare fiato al Paese» - Corriere.it
Dei due ministri dell'attuale governo con cui ho avuto la fortuna di lavorare da dipendente,  Rosanna Cancellieri e Corrado Passera, quest'ultimo è sicuramente quello in cui ripongo di più la mia fiducia. E' un uomo molto pratico (per nulla buono come sembra) con idee chiare e senso del fare. La semplificazione e ridicolizzazione del suo provvedimento sullo sviluppo fattane ieri da Alfano ("degli 80 miliardi solo uno è stato veramente stanziato") è il segnale dell'insulsaggine dell'uomo politico del PDL. Perciò si può dire per Passera ciò che il PDL ripeteva come una giaculatoria per Berlusconi: "Lasciamolo lavorare". L'uomo c'è tutto ed ha la mia più ampia stima. Questo a caldo mi sento di dire: a dopo l'analisi dettagliata del suo decreto sullo sviluppo.

sabato 16 giugno 2012

Ancora sulla candidatura di Vittorio Feltri

I meridionali non sono che degli italiani esagerati.  Amplificano  sicuramente i difetti, non sempre le virtù, del carattere nazionale.  E i siciliani, a loro volta, non sono che dei meridionali esagerati.  Prendete il siciliano conservatore,  non ideologico (ossia non assistito, qual è il fascista, da una ideologia elaborata intellettualmente ) ma quello che si esprime “spontaneamente” per i partiti di destra o di centro destra, quello che elegge come suo rappresentante un  Cuffaro, uno Schifani o un Alfano.  Partendo dal presupposto che il mondo è irriformabile (“Munnu ha statu e munnu iè”, si dice in dialetto, ossia “Il mondo è stato sempre così e non lo cambi certo tu”), che i princìpi non valgono rispetto ai bisogni, egli si consegna   volentieri all’uomo forte che possa garantirgli protezione e sicurezza. Conformista e cauto, si tiene discosto da pensieri radicali, anzi detesta le idee, che ritiene inutili se non pericolose come fossero delle perversioni, considera gli intellettuali dei poveri  e incomprensibili sprovveduti, crede ossessivamente  ai rapporti di forza, disprezza i deboli, ambisce così a mettersi al riparo dei colpi del destino dalla parte di chi può piuttosto di chi sa.
 Questo elettore moltiplicato per i circa 4 milioni aventi diritto al voto in Sicilia spesso è così centrale nei destini nazionali che nessuna compagine politica può pensare di trascurarlo.  Solo per fare un esempio ricordo che col suo 12 % di voti di corrente (il cui 80 % si formava però in Sicilia grazie a Salvo Lima nella Sicilia occidentale e a Carmelo Drago nella Sicilia orientale) Andreotti  ha tenuto la  scena  politica per decenni.  Questo elettore ha  perciò espresso i governi nazionali della DC e quelli di Berlusconi. E anche nel nostro comune ha espresso i suoi rappresentanti giacché l'isolano di centro-destra è la norma, mentre è l'eccezione quello di centro-sinistra. Egli è quindi il prototipo e  l’ipertipo dell’italiano e dell’elettore medio; per certi versi  una sua esagerazione ma anche una sua precisa anche se esasperata  rappresentazione.
  L’idea pazza che ha avuto Berlusconi di salvare il salvabile del suo PDL candidando, come si vocifera, Vittorio Feltri,  il quale è sicuramente un arcitaliano ma anche un cripto-leghista, significa disorientare questo elettorato che per conto suo diffida anche delle urla di Grillo ritenuto forse troppo "intellettuale". Con Feltri ci si rassegna  al ridotto padano.  Non è sicuramente un segno di forza. In cuor mio spero che il PD capisca il momento e proponendo giuste candidature riesca a riscattare il "cappotto" di 60 seggi su 60 vinti dal PDL alle ultime elezioni in Sicilia.

