giovedì 28 febbraio 2013

La non vittoria

Ho letto con attenzione tutti gli interventi sul blog dopo il voto di Domenica e Lunedì. Ho aspettato ad esprimermi perchè come immagino tutti voi, ero e sono ancora molto incazzato, amareggiato, deluso. Le parole di Alfio, Marino e Morfeo, nelle quali mi riconosco in parte, mi hanno fatto riflettere e al posto della delusione, al posto della voglia di mollare tutto, piano piano, si è fatta strada la convinzione di continuare. La delusione, innanzitutto, è per l’esito del voto politico. Sapevamo tutti che la battaglia non era semplice, che nulla era dato per scontato. Ma l’entità della sconfitta, o meglio della “non vittoria”, ha superato di gran lunga ogni pessimistica previsione. Oltre alla non governabilità (dettata ricordiamolo dalla pessima legge elettorale, che vede un partito, seppur di misura, vincitore ma impossibilitato ad avere una maggioranza solida al Senato) è il dato del Pd che delude. Il Pd perde 3.500.000 voti, il 30% di quelli presi nel 2008. Li perde soprattutto in meridione, ma anche al nord, nelle regioni settentrionali. Qui il Pd perde 1/5 del suo elettorato del 2008. Secondo uno studio della Swg il 30% dell’elettorato che si è rivolto a Grillo proviene per il 30% da sinistra, dal solo Pd per l’11%. Unico dato positivo, sempre secondo questo studio, è quello secondo il quale il Pd riesce a ripescare 2,2 milioni di voti dall’astensione e 500 mila dall’Idv.

L’amarezza è particolarmente bruciante per l’esito del voto alla regione. Non lo nascondo, ero ottimista sull’esito in Lombardia, lo davo quasi per scontato. Eppure, nonostante le malefatte del centrodestra, nonostante i quattro lunghi mandati di Formigoni e il sistema di potere contro il quale da sempre ci siamo battuti, che ha generato i mostri della corruzione, della illegalità e delle infiltrazioni malavitose, nonostante tutto questo, i lombardi hanno sostenuto ancora Lega e Pdl, anche se entrambi i partiti sono usciti notevolmente ridimensionati dal consenso bulgaro del 2010.
Ripartiamo da Cassina

Ora, di fronte abbiamo due possibili strade. Prima strada, attorcigliarci in una infinita discussione sui se e sui ma…del tipo, "e se fossimo andati al voto un anno fa, cosa sarebbe successo?" ancora "E se ci fossimo andati con Renzi?" Cosa legittima, tra l'altro pratica alla quale mi sono esercitato anche io nei giorni scorsi, ma che non porta però da nessuna parte. Seconda strada e secondo me più utile: fare tesoro di questa ennesima sconfitta, scusate di questa “non vittoria” (tanto noi a sinistra ci siamo abituati), rimboccarsi le maniche e prepararsi per il prossimo fondamentale appuntamento elettorale, le amministrative del 2014 a Cassina de Pecchi. A proposito di Cassina, ancora una volta i dati dicono chiaramente che il centrosinistra, unito anche alla sinistra più radicale, batte il centrodestra, alla Camera, al Senato e alla Regione. Motivo in più per crederci.

La destra e la sinistra dentro Grillo

Perfino nell'antica Roma c'era una destra e una sinistra. C'era una destra e una sinistra dentro la Convenzione durante la Rivoluzione francese. C'era una destra e una sinistra hegeliana e c'era una destra e una sinistra anche dentro il fascismo. Grillo, che nella sua cultura da bar, ha abolito la destra e la sinistra è stato costretto a ritrovarsele dentro il pancione del suo partito (ops) "movimento". E così ci sono due raccolte di firme tra i M5S: quella di una ragazza 24 enne, Viola, che ha raccolto in rete decine di migliaia di firme per un accordo con Bersani e quella di un quarantenne che vi si oppone e che ha raccolto pochi consensi finora. 

A me piace il programma di Viola, una grillina di sinistra. Eccolo

  1. Una nuova legge elettorale
  2. Una legge contro la precarietà e l’istituzione del reddito di cittadinanza;
  3. La riforma del Parlamento, l’eliminazione dei loro privilegi, l’ineleggibilità dei condannati;
  4. La cancellazione dei rimborsi elettorali
  5. L’abolizione della legge Gasparri e una norma sul conflitto d’interessi
  6. Una legge anticorruzione che colpisca anche il voto di scambio; e l’istituzione di uno strumento di controllo sulla ricchezza dei rappresentanti del popolo (il “politometro”);
  7. Il ripristino dei fondi tagliati alla Sanità e alla Scuola; 
  8. L’istituzione del referendum propositivo senza quorum;
  9. L’accesso gratuito alla Rete;
  10. La non pignorabilità della prima casa.

Fort Alamo!!!!!


Ebbene sì, ho votato Bersani, non me ne pento.
Poteva dire che restituiva l’imu direttamente
Poteva chiedere ad una donna “quante volte viene?”
Poteva dire che ad appoggiare nell’ultimo anno il governo Monti che ci ha momentaneamente salvato dal rischio Grecia era stato D’Alema (tanto è sempre colpa sua) e non lui
Poteva fare il “grillino”
Poteva promettere alle regioni del Sud un “ nuovo miracolo italiano”
Poteva raccontare barzellette e non limitarsi a “smacchiare il giaguaro”.
Non l’ha fatto, forse sarà, politicamente, l’ultimo dei Mohicani, magari morirà a Fort Alamo per l’indipendenza dell’Italia dalla macro regione del nord.
Forse avrà sbagliato a   non regalare “un sogno” agli italiani.
Forse un po’ di tutto questo, ma io che l’ho votato e lo rivoterei mi sento come quelli di Fort Alamo.
Anche stanotte dormo in pace con me stesso.
Dormo insieme al 25% degli elettori italiani e scusate se è poco.
Roberto Bertolotti

mercoledì 27 febbraio 2013

Io la penso esattamente come Michele Serra (e Bersani)


Noi siamo diversi...

... dicono tutti così. Lo dicevano i mazziniani che eran bombaroli e sparavano sui Sabaudi... e finirono in Parlamento e fecero i ministri: uno si chiamava Crispi e l'altro Nicotera (tanto per ricordarne due). Mussolini - il massimalista socialista e ateo Mussolini - metteva un orologio sul tavolo e diceva: "Se fra 5 minuti non appare qui Dio, Dio non esiste"... e venne a Patti (Lateranensi) con il Vaticano...  In Germania hanno avuto come Ministro degli Esteri Josckha Fischer che da giovane Sessantottino qualche sasso l'avrà lanciato.
Oggi 2013  in Parlamento abbiamo il capo dei Leoncavallini Daniele Farina e il teorico degli operaisti Mario Tronti... Volete che non avremo un grillino Ministro della Repubblica? Mai dire mai: si nasce incendiari e si muore pompieri...
Joschka Fischer
Insomma solo chi non conosce la storia pensa di inventarne una tutta sua. Leggo in queste ore che Napolitano non affiderebbe mai un incarico a un Bersani o a un altro al suo posto che tenti un governo di minoranza con l'appoggio esterno dei grillini. Sarebbe un errore: bisogna far venire fuori i grillini adesso. Adesso occorre far esplodere la bomba, non domani. L'alternativa allo schema "movimentista" sarebbe cosa? Il governissimo con Berlusconi? No, ciò significherebbe assicurare il prossimo governo a Berlusconi o  rimandare solo a domani l'esplosione della bomba Grillo.  Il quale, detto per inciso, se domani il suo movimento dovesse diventare maggioranza assoluta, dovrà mettersi il vestitino nuovo, andare al Quirinale e fare lui il suo governo. Non si scappa: la storia è questa, non ne conosco un'altra. 

