Ogni paese ha una propria personalità. E il nostro? Come rammentano le
piastrelle affisse in vari punti di Cassina de’ Pecchi, il nostro Comune nel
1999 ha ricevuto il riconoscimento di "Città sostenibile delle bambine e
dei bambini, relativamente ai comuni con popolazione inferiore a 50.000
abitanti.
Dobbiamo tenere ben presente che l’ambiente
urbano e l’ambiente scuola che noi
offriamo ai piccoli cittadini influisce sulla loro crescita, sulla loro predisposizione
alla responsabilità e alla solidarietà piuttosto che al bullismo e ai
vandalismi; influisce dunque sul futuro della società stessa e sulla sicurezza
e qualità di vita di chi abita il territorio.
Di fronte all’idea di scuola, sia pure ancora vaga, che emerge dal
Pgt proposto e adottato dalla Amministrazione attuale, viene da chiedersi:
Ø
ha senso concentrare in un mega-polo scuola
primaria e secondaria, demolendo totalmente gli edifici attuali?
Ø
Siamo in grado di valutare l’impatto sui bambini
delle nostre offerte culturali, ricreative, di istruzione?
La pianificazione urbana non può sottrarsi al riconoscimento dei bisogni sociali,
sportivi e scolastici dello sviluppo dei bambini e dei giovani e di come
favorire l’integrazione delle varie esperienze.
Tutto questo per dire che esistono dei criteri che dobbiamo tenere
presenti quando pianifichiamo strutture sportive o scolastiche destinate ai più
giovani:
o
Il primo, in ordine anche di importanza, è il
criterio pedagogico cardine: al centro
c’è il bambino, l’alunno. Questo taglia la testa a qualunque altra
motivazione di comodità, di estetica o altro. E per il bambino “piccolo è
bello”. All’estero ci sono paesi dove fanno il banco dei negozi basso per
permettere ai bambini di andare a fare la spesa ed essere visti e serviti senza
problemi …
o In
quest’ottica ogni ciclo scolastico
si identifica con un edificio con una
sua fisionomia specifica;
o Il
criterio dell’educazione all’autonomia
nella mobilità e dell’educazione a una mobilità sostenibile, come lo
sviluppo dei percorsi ciclo pedonali e il progetto Pedibus perseguono,
privilegia centri scolastici decentrati, raggiungibili da più parti;
o
Da ultimo, non per importanza, il criterio urbanistico conservativo che oggi
ovunque consiglia di fare manutenzione dell’esistente già funzionante e
funzionale, sia pure non esente da difetti.
Le città invisibili di Italo
Calvino esistono solo nell’immaginazione di Marco Polo che con la sua
narrazione può creare mondi, ma non può distruggere l’inferno dei viventi: per combatterlo, come si può leggere
nell’ultima pagina del romanzo, non si può far altro che valorizzare quello che inferno non è.
Franca Marchesi, 1 febbraio 2013
Mi sembra che i criteri di cui tu parli, scontati e logici per tutti quelli che hanno a cuore la vivibilità di una città e il suo saper essere a "misura di bambino", sono stati completamente dimenticati dai nostri amministratori e dai partiti che li sostengono. Non ci rimane altro da fare che sperare in un dolce ma determinato sollevamento popolare.
RispondiEliminaBasterebbe leggere con il "cuore" quanto scritto da Franca per far cadere tutto il "castello" del Piano di Governo del Territorio della Giunta targata D'Amico !
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