venerdì 15 giugno 2012

I parlamentari straccioni secondo Vittorio Feltri

Dopo che il suo "Giornale" ha massacrato un giorno sì  e l'altro pure i parlamentari perché guadagnano troppo, giunto al punto di essere anch'egli candidato al parlamento, Vittorio Feltri se n'è uscito dichiarando alla "Zanzara" (trasmissione di Radio24)  che  lui non rinuncia a un reddito certo di 700.000 euro annui. Feltri ha poi definito i parlamentari degli "straccioni" , precisando che lui "non vuole campare ma vivere". Ma allora i parlamentari campano? Sapete qual è il castigo più grande per l'antipolitica? Ma è chiaro:  la politica!

Le undici domande a Grillo che Travaglio non gli ha posto

Dal blog  "il Nichilista
1. Come mai nel Non-Statuto del Movimento c’è scritto che si possono iscrivere solamente cittadini italiani, una limitazione che non hanno nemmeno Lega Nord e La Destra?
2. E’ vero che Pizzarotti ha telefonato a Casaleggio per chiedere approvazione per la nomina di Tavolazzi, come ha scoperto il Fatto Quotidiano?
3. Che cosa ci dice quella telefonata – mai smentita – del reale peso di Casaleggio nelle decisioni del Movimento?
4. Come mai parli di Internet come strumento di dialogo diretto con i cittadini, come rottura rispetto alla comunicazione unidirezionale della televisione, e non rispondi mai a nessuno, né su Twitter, né su Facebook, né sul blog?
5. Perché la tua propaganda online dovrebbe essere meno unidirezionale di quella che Berlusconi fece attraverso la televisione?
6. Tu vuoi abolire i partiti. Ma con cosa vorresti sostituirli? Davvero pensi basti riempire il Parlamento di liste civiche e «movimenti di gente perbene» (dai No Tav ai referendari) per governare il Paese?
7. Hai mai pensato che il tuo ideale di democrazia diretta attraverso la rete possa essere irrealistico, per non dire pericoloso? Come si prendono decisioni impopolari, nel futuro che immagini? E chi decide quali sono i principi non negoziabili?
8. Sapresti farmi un esempio di un Paese delle dimensioni dell’Italia governato dall’«iperdemocrazia», o «vera democrazia» di cui parli tu?
9. Se «ognuno vale uno», chi o cosa ti conferisce il diritto di revocare l’utilizzo del simbolo del M5S a chi non rispetti le regole del Non-Statuto, a loro volta indiscutibili pena allontanamento? E come si impedisce, anche solo dal punto di vista teorico, che tu possa gestire questo potere decisionale in modo ricattatorio?
10. Come ti è venuto in mente di dare un ‘Passaparola’ a uno come Willer Bordon?
11. Perché non hai detto una parola sulle esternazioni dell’attivista del M5S Francesco Perra contro i matrimoni gay? Se non le hai sentite, te le ricordo: «A quel punto potremo anche sposarci in tre o col proprio animale».
Fabio Chiusi

L'aragosta di Ignazio La Russa

Ah fare sacrifici quanto ci costa!
A voi ajo e ojo

a me l'aragosta!
Dal web: 'Gnazio alle prese con il gustoso crostaceo.
Coerente!




Teatro Valle occupato

Ho una vera e propria idiosincrasia nei confronti delle okkupazioni. Vecchi riti della sinistra libertaria che nulla hanno a che vedere con la sinistra riformista che intende stabilire un "ordine nuovo" (Gramsci) non un casino vecchio condito di dadaismo, spontaneismo, e buona dose di illegalità. Non è un gran progresso trasformare un bene pubblico, qual è un teatro, in un bene comune. Ci sento dietro una specie di frode ideologica  ispirata da  quel Toni Negri che ha scritto insieme a Michael Hardt un libro intitolato proprio:  "Comune" Oltre il privato e il pubblico.
Al Teatro Valle okkupato sono andati Salvatore Settis e Stefano Rodotà, e pare che non abbiano avuto nulla da dire o da ridire sull'okkupazione.
Qualcuno mi può spiegare quale significato liberatorio, progressista, riformista  può avere il fatto che  un bene pubblico diventi comune e sia una minoranza organizzata a deciderlo, sottraendolo di fatto all'uso pubblico?