La fase

Ho trascorso i due giorni successivi alle elezioni in una sorta di stato catatonico. Forte è stato lo scoramento e il senso di sconfitta derivanti dai risultati elettorali al punto che in me sono prevalsi istinti autodistruttivi,  l’intenzione cioè  di annullarmi come cittadino fino ad ora partecipe idealmente  alla vita politica collettiva. Prevaleva in me  il desiderio di dedicarmi alla mia (pre) occupazione principale che è quella della divina letteratura e del  mondo fiabesco dei libri.
Ma ieri sera, durante il corso della trasmissione televisiva di Rai3 “Linea Notte”, diretta da Maurizio Mannoni, ho avuto come una sorta di rinvenimento. C’era per il Pd il giovane Roberto Speranza e per il Pdl l’ex ministro Romani, il produttore televisivo che vanta l’ideazione  di quel memorabile programma che fu “Colpo grosso”. Ebbene, Romani era dolciastro e suadente  come mai visto,  e proponeva velatamente ma  insistentemente una collaborazione col Pd in questa fase. Ai dinieghi motivati di Speranza che gli spiegava con modi spicci e risoluti che non si può fare un accordo di risanamento del Paese con chi l’ha distrutto, Romani, querulo,  con voce chioccia quasi, mormorava che si trattava del solito senso di superiorità etica del Pd. E larvatamente apriva ancora in direzione di una offerta di collaborazione, “attendendo le mosse” del Pd in tal senso.

In quel preciso momento ho cominciato a vedere il bicchiere  mezzo pieno. Anche perché le cronache narrano che il Sire di Arcore pare che abbia passato a letto  le ore pomeridiane  della giornata di lunedì, quelle della  esilarante saga dei risultati elettorali , in preda a forte sconforto.  La ragione, spiegano i soliti informati, era che aveva intravisto anche la vittoria alla Camera e che si rammaricava di non aver iniziato la campagna televisiva,   per colpa di quei cacadubbi che lo circondano,  almeno un mese prima. Berlusconi insomma cominciava a vedere dopo le nebbie dei risultati il diradarsi di questa visione per lui totalmente insoddisfacente se non disastrosa: è vero che aveva conseguito l’obiettivo primario, insperabile, di impedire all’avversario il successo pieno, ma non aveva raggiunto quel che più conta in politica: tenere il boccino in mano. Proprio no: il boccino ce l’ha in mano il Pd: da qui la necessità di lanciare messaggi, di mandare in avanscoperta questo e quello del suo partito.

martedì 26 febbraio 2013

E ora che fare?

Ora che i ‘giochi’ –quelli elettorali- sono chiusi, e smaltita la delusione per il risultato, diamoci alcuni giorni per elaborare il lutto ma poi riprendiamo a ragionare sulle ragioni che confinano la nostra proposta politica a non più di un quarto del popolo italiano elettore. E’ dai tempi dell’Ulivo, con l’uscita di scena di Romano Prodi, dignitosa ma da sconfitto, che non ci si schioda da questo risultato. Salvo alcuni guizzi tipo Pisapia sindaco a Milano, ogni volta che par sia la volta buona ci si para qualcuno davanti a sbarrarci il passo. Eppure le nostre proposte sono valide, sensate, ragionate, i candidati che le incarnano sono dignitosi, presentabili, puliti, perché dunque l’elettore non ci vuole così bene quanto meritiamo? Concita De Gregorio –tenetela d’occhio, è profonda e acuta- oggi in TV da Augias sosteneva che dalle nostre parti si percepisce ormai la realtà come nemica, e così invece di calarcisi dentro la respingiamo, e con essa tutti coloro che ne sono parte, cioè la maggioranza degli italiani. Non basta allora una proposta forte e dei candidati degni, se poi non riusciamo a parlare alla ‘ggente’, come con qualche altezzosità spesso chiamiamo i cittadini non avvezzi alla ‘politica’, e si parla non solo con le parole (che devono essere semplici ma appropriate e dense di significato) ma con i comportamenti (che devono esser coerenti e conseguenti con quello che si dice).

Faccio un solo esempio: non si può impunemente dire che il PD con il Monte  dei Paschi di Siena non c’entri. Il Consiglio di Amministrazione della Fondazione –che controlla la banca- è in larga parte di nomina politica ( il Comune e la Provincia di Siena, fino ad ieri a maggioranza bulgara PD, designano la maggior parte dei consiglieri). Ora, a parte le spericolate operazioni del Presidente di MPS e di qualche manager sui derivati, l’acquisto di Antonveneta ad un prezzo di 3 mld superiore a quello che la spagnola Santander sborsò solo pochi  prima ad una banca olandese, è del maggio 2008. Mi chiedo allora: dove stavano i consiglieri della Fondazione di provenienza PD in quel frangente e negli anni successivi? e dove stavano quando MPS acquistò Banca 121 ad un prezzo superiore di 5/6 volte a quello di mercato? Non vedevano, non parlavano, non sentivano? Per interesse, per viltà, per ignoranza, o che altro? Sta di fatto che ora il bubbone è scoppiato e la più antica banca del mondo è entrata in una grave crisi, tanto da spingere il governo a erogare un prestito di 4 mld, tanti quanti sborsati dagli italiani per l’Imu prima casa, cosa che ha dato una formidabile arma di propaganda a Berlusconi.


L’elenco si potrebbe infittire con i ‘rimborsi’ ai gruppi regionali, il finanziamento pubblico al partito sotto forma di rimborsi elettorali non documentati, i debiti verso banche non ancora ‘onorati’ dai DS, e sorvoliamo sull’allegra gestione dei fondi della Margherita, tutti fatti (o meglio, fattacci’) che emergono da inchieste di magistratura e di giornali e mai da una azione vera di chiarimento e di pulizia interna.
Pensiamo davvero che tutto ciò passi senza conseguenze o ci venga perdonato perché siamo bravi, buoni e sensibili, quando invece é proprio perché ci atteggiamo a bravi, buoni e sensibili che non ci non ci viene perdonato nulla. E poi, meno bontà e più competenza.

P.S. Oso sperare che su questo Blog, che è una palestra di libero confronto, si avvii una vera e seria discussione. Che non sta solo nell’esprimere il proprio punto di vista ma nel rapportarsi, anche criticamente, a quello dell’altro.           

Si vince o si perde

 Questa banale antinomia sportiva, resa recentemente famosa da Bersani, ricorda ora che l’Italia è un mondo molto più vasto della logica: si può perdere vincendo, si può vincere così così e si può anche perdersi per cercare di vincere dopo…...


 “Siamo il primo partito…” non mi chiederei dunque perché non abbiamo vinto, preparando i soliti sacchi di cenere per coprirci il capo.
Mi chiederei invece perché abbiamo brillato alle corroboranti primarie e abbiamo vinto anche alle azzardate parlamentarie. Ricordiamolo:


ü  tirava il vento raro, dopo decenni di berlusconismo, del “partecipare per cambiare”


ü  c’era la convinzione che si chiudeva un vecchio portone consumato e si apriva una porta su una squadra nuova, facce nuove animate da qualche speranza (e ci rifiutavamo di sospettare che quelle dell’era precedente fossero ancora dietro l’angolo pronte a ricomparire e a dettare l’ortodossia…)


ü  si è voluto credere ancora nella possibilità di un gesto efficace, nella sensazione di fare una scelta politica, finalizzata a un’azione politica qui e ora.


