sabato 30 marzo 2013

Cosa stiamo facendo in Parlamento - da Lia Quartapelle


Cari sindaci, amministratori e segretari di circolo,

nei nostri incontri di queste settimane tutti mi avete fatto ben presente che una delle prima cose di cui deve occuparsi il nuovo Parlamento, pure tra tutte le difficoltà di ordine politico che conosciamo, sono da un lato l'allentamento del patto di stabilità per le spese di investimento dei Comuni virtuosi e dall'altro lo sblocco dei pagamenti della pubblica amministrazione.
Vi scrivo dunque brevemente per informarvi di quanto stiamo facendo:
- è stata istituita una Commissione speciale che sta lavorando in questi giorni, tra le altre cose, per aggiornare il DEF e permettere quindi lo sblocco di una parte di risorse (20 miliardi di euro nel 2013) necessarie per il pagamento dei debiti della Pubblica amministrazione nei confronti delle imprese. Camera e Senato sono convocate martedì 2 aprile per votare l'aggiornamento del DEF;
- come PD stiamo presentando una mozione, che allego, che invita il governo a adottare misure urgenti per consentire ai Comuni di pagare i debiti con le imprese, per adottare la golden rule e per escludere i comuni tra i mille e i 5mila abitanti dall'applicazione delle regole del patto di stabilità interno;
- come PD presenteremo una proposta di legge, promossa dal deputato Baretta, per favorire lo sblocco dei pagamenti alle imprese. La proposta di legge è fatta di un solo articolo che recita "I comuni possono escludere dal saldo rilevante ai fini del rispetto del patto di stabilità interno relativo all’anno 2013, i pagamenti dei residui passivi in conto capitale per un importo corrispondente all’avanzo di cassa risultante dal rendiconto dell’esercizio 2012".
Vi sarei molto grata se riusciste a farmi avere i vostri commenti in merito alle azioni che stiamo mettendo in campo come gruppo parlamentare, critiche e suggerimenti sono ovviamente ben accetti.
Inoltre vi informo che nelle prossime settimane mi piacerebbe incontrare personalmente ognuno di voi per conoscere la vostra realtà locale e discutere le istanze che vorreste fossero portate a Roma.
Probabilmente siete informati già da altri di queste iniziative, ma data l'urgenza e importanza dei provvedimenti, ci tenevo a reiterare il messaggio.
Un abbraccio, buona Pasqua
-- Lia Quartapelle
Camera dei Deputati - XVII Legislatura

giovedì 28 marzo 2013

Lo stato nascente del moVimento

Dal Blog di "Lettera43"

Ammesso e concesso che il moVimento di Grillo sia uno di quei moti sociali studiati dai sociologi nelle loro analisi, i quali più o meno scientificamente traggono dal divenire storico un “modello” – ove dal fluire diacronico degli eventi colgono  l’elemento invariante, sincronico,  di tutti i movimenti–, c’è da chiedersi: il M5s è ancora in evidente stato nascente, in quella condizione pre-liminare in cui un movimento è ancora in incubazione, o è già crisalide? Ed è possibile prevedere quali esisti storici potrà avere questo stato nascente? Secondo l’inventore della formula, Francesco Alberoni, ci sono quattro  possibili modi di esiti ultimi dello stato nascente.

A) Viene represso nel sangue (come gli Albigesi). Questa  è ipotesi da scartare perché non sono più quei  tempi. Benché girino nel mondo sguardi truci come quello di Sallusti e mascelle digrignanti come quella di Belpietro,  non c’è un Villain  all’altezza  che possa pronunciare la terribile frase: “Uccideteli tutti, Dio riconoscerà i suoi” rivolta a chi faceva notare al re cattolico assediante  che nella rocca ove si erano rinserrati gli eretici ci potesse essere qualche buon cristiano.
B) Si estingue in quanto la gente non ci crede più e va altrove. È esito possibile questo benché prematuro. Piazza San Giovanni è ancora troppo calda.
C) Il movimento si esaurisce  in una vampata come nel caso dell’orgiastico movimento hippie oppure come il ’68, ossia non si materializza in una istituzione (Partito, Chiesa, Fondazione, Istituto  ecc) però resta la nostalgia del paradiso perduto.
D) Diventa un’istituzione o si integra in una preesistente .  È il caso dei movimenti pauperistici ed evangelici del Medioevo (francescanesimo, domenicanesimo, valdesi, dolciniani) in parte chiusi in un Ordine e in una Regola e incorporati nella Chiesa universale, in parte esclusi e destinati a fondare una loro Chiesa.

Il MoVimento è in una fase di tumultuosa crescita e rifiuta sistematicamente l’opzione realistica e storica: diventare una istituzione o contribuire  a una preesistente (Parlamento). È nella fase, incredula, in cui c’è ma  fa finta o crede sinceramente  di non esserci. Vuole rimanere nello “stato di grazia” del moVimento assoluto, nell’effervescenza perenne dello stato nascente, quello millenarista, profetico (gli insulti di Grillo sono come le invettive di Isaia, di Giovanni il Battista) dove l’ebbrezza del Vaffa scalda i cuori e rinsalda i vincoli della comunità e fa vibrare la Rete. I post dove si insulta e si difende la purezza della comunità dalle tentazioni del Secolo,  sono in assoluto i più commentati nel blog (oltre 18.000 quelli di Bersani morto che cammina, oltre 9000 quelli dei “puttanieri” di regime, su una media di 3-4000 commenti dei post ordinari).