giovedì 14 giugno 2012

Un lucido intervento di Peppino Caldarola su "Linkiesta"


La strana democrazia di 5 Stelle, La Repubblica e Montezemolo: chi comanda non è nel partito
Sta nascendo una nuova tipologia di partiti (che si dichiarano rigorosamente non partiti) a direzione occulta, ovvero, per meglio dire, diretti da gente che se ne sta fuori a guidarli dalle tenebre. Nell’elenco c’è il partito di Grillo, che pudicamente si autodefinisce movimento ma è un partito, c’è quello di Montezemolo, c’è quello del gruppo “L’Espresso-Repubblica”. Grillo ci ha già spiegato che lui sarà dietro le quinte a stabilire ciò che è giusto e ciò che non lo è, più o meno come accade in Iran con gli ayatollah. Irene Tinagli ci ha raccontato che nel suo “Italiafutura” Montezemolo svolgerà un ruolo di difficile catalogazione ma anche lui sarà un leader occulto, il gruppo editoriale citato aiuterà la presentazione di una lista, ma ne saranno fuori i tre capi, cioè Carlo De Benedetti, Eugenio Scalfari e Ezio Mauro.
Sta nascendo una strana democrazia in Italia. Mentre a destra ci si sta convincendo che forse è bene fare le primarie per eleggere un signore o una signora che prenda il posto di Berlusconi, e mentre a sinistra Bersani (che prese poco tempo fa qualche milionata di voti per diventare segretario di partito) dovrà sottoporsi a una nuova prova per diventare il candidato premier, c’è questo pullulare di nuovi movimenti, questo formicolio di società civile, questo insorgere di antipolitica che si svolge nell’ombra e tine al riparo i grandi burattinai, cioè i capi della nuova forma-partito, il partito-occulto. Mi viene da dire che è meglio il peggior partito, con regole democratiche vere, che il miglior movimento affidato nelle mani di uno o più guru che possono di soppiatto e senza controllo decidere le sorti della politica e con essa di milioni di cittadini.
Stiamo diventando quello strano paese in cui il massimo di virtù democratica viene riconosciuta a personalità e movimenti che non si sottopongono a congressi o a qualcosa di simile. Prendete quel democratico di Di Pietro: non ha mai fatto un congresso, ha selezionato una classe dirigente peggiore di quella della prima repubblica, i suoi parlamentari sono stati oggetto di attenzioni e di scambi per tenere in piedi il vecchio governo. Eppure Di Pietro, che non fa congressi né primarie, guida la lista di coloro che hanno qualcosa da insegnare ai partiti ed elogia Grillo sul ricambio generazionale dimenticando che sia lui sia Grillo sono, anagraficamente e non solo, abbastanza avanti con gli anni. La lista di Montezemolo, per parlare di un altro partito occulto, verrà fuori da un’associazione che è fatta di tante belle persone, la Tinagli è anche brava e carina, ma nessuno sa chi e come sono selezionati i suoi dirigenti, eppure anche loro criticano i partiti perché poco trasparenti. Il gruppo editoriale citato è il prototipo della struttura autoritaria, ben più di quanto lo sia necessariamente ogni giornale, e la sua eventuale lista sarà formata con un meccanismo di selezione arbitrario, senza alcun rapporto con una linea politica che è stata di una mutevolezza e anche di un opportunismo politico da lasciare interdetti.
L’unico che dovrà fare gli esami sarà Bersani e con lui i suoi contraddittori, si chiamino Renzi o Vendola o altri ancora. Nella Italia stanca dei partiti invece saremo pieni di movimenti di duri e puri che della democrazia non sanno che farsene, in cui comanderanno i nuovi ayatollah formati nei camerini dei teatri, nelle stanze di grandi aziende, nelle redazioni militarizzate. Sono tutti nipotini di Berlusconi, buonanima. Per questo, passando sopra a tutti i miei mal di pancia, guardo con affetto a Bersani e tifo per lui. So che se toccherà a lui comandare, a me e a tanti altri resterà la possibilità di criticare. Con quegli altri, duri e puri, movimentisti, espressione della società civile, eccetera e eccetera forse correrò qualche pericolo come capita nelle democrazie commissariate dai guru, dai para-guru, dalle strutture di comando occulte. 