Poi, come già per i referendum e altre vittorie scritte sulla sabbia, non è stata sfruttata l’occasione più unica che rara, la pianta trascurata è stata lasciata appassire, la tigre da cavalcare è diventato il giaguaro da smacchiare, mentre a destra si osavano miracoli del tipo “alzati e cammina” e a 360° si preparavano onde anomale che nessun istituto di sismologia aveva voglia di prevedere per non creare allarmismi nei turisti.


Le facce delle ere precedenti ( quelle epoche in cui si cominciò a mischiare ad arte destra e sinistra) intanto facevano sempre meno timidamente capolino: da un lato ci si doveva difendere da impresentabili coinvolgimenti nella politica degli affari e dall’altro si vedeva in più occasioni prevalere il compromesso, l’ortodossia e l’inefficacia. Qui gli usuali sacchi di cenere tornano purtroppo nuovamente utili, mentre apprendiamo che forse verrà abolita l’imu, ma pagheremo ancora lo stipendio a Palazzo Madama a statisti della statura di Razzi e Scilipoti. (!)
Intanto aspettiamo il migliore dei mondi possibili per la Lombardia.....

sabato 23 febbraio 2013

IN LOMBARDIA VOTO AMBROSOLI E SCRIVO BORGHETTI

Come molti di voi sapranno da anni mi dedico all’attività politica e sono stato per anni Portavoce del PD di Cassina de’ Pecchi. Abbiamo costruito a Cassina un Circolo solido, con una buona qualità di lavoro nei confronti della Cittadinanza di Cassina de’ Pecchi, struttura portante del Progetto Cassina S.Agata. Non solo: siamo integrati nella zona Adda Martesana con esponenti capaci che danno un contributo non solo alla “discussine” ma anche al progresso della stessa.
Inutile dvi come voterò ….
Ci tengo invece a dirvi che ho lavorato in questa “infinita campagna elettorale” che per noi è incominciata con le Primarie per eleggere il nostro Segretario nazionale. Abbiamo continuato poi per la scelta dei Candidati al Parlamento e la mia attenzione si è orientata su Paolo Cova, persona che conosco anche professionalmente per essere un valente Medico Veterinario buiatra (si dedica alle mucche ..) che è in corsa quindi al Parlamento. Ho poi conosciuto Simona Malpezzi – anche lei Candidata alla Camera – e francamente se dovessi scegliere ora avrei dei seri problemi. Simona è un’insegnate che dimostra attenzione non solo ai temi della scuola ma a tutti gli eventi della nostra vita: lavoro, salute, attenzione ai giovani, progresso, innovazione. Solidamente piantata nella realtà della vita di tutti i giorni ….
Ma per loro non bisogna fare scelte. Con la legge attuale entreranno o meno alla Camera in base ai risultati che il PD otterrà. Per Paolo non ci saranno problemi, per Simona lo sperano tutti quelli che la conoscevano (prima) e l’hanno conosciuta (dopo … come me!).

Per la Regione invece il discorso è diverso. Ovviamente votiamo UMBERTO AMBROSOLI (che non è quello del Miele come molti mi hanno chiesto) ma ha alle spalle un percorso democratico e sociale che rispecchia la trasparenza del papà  GIORGIO liquidatore della Banca Privata italiana … per questo ucciso nel 1979 dalla mafia.

Oltre che ad esprimere il voto per il Candidato Presidente, qui possiamo dare una preferenza ad un nostro candidato. Personalmente conosco almeno 4 candidati che meritano la mia fiducia, tutti capaci e che hanno dimostrato dedizione, onestà e disponibilità. La mia preferenza va però in questa tornata a CARLO BORGHETTI. Conosco Carlo da alcuni anni. Si è sempre dimostrato attento alla vita della gente. Ha onorato i sui 2 anni di presenza in Regione con una assidua presenza ai lavori consigliari e delle commissioni. Si impegna ed affronta il suo lavoro seriamente come una attività e non da “politico”  come siamo orientati ad immaginare. E’ giovane m non troppo e sa ascoltare la gente. Nel Team di Ambrosoli potrà dare un contributo valido alla rinascita della nostra Regione.
Vota anche tu Ambrosoli e scrivi Borghetti nella scheda verde a fianco del simbolo PD – 


E dopo il 25 come la mettiamo con i grillini?

Ritorno sul ‘grillismo’ dopo aver commentato su questo Blog, alcuni giorni orsono, l’articolo di Peppino Caldarola. Mi ha molto impressionato la manifestazione di ieri a Piazza San Giovanni, Concita De Gregorio in diretta su La7 commentava che se ci fossero stati partiti o sindacati si sarebbe parlato di un milione di persone, e aggiungeva che ,aggirandosi tra i partecipanti e parlando con loro, avesse constatato come gran parte fossero elettori delusi del centro-destra così come un’altra grande parte lo fosse del centro-sinistra; Concita concludeva come fosse importante cercare di capire questo fenomeno.  Invece dalle nostre parti (intendo nel centrosinistra) prevale ancora un atteggiamento liquidatorio e sprezzante, populismo e demagogia sono le parole che esemplificano il tutto, uno slogan buono per la campagna elettorale, ma poi? Quando in Parlamento avremo 100 o più ‘grillini’, che faranno i nostri? Certo molto dipenderà da ciò che faranno ‘loro’, avvezzi più a spiazzare l’interlocutore che a dialogare. Ma noi, che ci spacciamo per i più bravi e i più intelligenti, rinunceremo a trovare una qualche forma di rapporto con tante di lor persone  mosse da passione civica o li ricacceremo nell’infamia solo perché il loro capo ha dato del Gargamella a Bersani e chiesto un’indagine sul PD dal ’95 ad oggi per i fatti dell’MPS?

 Ancora ieri l’ennesima e sterile polemica tra Bersani, nato ‘povero’, e Grillo, oggi ‘miliardario’, un patetico ping-pong non si sa bene se all’insegna di un marxismo grossolano (la classe) o di un evangelismo puerile (il censo). Finiti i fumi dei comizi, esaurite le battute di facile effetto e depositate le armi della propaganda, si tornerà a ragionare con spirito pratico e si scopriranno più cose da condividere di quante ora possiamo immaginare. Confido in quei tanti candidati/candidate nuovi che si sono affermati con le primarie, e che affronteranno le questioni all’insegna dell’intelligenza, della chiarezza e della coerenza; quindi niente ‘inciuci’ o accordi sotto banco, che ci fanno solo male, come la Bicamerale o il ‘patto della crostata’ (solo per fare qualche accenno alla storia recente), ma proposte, discussioni e fatti in vista di un risultato. Solo così potremo diventare un riferimento anche per quei tanti delusi e arrabbiati che oggi affollano i comizi di Grillo ma che hanno pure loro un problema di lavoro, di casa, di figli, di salute, di diritti, e domani chiederanno soluzioni – che noi  sapremo offrire- e non slogan concitati e sterili -come oggi il loro 'guru' declama in grancassa.
Marino Contardo       

Corse clandestine - Grand Prix du Pirellon

da Notapolitica.it



Groom de Maron è stanco, fiaccato dalle molte scaramucce con il compagno di mille trottateVarenne, e così sul finale rallenta, chiude in 38,9'' e concede la vittoria al rivale Fan Ambrosòl. La corsa clandestina del Grand Prix du Pirellon corsasi ieri all'ippodromo di Spinòl è riassumibile tutto in questo sprint vinto dal cavallo civile che parte da sinistra con un tempo nemmeno così buono, 41 secondi.

