Dire cose false in mezzo a tante vere è una perfida tecnica collaudata e riesce anche meglio: le menzogne si mimetizzano e spesso quasi nessuno se ne accorge. Ieri sera a Bersaglio mobile, su La 7, Marco Travaglio ha affermato, insieme a tante cose vere, che i programmi elettorali di tutti i partiti sono ugualmente generici nell’insieme e inconsistenti nel dettaglio.
Non è così.
Chiunque può rintracciare in rete i programmi elettorali in forma integrale o in sintesi e fare le proprie verifiche. Per parte mia esemplifico con l’istruzione, dove posso valutare più a ragion veduta, ma suppongo che anche in altri ambiti sia così.
Mi sembra noioso citarmi, ma ancor più ripetermi: già il 4 gennaio (post Navigare a vista), ma soprattutto il 17 gennaio scorso (post Mille motivi per un voto) ho messo a confronto le varie proposte politiche sulla scuola pubblica e non mi sembra proprio che si possano equiparare e mettere tutte in un calderone unico.
Mi viene anche da
constatare che ogni volta che si entra nel merito, e mi riferisco qui alle
anche troppe volte in cui ho scritto di scuola e istruzione, non ho mai visto
un commento proveniente da una componente
della scuola, di condivisione, di critica…”…guarda che non è più così…le
cose sono cambiate…”. Nulla.
Indolenza?
Acquiescenza? Asfissia dello spirito critico? Rinuncia alla partecipazione? L’indifferenza
diffidente rende invisibile qualunque tentativo di dibattito o di
collaborazione, dando il proprio contributo a rendere credibili le affermazioni
qualunquiste del tipo di quella sentita ieri sera nella trasmissione di Mentana.
Franca Marchesi
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