Nessuna paura delle primarie ma almeno un po' di regole.

Dopo tante esperienze di elezioni primarie qualche riflessione va fatta, anche a costo di essere criticati:
  1. Ha senso far votare e tenere validi i loro voti extracomunitari e persone che non hanno compiuto 18 anni di età, persone che non voteranno alle elezioni politiche e comunali? A Palermo, ma anche altrove, hanno votato 800 extracomunitari. La differenza fra il primo ed il secondo candidato è stata di 150 voti. Se decisivi fossero stati gli extracomunitari ed i giovani sotto i 18 anni potremmo dire che sono stati gli elettori palermitani a scegliere il loro candidato sindaco? Non sarebbe meglio pensare a seggi specifici per extracomunitari e minori di 18 anni che servono a dare voce ed anche a capire gli umori di questi potenziali futuri elettori, ma non a far decidere loro per la scelta di un candidato che poi non potranno votare?
  2. Se partecipano alle elezioni più di 3 candidati occorre pensare ad un turno di ballottaggio tra i primi 2 arrivati, se nessuno supera una determinata soglia ( 40 – 45 per cento) al primo turno Un elettore può preferire un candidato, ma, come male minore ( o meglio scelta minore)   potrebbe optare, al secondo turno, per un altro in caso il suo non ce la facesse. Naturalmente i possibili elettori del secondo turno debbono essere solo quelli che hanno partecipato al primo.
  3.  Questo metodo consentirebbe a più candidati dello stesso Partito, non solo PD, di presentarsi senza timore di favorire qualcun altro.
  4. Se invece si mantenesse l'attuale metodo di elezione al primo turno indipendentemente dalla percentuale raccolta occorre che il P.D. metta in campo un solo candidato. So bene che è una scelta difficile, ma non è possibile agire diversamente. Naturalmente nessuno può impedire a qualcuno di candidarsi, ma se lo fa non deve avere il sostegno ufficiale di nessun dirigente del Partito.Rimando questo scritto di qualche tempo fa, non apportando alcuna correzione ritenendolo ancora attuale. Finalmente mi pare che ci si stia avviando verso primarie in due turni.Al secondo turno gli elettori che non hanno scelto i due sfidanti  sceglieranno quello che loro ritengono la “seconda scelta”.Mi auguro che non si preveda di far votare la secondo turno chi non ha votato al primo.Ma soprattutto mi auguro che il vincitore abbia sottoscritto un programma condiviso, perché, come Prodi insegna, non basta vincere bisogna governare questo Paese.

Roberto 

mercoledì 13 giugno 2012

Was der Euro verlangt - L'Euro e le sue necessità

Grazie al mio amico Beppe Vandai - trevigliese abitante in Germania da 27 anni dove ha studiato e vi conduce affari -  ottengo la traduzione  a cura di  Fausto Romanato e Antonio Staude dell'articolo di H. Steltzner ( condirettore della Frankfurter Allgemeine Zeitung Was der Euro verlangt uscito sulla FAZ dell' 11 maggio scorso che ci fa capire come argomenta il nocciolo duro del management economico in Germania. La posizione è anche rilevante perché coincide in larga misura con quella dell'attuale governo tedesco.