Terzo posto per Igor Carcan (9.3") che sfrutta la scia nazionale di Igor Brick e si porta a casa un meritato bronzo. Chiude desolatamente quarto Ispon de Albertin (8.1"): dopo essere stato il Varenne di Milano, viene oggi relegato al ruolo di rincalzo di Fan Ambrosol. I suoi tifosi, infatti, sono risultati decisivi per spingere il figlio d'arte ad una, sin qui insperata, affermazione.

venerdì 22 febbraio 2013

Ancora dalla Svizzera - Le bugie di Berlusconi hanno le gambe cortissime


Tempi lunghi per accordo fiscale con Svizzera sconfessano Berlusconi

Di Valentina Sorrenti
Tempi lunghi per accordo fiscale con Svizzera sconfessano Berlusconi
Si allungano i tempi per l'accordo fiscale tra Italia e Svizzera. Secondo alcune indiscrezioni, in una lettera in risposta a un'interrogazione presentata da una deputata socialista, il ministro delle Finanze elvetico, Eveline Wildmer-Schlumpf ha spiegato che non è prevedibile che l'intesa entri in vigore "prima del gennaio 2015". 
Viene messa quindi in dubbio la proposta di restituzione dell'Imu agli italiani lanciata da Silvio Berlusconi nel corso della campagna elettorale, che si basa sulla possibilità di un accordo fiscale a breve che garantisca la copertura dei circa 4 miliardi di gettito prodotti dall'imposta. "A causa del periodo elettorale in Italia, considerata l'incertezza sull'esito del voto", ha scritto il ministro, "al momento è difficile prevedere quando si concluderà il negoziato, iniziato con il governo Monti".

Il portavoce della Segreteria di Stato per le questioni finanziarie, Mario Tuor, ha confermato la posizione di Berna. "I negoziati nel 2012 hanno permesso di realizzare dei progressi nei differenti dossier. A causa delle elezioni in Italia e l'incertezza circa la composizione del nuovo governo", ha spiegato Tuor, "ora è difficile fare previsioni sulla data in cui si concluderanno i negoziati. Tuttavia, anche in caso di firma di un accordo quest'anno, è difficile prevedere che entri in vigore prima del primo gennaio 2015".

Clamorose news dalla Svizzera!


I sondaggi politici che in Italia non si possono sapere!


LUGANO. Domenica e lunedì l’Italia sceglierà il suo nuovo leader. I sondaggi “segreti” parlano del boom di Grillo e di un Monti che rischia di non avere una coalizione.
I giornali e le tv italiane non possono rendere pubblici i risultati dei sondaggi, ma le più note società di rilevamento  della Penisola non hanno smesso di farli. «Grillo sta salendo, ma non salirà al di là di quanto fatto da Berlusconi nel 1994 (21%, ndr), il livello massimo è il 20%», ci spiega Nicola Piepoli, presidente dell’omonimo istituto. Anche per Antonio Valente, politologo e Ceo di Lorien, il Movimento 5 Stelle rappresenterà una grossa sorpresa in queste elezioni. «Si tratta di nuova politica – sottolinea – non di antipolitica». Pure in casa Swg si delinea la medesima situazione, benché il risultato sia difficile da quantificare, «perché l’esposizione di questi giorni di Grillo potrebbe portare a sovrastimarlo», spiega Maurizio Pessato.

Secondo Piepoli è la sinistra che salirà al governo, «la tendenza è quella di una vittoria piuttosto netta del Pd, sia alla Camera che al Senato».

 Antonio Valente, invece, dà un vantaggio netto al centrosinistra alla Camera, ma rimane più cauto per quanto riguarda il Senato: «saranno Lombardia, Sicilia, Campania e Veneto, regioni in bilico, a decidere la partita». Pessato, poi, stima un vantaggio attorno ai cinque punti alla Camera, e poco più ampio al Senato, «per il meccanismo del voto utile e perché l’elettorato più anziano (per il Senato votano gli over 25) tende a votare i partiti tradizionali, Pd e Pdl». Popolo della Libertà che ha però perso qualche colpo nell'ultima settimana, Pessato è risoluto «non c'è possibilità alcuna che il centrodestra possa pensare di raggiungere il centrosinistra alla Camera». Tanto più che nessuno vede più il partito di Berlusconi raggiungere il 20%.

Corse clandestine - ippodromo Chambre - corsa del 22 febbraio


da Notapolitica.it

Si è svolta ieri, di fronte alle telecamere della tivù nazionale. L'ultima corsa clandestina organizzata dall'Ippodromo di San Nicola prima della gara ufficiale di domenica e lunedì. In questa telecronaca vi parliamo della Manche de la Chambre, che ha regalato agli scommettitori un risultato leggermente diverso rispetto alla corsa di una settimana fa. 
A vincere, come nelle previsioni degli allibratori, è sempre la scuderia Bien Comun, che ha corso il miglio in 36" netti (come 7 giorni fa), trascinata dall'ottima performance del suo purosangue, Fan Idole, che guidato da Pier le Smacchiateur  chiude ancora una volta il giro di pista in 32". Al suo fianco, perde mezzo secondo Gebrazac (3"), ma recupera altrettantoCentral Democraticque (1").
Bien Comun trotta rapidamente. Mentre alle sue spalle perde smalto, proprio in dirittura d'arrivo, la scuderia Maison Liberté, che piomba sul traguardo in 30 secondi netti (-2,5" rispetto alla scorsa settimana). Sono 6, alla fine, i secondi che separano le due scuderie maggiori. A peggiorare la prestazione degli azzurri è soprattutto il capofila Varenne, che corre il miglio in 24" (-2"). Ma lascia un secondo per strada anche il nordico Groom de Bootz, che chiude in 4.5" (-1"). Più in forma gli altri cavalli che corrono sul lato destro della pista, con Hirosaka stabile all'1" e Freres Tricolor che guadagna mezzo secondo e arriva all'1,5". Un altro secondo è messo insieme dai cavalli minori della scuderia azzurra. 
Se Burlesque non sfodera una prestazione all'altezza, alle sue spalle arranca anche la scuderia capitanata da Mario de la Montaigne. Ipson de la Boccon perde un secondo e non va oltre al 7.5", senza che Ipson de Mormal (2.5") e Ipson de Tullien (0.5") riescano a migliorare la situazione. In totale la scuderia centrista resta al palo con un mediocre 10.5%, quasi doppiata da un sensazionale Igor Brick. Rispetto alla scorsa settimana il puledro cinque volte stellato guadagna la bellezza di quattro secondi e mezzo e chiude con un sensazionale 18,5".
Nelle retrovie, invece, perde mezzo secondo Galopin du Zacapa, con un tempo che non sarebbe sufficiente per ottenere la qualificazione (3.5"). Mentre resta abbondantemente al di sotto dell'ostacolo di sbarramento Non aux Declin, orfano del suo fantino storico Petit Jean e fermo a 1".
Ordine d'arrivo (tra parentesi, i probabili sacchi di biada):
Varenne 22" (111)
Groom de Bootz 4.5" (23)
Freres Tricolor 1.5" (7)
Hirosaka 1" (-)
Altri Maison Liberté 1" (-)
TOTALE Maison Liberté 30" (141)

Fan Idole 32" (302)
Gebrazac 3" (28)
Central Democratique 1" (10)
TOTALE Bien Comun 36" (340)

Ipson de Boccon 7.5" (36)
Ipson de Mormal 2.5" (11)
Ipson de Tullien 0.5" (2)
TOTALE Ipson 10.5" (49)

Igor Brick 18.5" (87)

Galopin du Zacapa 3.5" (-)
Non Aux Declin 1" (-)
Altre scuderie 0.5" (-)

giovedì 21 febbraio 2013

Sugli edifici scolastici del futuro: appunto...

sempre a proposito di una scuola “non indifferente”


 Le linee guida per progettare i nuovi edifici scolastici sono indicate dal Miur in una ventina di fogli contenenti un piano all’esame oggi della Commissione tecnica della Conferenza Stato Regioni ed enti locali per la successiva approvazione. (www.istruzione.it)
Le scuole dovranno sorgere in zone salubri, poco rumorose, lontane da strade importanti: appunto…gli edifici del futuro dovranno nascere lontano dalle strade trafficate!
Gli istituti possibilmente dovranno essere dotati di spazi esterni, giardini, orti e loggiati, palestre e sale musica e restare aperti al di fuori delle ore di lezione, svolgendo il ruolo di civic center (Tullio Zini).

Le scuole rispondenti ai criteri innovativi del piano Miur sarebbero finanziate al 30% e la ricercatrice dell’Indire ( istituto nazionale sull’innovazione educativa ), Elena Mosa, precisa che “(…) non sempre è necessario costruire ex novo per rispondere ai modelli innovativi…”…appunto!

mercoledì 20 febbraio 2013

Ai troppi che voteranno M5S


Dal blog di Sara R.

Sulla fragilità dell’onestà (dedicato ai troppi amici che voteranno M5S)

“Sono bravi ragazzi”
“Gente con la faccia pulita”
Beh, sapete una cosa? Io non ce la faccio più.
In questi giorni, chiacchierando in rete e tra la gente vedo che sempre più persone della mia età, amici, alle prossime elezioni voteranno per il Movimento 5 Stelle. O meglio: per Grillo e la rappresentazione della realtà che si è creato attorno, perché chi siano davvero i candidati pare interessare a pochi. Lo so perché me lo dicono, mi domandano come la penso e magari danno per scontato che anch’io voterò così. Come se così facessero tutti, perché nostro dovere è “dare un segnale”, “essere di rottura”.
A me questa cosa non va giù. Nemmeno un po’.
Perché la maggioranza di costoro va a votare così per vedere eletta “gente onesta”, che onestamente scombussolerà le cose, secondo un principio di onestà e trasparenza che si basa soltanto sulla mera ignoranza costruita grazie all’essere stati per anni e anni alla finestra.
Non mi va giù perché un pseudo principio di onestà va facendo credere che gli altri siano tutti uno schifo, con una violenza verbale e un’illogicità che mi ha stufato.

martedì 19 febbraio 2013

Corse clandestine -cronaca del 18 febbraio dall'Ippodromo



Corsa dopo corsa, Fan Idole inizia ad avere una certezza: la scuderia Bien Comun è ormai in netto vantaggio ma se nella Manche de la Chambre la vittoria è sicura in quella de le Senat il rischio è di trovarsi con un podio poco definito. L'ultimo trotto clandestino nel modernissimo Ippodromo di Spinol conferma questa sensazione e rilanci dubbi pesanti sulla reale forma di Varenne.

Oggi si è corso davanti a duemila spettatori ed è finita più o meno come l'altra volta. I cavalli iniziano ad avere una forma molto prossima a quella definitiva e non ci dovrebbero essere grandi sorprese al Gp di domenica e lunedì. La scuderia Bien Comun finisce davanti a tutti con un tempo complessivo di 32,7 secondi: a guidare il gruppo ci pensa Fan Idole in un eccellente 27,3''. Dietro trotta rapido Gebrazac che con i suoi 4,7'' migliora di poco le ultime prestazioni registrate sul miglio. Central Democratique e Fan de le Garofan chiudono a 0,3'' ciascuno e rafforzano il vantaggio della scuderia che parte da sinistra.
Distanziati di 3,4 secondi arrivano gli azzurri di Maison Liberté. Con il loro 29,3 chiudono secondi e vanificano una rimonta che fino a poche settimane fa sembrava possibile. Varenne è stanco e non va oltre i 17,7 secondi, uno dei tempi più bassi registrati nelle corse clandestine di questi giorni. Sul rettilineo finale al fantino Burlesque non è riuscito l'azzardo del sorpasso e ha dovuto così accontentarsi di rendere meno netta la vittoria di Pier le Smacchiateur. Riprende quota il nordico Groom de Bootz: con 5,3 secondi e trainato soprattutto dai tifosi lombardi dimostra di avere da qui a domenica ancora qualche margine di miglioramento. Chiudono il gruppo Freres Tricolor a 3,2 secondi e il destrorso Hirosaka a 2,7.
Dietro di lui, su questo tracciato, va sempre molto bene Petit Jean e il suo Non aux Declin: 5,7'' per lui, stesso tempo del guatemalteco Galopin du Zacapa. Mancano il tempo qualificazione tutti gli altri, ma questo già si sapeva.


Nel mezzo della pista continua il declino di Ipson de la Boccon: le sue scuderie rimangono inchiodate ad un tempo poco brillante. Con 11,4 secondi complessivi i tre cavalli bianchi si fanno superare anche dal cinque volte stellato Igor Brick. Mario de le Montaigne porta il suo destriero a 7,3 secondi, ma a preoccupare sono la lentezza dello scudocrociato Ipson de Mormal (3,2 secondi) e del derelitto Ipson de Tullien fermo ai nove decimi di secondo. Igor Brick è in splendida forma: corre il miglio in 13 secondi e mezzo e si dimostra capace di uno sprint di rilievo anche nel finale: non è impossibile cresca ancora da qui a domenica.