Alcuni paesi  europei  hanno frainteso il significato dell’unione monetaria, probabilmente reputandola paradiso del welfare facile. Ma ciò può funzionare solo in presenza di solide finanze di stato nonché riforme strutturali. La BCE non è in grado di risolvere tali problemi, ma deve fare attenzione a non preparare il terreno alla prossima crisi.
Una crescita artificiale rispedirebbe l’Europa all’inizio della crisi, ha sostenuto la cancelliera tedesca Angela Merkel nella sua dichiarazione di governo di giovedì scorso. Nulla di più vero, come abbiamo potuto esperire nel passato. Grazie all’introduzione dell’EURO per più di 10 anni si sono avuti, di fatto, gli EURO bond. Per gli investitori tutte le obbligazioni europee risultavano essere sicure e i tassi di rendimento delle obbligazioni statali erano tutti allo stesso livello: dalla Finlandia alla Grecia. I trasgressori del debito dell’area EURO tuttavia non hanno utilizzato questi interessi insolitamente esigui per ridurre il debito pubblico, bensì per accendere ulteriori crediti; per incrementare i consumi o per finanziare progetti infrastrutturali in parte dubbi. I paesi europei fortemente indebitati si sono inoltre giocati i vantaggi dell’unione monetaria (ossia interessi bassi come in Germania) aumentando esageratamente prezzi e salari.  
La storia della finanza conosce molti esempi di recessioni pesanti dovute ad indebitamenti allegri. Le conseguenze poi per stati, imprese o privati si protraggono a lungo prima di potersi liberare dal peso di questo indebitamento eccessivo. Per anni si assiste ad una riduzione di investimenti e consumi. Gli istituti bancari concedono fidi solo con riluttanza, dapprima infatti bisogna portare in pareggio i bilanci. Anche la crisi dell’EURO porta a perdite permanenti in termini di crescita e ad una crescita piatta. A differenza di variazioni congiunturali a breve termine, al calo non segue alcuna ripresa rapida dato che le strutture gonfiate devono essere corrette (ad es. il sistema finanziario irlandese, l’economia edile della Spagna o l’amministrazione greca). Non a caso il premio Nobel James Tobin definiva un elevato indebitamento statale come “tallone d’Achille del capitalismo”.    

martedì 12 giugno 2012

Governi di centro sinistra e curva del debito pubblico

 La tabella che segue ha per fonte la Banca d'Italia e l'Istat.

I governi di centro-sinistra a partire dal 1996 lasciano il debito pubblico meglio di quando lo trovano e  contribuiscono a farlo diminuire. Ciò vale anche per l'odiato governo D'Alema, accidenti, nel cui biennio di governo (1998-2000) il debito scende di 6 punti percentuale dal 114,2% al 108,5%.

Scelte impensabili in questo periodo di crisi

Che sofferenza  questa crisi che ci costringe a sopportare questo marcio PDL, purtroppo ancora maggioritario in Parlamento!
Purtroppo, perchè il desiderio di mandarli a casa è fortissimo ma come si fa a far cadere il Governo in questi giorni terribili per l'economia mondiale? 
Siamo con il fiato sospeso per capire cosa succederà alle nostre già vuote tasche se crolla l'Euro e l'Italia (niente pensioni nè stipendi, risparmi a zero etc) e dobbiamo sentire che per il PDL importante oggi è bloccare la legge anti corruzione!?!
Una legge che finalmente diminuirebbe la facilità corruttiva e riporterebbe nelle tasche dello Stato  cifre enormi.
Ma questo rischia di toccare i tanti corrotti che il PDL ha!
Le voci  più contestate : induzione indebita a dare o promettere utilità (che tocca Berlusconi!) e l'interdizione dai pubblici uffici.
Penso che la maggior parte dei cittadini onesti vedrebbe di buon occhio leggi che limitino  la possibilità di corrompere ed essere corrotti o di rivederli  ancora in cariche pubbliche.
Come fanno a non capire che per la salvezza di pochi  si sta distruggendo  la maggior parte di noi?
Nei loro comizi  ripeteranno che le prime riforme da attuare sono la Giustizia....ad personam e l'informazione?!
Io chiedo al cittadino onesto, anche di centro destra, volete votare ancora questa gente? Sentire la Santanchè urlare contro l'IMU e l'Euro?
Ma quando ha votato per togliere l'ICI, solo per motivi elettorali, dov'era? Questa tassa, molto più bassa dell'IMU, non tolta, avrebbe aiutato in questi anni molto di più i Comuni a risentire meno dei tagli dal Governo centrale, e di conseguenza a erogare meglio i servizi al cittadino. Ma ben pochi  lo hanno ancora capito.