lunedì 18 febbraio 2013

Stavolta il giaguaro lo smacchiamo

Non lo nascondo, qualche dubbio sull’esito del voto di Domenica prossima l’ho sempre avuto. Il populismo di Grillo, le sparate del Cavaliere, i duri e puri di Rivoluzione Civile. Tutti li a fare a gara per rosicchiare qualche voto al centrosinistra al Senato con il solo fine di rendere ingovernabile il paese. Si, devo ammetterlo, qualche brivido sulla schiena ce l’ho ancora, sopratutto quando apro i giornali e vedo sempre più spesso articoloni sulle presunte rimonte e scalate. Immagino che altri come me, in questo momento, si stanno ponendo il problema. E se poi, dopo questa lunga campagna elettorale, dopo le tante fatiche, a un certo punto ci rendessimo conto che in fin dei conti i banchetti, gli incontri, i volantinaggi non fossero serviti a nulla? E se ancora una volta vincesse la sfiducia verso il cambiamento? E se b&c ce la facessero? E, peggio ancora, se ce la facessero con l’aiuto involontario di Grillo, di Ingroia e di Monti? Il rischio cè, è evidente. Il rischio cè sempre stato, fin dal principio. Nessuno ha mai dato nulla per scontato, dobbiamo tenerlo ben presente. Il sogno non è ancora certezza, almeno non lo sarà fino a Lunedì prossimo, quando l’ultima scheda sarà scrutinata. Ma devo dire la verità, dopo la giornata di ieri, passata con alcuni amici e compagni del Pd di Cassina in Piazza Duomo, tutti questi timori si sono volatizzati. Il bagno di folla riservato ai leader del centrosinistra, la gioia, l’emozione, il calore delle centinaia di persone che erano li in Piazza Duomo fin dal mattino mi hanno rincuorato e in un colpo solo tutti i timori, tutte le incertezze sono svanite. La gioia e la passione che ho visto negli occhi degli uomini, delle donne e dei ragazzi di Piazza Duomo, ieri, mi ha tolto ogni dubbio. La determinazione di Tabacci, la carica di Vendola, la posatezza di Ambrosoli e le dote indiscutibile da uomo di governo di Bersani hanno fatto poi la differenza. Ed è stato li, in quel momento, in quel preciso momento, mentre Bersani si accingeva a chiudere il suo intervento, che mi ha sfiorato un pensiero, una certezza: il paese ha bisogno di queste idee e di questi uomini. Il paese ha bisogno di un governo progressista. Le idee e le persone giuste per cambiare stanno da questa parte, non possiamo certo permetterci di sbagliare ancora.
Questa volta più che mai, è ora di voltare pagina.

Il grillismo per sommi capi


Un Peppino Caldarola in grande forma intellettuale nel delineare i caratteri essenziali del grillismo: " ... un movimento politico che si muove nel solco della tradizione qualunquista –populista largamente analizzata dagli studiosi. C’è l’elogio del popolo virtuoso e normale, c’è la presentazione di un leader ovviamente eccezionale e inafferrabile, c’è l’esaltazione di una democrazia molto controllata dall’alto, c’è l’anticapitalismo del radicalismo di destra e di sinistra, c’è l’ a-fascismo che tanto piace ai sostenitori degli italiani brava gente, c’è il nazionalismo di chi vuole cercare un nemico fuori dai nostri confini, possibilmente nell’odiato tedesco, c’è l’ecologismo delle utopie reazionarie, c’è un gruppo di comando disinvolto che sente il profumo del potere e che si modellerà su questi obiettivi, come accadde anche al fascismo delle origini".

Leggi il resto: http://www.linkiesta.it/beppe-grillo-berlusconi-elezioni#ixzz2LH27kx2d

domenica 17 febbraio 2013

Giornata del ricordo - Alcune precisazioni

Stupisce che il Sito del Progetto Cassina Sant’Agata abbia ospitato, senza un commento critico adeguato, un intervento fazioso, impreciso e con un apparato lessicale fuorviante come quello di Marino Fabris del 12 febbraio. La ‘Giornata della memoria (27 gennaio), secondo Fabris, ricorda l’eccidio degli ebrei e dei dissidenti italiani nei campi di sterminio nazisti: eppure sarebbe stato sufficiente rileggere il testo della Legge istitutiva (L. 211/200) per capire che non di eccidio si tratta (termine decisamente riduttivo rispetto all’enormità dell’evento) ma di Shoah, cioè sterminio del popolo ebraico (= eliminazione fisica totale); in quanto al resto, la Legge ricorda ‘le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati’, e non già i ‘dissidenti’, termine general-generico inappropriato in tale contesto. Basti pensare che molti cittadini italiani di origine ebraica erano fascisti convinti, ma ciò non li salvò dalla deportazione, oppure che i soldati italiano internati dopo l’8 settembre nei campi di Germania (circa 600.000) lo furono solo perché ci fu un cambio di alleanze militari e non perché antifascisti, o ancora alle vittime civili colpite solo per rappresaglia: che centra tutto ciò con i ‘dissidenti’?

 In quanto poi alle considerazioni di Fabris sulla ‘Giornata del Ricordo’, anche qui si semina confusione ad arte , accreditando – per esempio  le stime più grossolane degli ambienti di estrema destra sui 20.000 infoibati (stime di studiosi più accreditati dicono di non più di 8.000 vittime). Ora, se volessimo inoltrarsi nella triste contabilità delle vittime potremmo contrapporre agli 8.000 o 20.000 infoibati italiani le decine di migliaia di vittime della repressione fascista sulle popolazioni iugoslave, e fare a gara a che le spara più grosse, e metter in parata i ‘feroci partigiani comunisti di Tito’ contro i miliziani in camicia nera. Non sfiora nemmeno un attimo a Fabris il pensiero che prima della guerra scatenata da Hitler, Mussolini e soci, in quelle terre che vanno dall’Istria alla Dalmazia convivevano da secoli comunità, etnie, culture e religioni diverse, dando origine ad un crogiolo fecondo e unico,- come ha ben documentato Enzo Bettiza nel suo Esilio - e che tutto ciò sia stato irrimediabilmente compromesso proprio dalla furia devastatrice del conflitto, e che – come sempre –  le conseguenze furono pagate dalle popolazioni civili, italiane o iugoslave che siano. Mi permetto di segnalare, infine, il libro  Qui è proibito parlare  di Boris Pahor – scrittore sloveno, nativo di Trieste, già deportato in campo di concentramento nazista, messo a tacere in Jugoslavia per un lungo periodo per aver denunciato gli eccidi (qui il termine è appropriato) compiuti dal regime titoista, tra i quali anche le foibe : una coscienza libera, che in sé riassume tutte le tragedie del secolo scorso, e che può aiutarci in una riflessione più profonda e meditata su quei fatti.
Marino Contardo

venerdì 15 febbraio 2013

Frutti sani e frutti tossici

Splendidi frutti a buon mercato in esposizione; una mano agile li mette nel sacchetto, infilandone insieme altri meno selezionati con anche qualche scarto un po’ tossico:  è quanto capita a certi banchetti del mercato e uno se ne accorge poi a casa.
Dire cose false in mezzo a tante vere è una perfida tecnica collaudata e riesce anche meglio: le menzogne si mimetizzano e spesso quasi nessuno se ne accorge. Ieri sera a Bersaglio mobile, su La 7, Marco Travaglio ha affermato, insieme a tante cose vere, che i programmi elettorali di tutti i partiti sono ugualmente generici nell’insieme e inconsistenti nel dettaglio.

Non è così.
Chiunque può rintracciare in rete i programmi elettorali in forma integrale o in sintesi e fare le proprie verifiche. Per parte mia esemplifico con l’istruzione, dove posso valutare più a ragion veduta, ma suppongo che anche in altri ambiti sia così.
Mi sembra noioso citarmi, ma ancor più ripetermi: già il 4 gennaio (post Navigare a vista), ma soprattutto il 17 gennaio scorso (post Mille motivi per un voto) ho messo a confronto le varie proposte politiche sulla scuola pubblica e non mi sembra proprio che si possano equiparare e mettere tutte in un calderone unico.


Mi viene anche da constatare che ogni volta che si entra nel merito, e mi riferisco qui alle anche troppe volte in cui ho scritto di scuola e istruzione, non ho mai visto un commento proveniente da una componente della scuola, di condivisione, di critica…”…guarda che non è più così…le cose sono cambiate…”. Nulla.
Indolenza? Acquiescenza? Asfissia dello spirito critico? Rinuncia alla partecipazione? L’indifferenza diffidente rende invisibile qualunque tentativo di dibattito o di collaborazione, dando il proprio contributo a rendere credibili le affermazioni qualunquiste del tipo di quella sentita ieri sera nella trasmissione di 
Mentana.
Franca Marchesi

Povero Silvio


Sabato scorso mi sono avvicinato al duplice banchetto Pdl - Fratelli d’Italia davanti l’Unes (a proposito, gran bell’esempio di coerenza: La Russa & company sono usciti dal pdl e oggi sostengono ancora Berlusconi premier?!?!). Tra i manifesti raffiguranti un Berlusconi più giovane di almeno 10 anni (un leafting pre elettorale o i fan di Silvio avranno riesumato per l’occasione qualche vecchia foto??), i volantini di “Forza Italia” (nostalgia per gli anni d’oro?) e i soliti, noti slogan vuoti ai quali non crede più nessuno, ho recuperato un opuscolo riportante i punti programmatici del Pdl. Tra me e me mi sono detto, ingenuamente, ci sarà pure qualcosa di concreto dietro ai numeri da cabaret a cui Berlusconi ci ha abituati in questa lunga campagna elettorale. E invece no, nulla. Le false promesse demagogiche e i falsi su quanto fatto nel passato che sfoggia ormai giornalmente dalle tv, Berlusconi le scrive pure nero su bianco!

Il repertorio delle balle elettorali è corposo: 

“Abbiamo dovuto votare la tassa dell’Imu, non potevamo sfiduciare il governo dopo tre settimane dalla sua nomina, noi l’Ici l’avevamo abolita” FALSO
L’Ici è stata abolita per i redditi medio bassi dai Governi Prodi, il centrodestra l’ha abolita per i redditi alti, “costringendo” di fatto la sua totale reintroduzione che è stata economicamente più pesante per le famiglie italiane.

“Nel 2010 abbiamo tagliato del 20% gli eletti nelle provincie e nei comuni” FALSO
Sono state proprio lega e pdl a volere l’introduzione di tante nuove provincie, come quella ad esempio di “Monza&Brianza” che ha significato solo più costi per i cittadini senza nessun beneficio in termini di servizi (chiedere ai brianzoli per avere conferma).

“Abbiamo creato 1560000 posti di lavoro con la riforma del lavoro” FALSO
I dati dicono chiaramente che la nuova occupazione sotto i governi Berlusconi in realtà era ”precaria” e cioè giovani occupati a tempo determinato sotto le più svariate e pazzesche forme di lavoro. Senza diritti, senza certezze, senza stabilità.

“Risolta l’emergenza rifiuti a Napoli” FALSO
Una bella spazzata straordinaria non ha certo risolto il problema, che a Napoli come in tante altre città del sud è cronico, risultato di Amministrazioni incapaci e colluse con la Camorra e le organizzazioni criminali.

“A l’Aquila una casa per tutti a tempi di record” FALSO
A quasi quattro anni dal sisma del 2009 ci sono ancora 30000 aquilani che vivono in abitazioni provvisorie, il che conferma la scelta sbagliata del Governo Berlusconi di costruire la “New Town” in periferia invece che occuparsi della ricostruzione dei centri distrutti. Oggi addirittura non sono nemmeno state rimosse completamente le macerie nel centro storico della città.

Riportiamo un ultima chicca, anche perchè sarebbe impossibile commentare tutte le frottole contenute nell'opuscolo.“La legge sul conflitto d’interessi l’ha fatta il centrodestra”. Sarà un errore di battitura, forse un sogno represso, magari un’altra promessa, la più estrema, per raggiungere anche l’elettore più distante. Ma d’altronde, come diceva tempo fa un noto comico “lasciamolo lavorare, povero Silvio, gliele hanno fatte di tutti i colori”. Anche se la frase, questa volta, non la dice quel famoso comico. Sta volta la frase i berlusconiani hanno avuto il coraggio di metterla per iscritto sul loro opuscolo. E’ proprio vero, al peggio non cè mai fine.




martedì 12 febbraio 2013

Tante lacrime sono state versate

Tante lacrime sono state versate: lacrime versate dalle teste porporate del Concistoro, lacrime dalla vaticanista dell’Ansa, lacrime dai fedeli di ogni parte del mondo…:
commozione di chi scopre soltanto ora che non era solo rispetto a legare credenti e non a un Pontefice poco incline ai clamori della comunicazione emotiva;
timore di chi non comprende eventi di portata epocale;
paura dell’ignoto;
spaesamento di chi non sapeva
sensi di colpa di chi sapeva, ma non voleva crederlo.


Come in tutti i terremoti,  scorrono lacrime.
La domanda è: qualcuno sorride? Come in tutti i terremoti, si inorridisce solo a dirlo, c’è sempre qualcuno che ride o sogghigna in segreto, ma, per ora, non è dato sapere.


 In coincidenza con l’anniversario dei Patti lateranensi e a pochi giorni dalle elezioni politiche in Italia, l’annuncio delle dimissioni del Papa ha lasciato attoniti e increduli un po’ tutti. Molti si sono chiesti: ma un Papa può dimettersi? A memoria d’uomo non se ne aveva esperienza. Qualcuno ha pescato nelle proprie reminiscenze dantesche andando a CelestinoV, quello del “gran rifiuto”, ma eravamo alla fine del Duecento!

 Chi ha visto Habemus papam e la chiesa “sull’orlo di una crisi di nervi” del film di Moretti ha subito pensato al film come incredibilmente profetico. Se andiamo oltre la superficie, il fine e disperante affresco di Moretti non ha molto in comune con la svolta che il gesto di papa Ratzinger ha innescato. Nel film l’assenza di energia, il vuoto di valori si traduce in una tragica inadeguatezza, resa ancora più perdente dal tentativo di far superare il problema con la psicoanalisi che si appella ai meccanismi dell’inconscio là dove dovrebbe essere il dominio dell’anima e degli strumenti dello spirito.
Quello di Benedetto XVI non sembra affatto un gesto di inadeguatezza e di assenza di volontà, ma piuttosto un atto che assume responsabilmente l’ umana fragilità e mette volutamente in crisi storica i paludamenti ufficiali di  forma di potere che per poter guardare avanti dovrà cambiare.
 La prima conseguenza “metafisica” di questo fulmine su S.Pietro è che gli strombazzamenti della campagna elettorale hanno dovuto per forza di cose abbassare il volume e questo ha permesso anche di mettere a fuoco chi amplificava artificiosamente il volume in modo esagerato e chi meno.
Franca Marchesi