Cosa ne pensate?


Il sabba infernale dei mercati

Rudolph Hilferding
 (1877-1941)
"Ce lo chiede l'Europa, ce lo chiedono i mercati"... questa ormai la litania senza posa che ci tormenta almeno dal 2007. E non non bastano  i sacrifici umani che ogni giorno vengono offerti al Moloch dei Mercati... In questi giorni sembriamo alla fine della scala a chiocciola che ci ha portati sempre più giù, laddove comincia a vedersi la coda del Diavolo. Quando tutto questo finirà, se finirà, occorrerà ricordarsi che forse la responsabilità di tutto ciò non è della Merkel, né di Obama, né dei governanti, o meglio è stata di tutti costoro che non hanno avuto il coraggio di arginare il capitale finanziario impazzito - il vero responsabile - che a poco a poco ha cominciato a mangiarsi l'economia reale. L'America di Wall Street, e  un pugno di assatanati Gekko (vedi il film "Wall Street") che si sono arricchiti scommettendo sul destino di interi popoli, avranno il loro posto di onore, sicuramente, e poi via via a seguire chi ha determinato la crisi, chi ha visto e non è intervenuto, chi nella tempesta ha pensato solo al proprio "particulare",  chi ha prima  negato che la crisi ci fosse e poi s'è dimostrato totalmente incapace di fare alcunché come il nostro ex capo di governo... Nel frattempo correre a leggere il libro di  Rudolph Hilferding che sul potere distruttivo del "Capitale finanziario" aveva già  scritto nel 1910 ...


domenica 10 giugno 2012

La madre di tutti i problemi

Quella della spartizione dei vertici, delle poltrone e giù fino agli ultimi strapuntini è la madre di tutti i problemi dei partiti. La questione non è come si scelgono le candidature, ma l’”evergreeen” della catena alimentare al posto dell’etica pubblica.


Se si mette qualcosa nel congelatore carico di germi e batteri, quando si scongela, questi proliferano rapidamente. E’ quanto è successo ai partiti,  al loro modo di posizionarsi di fronte ai problemi e allo sconcerto che li coglie quando si accorgono che niente è come prima …


Il voto segreto ha salvato il senatore del Pdl  De Gregorio: questo va bene.  Il Premier prende sul serio il rapporto  della Commissione Grandi Rischi (ma non era che le commissioni lavorano per niente perché poi la decisione è “politica”?); il Premier  ne informa gli italiani trattandoli da cittadini adulti: questo non va bene, disturba i manovratori … L’intervento del Premier sulle nomine spartitorie alla TV pubblica, bene comune, è bollato come “strappo”, non va bene: non è considerato come “contrordine compagni!”, ma come ingerenza indebita.
Modificare queste logiche - non solo romane, ma anche lombarde e talvolta locali -  talmente radicate in Italia nel tempo e nello spazio, richiede coraggio,  determinazione e senso dello stato.                                                                                                                                                         Franca







sabato 9 giugno 2012

venerdì 8 giugno 2012

Romano Prodi contro il Partito democratico.