domenica 10 febbraio 2013

ITALIANI, PIU' POVERI DISINFORMATI E INFLUENZABILI

Queste elezioni potrebbero essere una svolta per l'Italia. Eppure dai sondaggi possibile che debba vedere aumentare soprattutto i personaggi che fanno cabaret o elargiscono sogni?
Capisco che siamo distrutti, arrabbiati con situazioni disperate.
Ma in questo momento, bisogna essere informati e meno influenzabili. Per esempio, non si può dimenticare che fino a pochi mesi fa eravamo governati da Berlusconi-Tremonti.
Perchè non riusciamo a tenere a mente questo importante particolare?
Certo Berlusconi è unico come venditore, ma dopo averlo  votato ci ritroveremmo con un pugno di mosche in mano e con la gente comune  in una nuova terribile situazione economica.
Cosi come Grillo. Bravissimo come affabulatore di piazze. Ma dovesse vincere le elezioni o avere una percentuale molto alta, quindi con  un cospicuo numero di rappresentanti in Parlamento, cosa farà? La governabilità di un Paese  non si potrà fare come promesso nelle piazze, con la sua inimitabile verve comica. 
La politica però non avrebbe dovuto inizialmente ignorare il fenomeno Grillo.
Se una va nelle piazze vede tanti giovani, molti adulti, gente per bene ma preoccupata.
Lui li affascina, li fa sperare in una Società migliore. Ma invece di dargli solo del populista demagogo, io per prima, bisognerebbe dimostrare ai cittadini che, se si legge il suo programma, si nota che  molti sono titoli spesso non applicabili, belli ma non applicabili per la nostra Società in crisi. Può entusiasmare come una pioggia fresca e rinnovatrice che però rischia di diventare un alluvione che travolge tutto.
Infatti se rinnovamento deve essere, per me può esserci sono con un confronto di idee non con slogan: "mandiamoli tutti a casa! E dopo? Chi governa? Casaleggio che istruisce i ragazzi alla prima esperienza via web? Se Grillo si fosse candidato (non può per motivi giudiziari) con il suo carisma si sarebbe comportato alla Berlusconi dando indicazioni di come schiacciare il pulsante in Parlamento? Non voglio assolutamente offendere i giovani del M5S ma riconosciamo che  per il momento non tutti hanno un know-how ed  un'esperienza politica. Lo afferma lui stesso quando proibisce loro di andare in TV o nelle piazze.
Infatti non mi piace che il web sia usato ogni momento per tenersi  sempre in contatto, come una setta, in senso buono. Tutti lo usano ma non in questo modo. Basti ricordare Obama.
Ma si governa così un Paese? No e la dimostrazione pratica è Parma. Pizzarotti, una volta eletto sindaco, sta facendo delle scelte che in campagna elettorale non erano certo previste, come  il termovalorizzatore acceso, e l'IMU che non  può togliere. A differenza di quanto Grillo urla nelle piazze.
Lo ricordo sempre perchè la propaganda è una cosa la realtà è spesso diversa. Vale per tutti.
Se il tuo movimento deve essere di rinnovamento e novità va bene ma sempre nell'ambito delle politiche di governo di un Paese (torniamo alla lira, via dall'Europa etc).
Non mi piace che tu abbia entusiasmato con il tuo carisma e ves-comica le piazze. Hai toccato le corde della rabbia e la disperazione del cittadino ma  poi non spieghi approfonditamente come risolvere i problemi e dove trovi i fondi.
Infatti il mio timore è che voi,  tu insieme a Berlusconi e Ingroia, per non parlare di Monti, dopo che sarete riusciti ad ottenere l'ingovernabilità, cosa avrete concluso?
La  tua non è certo una rivoluzione reale. Ma allora perchè invece di pensare solo alla tua vittoria, perchè tale è, non accetti  l'esistenza di altri politici? Ci sono anche delle persone per bene e preparate dall'altra parte, non solo corrotti.
Ho letto che vorresti inserire nella Costituzione "la ricerca della felicità", lavoro per tutti e 36 ore max alla settimana. Bello. Ma queste proposte sono state fatte nella stanza di Casaleggio? Come fanno i tuoi rappresentanti a portare avanti questi input, come esecutori terminali di un progetto, in Parlamento?
Grillo l'economia di una Società è molto più complessa e globale. Tu dovresti saperlo meglio di me.
Come detto tante volte, alcuni titoli del tuo programma sono interessanti e reali. Ma è come li svolgi che non sono applicabili.
Anche in altri programmi, come quello del centro-sinistra, ci sono molte problematiche simili (lavoro, ambiente, scuola, ricerca etc) ma vengono esaminate e spiegate se fattibili realmente con coperture economiche.
Infatti nella vita quotidiana è il denaro che ci permette di vivere. Purtroppo senza, ogni promessa evapora nell'aria come fumo.
Spero che il cittadino capisca che, mai come in queste elezioni, dobbiamo votare non per un sogno ma per risolvere tutti insieme un'emergenza : ricostruire  un Paese.
Antonietta

sabato 9 febbraio 2013

Una questione di dignità


Scegliere per chi votare, il prossimo 24 e 25 Febbraio, non sarà poi così difficile per i cittadini lombardi. Il voto, questa volta, non scaturirà da questioni ideologiche, tanto meno non rifletterà il “senso di appartenenza” di ognuno di noi. Non si voterà seguendo il proprio credo politico o magari sulla base dei programmi presentati dai candidati. La scelta del futuro Presidente di Regione Lombardia non sarà dettata dentro il quadro del confronto politico e della logica di alternanza, che ogni democrazia moderna, a tutti i livelli, conosce. No, a questo giro non sarà così. Tutto questo, oggi, passa in secondo piano. A trascinare Il voto in regione, tra due settimane, sarà prima di tutto la voglia di riscatto e quella di mettersi alle spalle un periodo buio e infamante per la Lombardia e per i lombardi. Votare sarà soprattutto una questione di dignità. Le innumerevoli indagini, le più ignobili accuse, i titoli sui giornali che hanno fatto il giro dell’Italia e dell’Europa, i presunti affari sporchi dentro le più alte istituzioni regionali hanno quasi risvegliato una regione addormentata da vent'anni di Formigoni. La Lombardia, che ha anticipato, ricordiamolo, inventato per prima il “berlusconismo” che poi è dilagato, per prima, forse, oggi se ne vuole liberare, disillusa non solo dalle false promesse, ma anche dal sogno del “ghe pensi mi”, dell’uomo solo al comando.

Le indagini che riguardano consiglieri e assessori della ex Giunta Formigoni hanno decretato la fine del governo lombardo del centrodestra. Sarebbe bastato questo per spazzare via lo strapotere di lega e pdl in regione e spianare la strada all'alternativa rappresentata dal centrosinistra di Ambrosoli. Purtroppo non sarà così facile, la destra si è ricompattata. Ma sostenerli, lo sappiano bene gli elettori, significa continuità, significa investire ancora in quel sistema di potere rappresentato da  Formigoni e dalla sua cricca. Del resto il nuovo, vecchio centrodestra lombardo non lo nasconde. “Continuità con il buon governo della Lombardia” questo è lo slogan scelto da Maroni. Parlare di buon governo, per una alleanza quella di lega-pdl, che è caduta a poco più di un anno dal suo insediamento per le inchieste piombatagli addosso, è del tutto fuori luogo. Forse, quando parlano di continuità, si riferiscono al fatto che la lega ricandida sette dei venti consiglieri uscenti, cinque dei quali indagati nell’ambito dell’inchiesta sui rimborsi al Pirellone. Tra questi Angelo Ciocca, mister 19000 preferenze, filmato dai Carabinieri mentre si incontrava con Pino Neri, boss ‘ndranghetista di primissimo piano, finito in carcere nel 2010. E come dimenticare le inchieste su Renzo Bossi per i fondi alla lega, l’inchiesta per dossieraggio sull’ex Assessore leghista  Monica Rizzi, l’inchiesta per tifo violento a carico del consigliere della lega Daniele Belotti, l’inchiesta per corruzione che ha portato alle dimissioni dell’ex Presidente del Consiglio Regionale leghista Davide Boni. Tutte vicende che la Lega non può cancellare e che i lombardi ricorderanno al momento del voto. Per il buon governo in Lombardia serve il cambiamento, un vero cambiamento, non certo la continuità con quanto abbiamo vissuto in queste ultime quattro legislature.