 SVEGLIA!
Romano Prodi contro il Partito democratico. L'ex presidente del Consiglio ha parlato in esclusiva al Corriere della sera  di oggi: «La spinta al suicidio di questo partito non ha limiti».
Il riferimento di Prodi è in particolare alla polemica sulle nomine delle Authority.  all'estero ma ha seguito passo dopo passo la polemica per le nomine alle Authority.
 La dura critica è arrivata proprio mentre il Pd è impegnato in una direzione per risolvere i temi del momento.
La scelta sulle nomine, avvenuta in parlamento l'8 giugno, aveva incontrato i favori di gran parte del Pd, registrando poche voci fuori dal coro, tra le quali quelle di Arturo Parisi e Sandra Zampa, entrambi vicini a Prodi.
Il primo aveva definito «irresponsabile aver scelto il principio di spartizione», la seconda l'aveva descritta come «una delle peggiori pagine della vita del gruppo Pd».

Volantino da Cassina

Marelli, GTE, Italtel, Siemens, Nokia, Nokia Siemens Networks, Jabil ... la storia non finisce qui!
Nel bollettino ALAS (Associazione Lavoratori Anziani Siemens) del 1° dicembre 2003, leggiamo:  "E son già più di 40 anni che c'è Cassina. [ ... ] Svettava verso il cielo un'unica ciminiera, la torreche non emetteva i fumi dell'industria manifatturiera tradizionale, ma avrebbe portato lantenne, simbolo delle moderne telecomunicazioni. Qui sono stati vissuti da tecnici e ingegneri, manager e operai 40 anni di evoluzioni tecnologiche molto importanti per il mondo  delle telecomunicazioni (TlC) e non solo nazionale. E la presenza della nostra azienda ha anche influenzato la vita sociale del territorio con l'insorgere di attività indotte stimolate dalla presenza di questo polo importante di cultura scientifica e di tecnica manifatturiera avanzata" .
Dalla Marelli, nacque nel 1964 la GTE telecomunicazioni, con stabilimento a Cassina de' Pecchi. Poi divenne Siemens, poi Italtel, poi ancora Siemens. Infine, dal 2007 la storica sede della ex GTE insieme con la più recente sede del centro direzionale Redilco (Cassina Plaza) sono parte della società Nokia Siemens Networks (NSN, nata dalla fusione del comparto reti di Siemens e di Nokia).
Anche Nokia era già presente sul territorio, ma aveva già ridotto notevolmente la propria presenza prima della fusione con Siemens.
Con NSN è cominciato il vero declino del sito, a cominciare dalla vendita delle attivimanifatturiere a Jabil.
Ora Jabil ha chiuso, ha dichiarato la cessazione delle attivi. Ma la fabbrica è presidiata dagli operai da-luglio. È un esempio di tentativo dei lavoratori di mantenere in vita la propria attivi
Ha un suo perché: tutto intorno, diciamolo, sta avanzando il deserto industriale. Il panorama sarebbe ancora più desolato senza una ripresa delle attività di quel sito, perché ne sarebbe colpito anche l'indotto.
I dipendenti di NSN in Italia sono passati ad oggi da 3000 a 1100, di cui circa 900 a Cassina
Questi ora vengono progressivamente spostati alla sede di Plaza, nell'ottica di chiusura definitiva dell'area storica.
Ma c'è ben di più: dal 4 maggio scorso il 53% del personale NSN in Italia è in esubero. Una grande realtà industriale rischia di scomparire del tutto dal territorio, un luogo di eccellenza per le TLC mondiali addirittura depredato tramite un'operazione spregiudicata che ha visto NSN cedere i brevetti dei prodotti Microwave sviluppati a Cassina e dichiarare esuberi la maggior parte dei lavoratori del settore.
Non possiamo permettere che 50 anni di storia vengano cancellati! La storia non finisce qui!
Chiediamo alla popolazione di questo territorio di sostenere la lotta dei lavoratori NSN per la
difesa dell'occupazione! Cda fare tanto: volantini, scioperi, manifestazioni a Roma ....
RSU NSN Cassina De' Pecchi,  5 giugno 2012