Ma già nel MoVimento c’è qualcuno che sente il fascino della Istituzione, la seduzione della Dignità delle Cariche, già vedi le frequentazioni discrete della Buvette, l’uso cauto della Macchina Blu (definita  con una bugia  linguistica “Auto aziendale”). Sì perché la prima rivoluzione,  sia quando stai nel Movimento che quando approdi nell’Istituzione,  è terminologica – le cose ci sono da sempre, sono i nomi a cambiare-,  è parlare al Secolo  con il proprio linguaggio o accettare quello del Secolo con le vecchie tracce del proprio, con le dovute perifrasi della langue de bois degli  integrati.  Se il movimento sposa le istituzioni può fare le riforme, contribuire alla Renovatio ecclesiae,  facendo confluire lo stato nascente nell’alveo del grande fiume. Occorre che il seme muoia perché la pianta nasca. Oppure restare nella fase millenaristica di rivoluzione permanente che dura finché dura. Diceva Tom Hydin, fondatore del movimento studentesco americano (SDS) poi andato sposo a Jane Fonda: «La differenza tra un riformista  e un rivoluzionario è che il riformista fa la rivoluzione per gli altri, mentre il rivoluzionario la fa per se stesso». Quale sarà perciò l’esito del moVimento? Indovinala Grillo!

martedì 26 marzo 2013

Almeno proviamoci

Che l’ultima tornata elettorale sia stata viziata da una gran voglia di cambiamento, è sotto gli occhi di tutti. Che una grossa fetta di elettorato si sia rivolta a liste e movimenti portatori di un messaggio di novità è un’altrettanta certezza. Il voto del Febbraio scorso ha dato ragione, in sostanza, a quanti in campagna elettorale hanno predicato rinnovamento e rigenerazione. Il rinnovamento, quello vero, oggi, è a portata di mano. Abbiamo il Parlamento più giovane e con il maggiore numero di donne della storia repubblicana. L’età media di deputati e senatori è di 48 anni. C'è ed è quasi palpabile la voglia di voltare pagina, di scrivere una storia nuova e l’entusiasmo con il quale questi propositi si manifestano, sono certamente apprezzabili e devono essere sostenuti, al di là e prima di ogni nostra convinzione politica. Davanti a noi abbiamo un’occasione unica, forse irripetibile, per provare a cambiare davvero le cose e farlo dal di dentro delle istituzioni. Fermare sul nascere questo tentativo, impedire questa necessità vitale per il paese sarebbe un suicidio. Non posso credere che i nuovi giovani parlamentari del Movimento 5 Stelle e del centrosinistra primi di ogni altro, non lo capiscano. Prima delle convinzioni e delle ideologie viene il bene comune, cè la salvezza del paese. Un eletto grillino e un eletto del centrosinistra se si siedono intorno ad una tavolo trovano 10, 100, 1000 cose che li uniscono. Sono pronto a scommetterci. Allora proviamoci, almeno quello.

Il Crimi dormiente

Aveva ironizzato su Naplolitano dicendo che Grillo lo aveva tenuto sveglio. Ma lui che non è proprio sveglio come un grillo non ha resistito alle emozioni della carica e ha ceduto di schianto a un sonnellino ristoratore.... Il nuovo che avanza... zzzzzzzzzzzzzzzz

Il capo gruppo M5s del Senato Vito Crimi in braccio a Morfeo

domenica 24 marzo 2013

Agenda: iniziativa 25 marzo

I miti regressivi della politica - religione

Carl Schmitt (1888 -1985)
Da sempre la politica ha mutuato dalle religioni il linguaggio  e la “visione”.  Gramsci fu fortemente impressionato  dalla religione cattolica, non solo per la sua penetrazione nel territorio con la rete delle parrocchie che in qualche modo il suo partito di massa doveva ricalcare,  ma anche dal  suo irraggiamento  profondo nella  coscienza collettiva, sull’immaginario e l’interiorità delle masse popolari. E anche l’invocazione che egli faceva della cosiddetta “riforma intellettuale e morale”,  mutuata dal teologo spretato Ernest Renan,  aveva risonanze non solo mentali-culturali ma si appellava  a una forma di rinnovamento interiore come quello operato dalla Riforma protestante sulle coscienze. Che la politica sia religione mondanizzata, del resto,  è stato un celebre assunto di  Carl Schmitt da cui è facile  apprendere che essa è pensiero teologico secolarizzato.
Ciò che sorprende oggi  è che dalla caduta delle ideologie ci si poteva attendere, finalmente, un “abbassamento” stilistico dell’immaginario e del frasario politico, un suo definitivo ingresso nella politica tutta cose che agevolmente ci avrebbe introdotti in una stagione riformista, fatta di idee  non più chiuse in quegli involucri totalizzanti che sono le ideologie, ma sciolte e libere, e rese più “operative” dall’unica ideologia accettabile:  quella del  fare .

E invece occorre di corsa riprendere in mano la Teologia politica del pensatore-giurista tedesco e cercare di comprendere che la politica parla ancora quel linguaggio arcaico, pre-logico,  ma l’unico, sembra, ancora capace di trascinare le masse come all’epoca dei profeti o degli apostoli. 

sabato 23 marzo 2013

TRAVAGLIO, HAI STUFATO!

Anche la tua, iniziata come informazione di denuncia, oggi passa solo un'idea di astio e fango.
Essendo il megafono di Grillo non se se tu hai fatto scuola a lui o viceversa.
Una cosa è certa. Se dopo tue accuse pesanti, magari  anche vere, rivolte a qualcuno,  rifiuti però il confronto con l'accusato, questo fa sorgere molti dubbi.
Dopo aver lanciato accuse infamanti al nuovo Presedente del Senato, ex-capo Antimafia Piero Grasso, alla sua richiesta telefonica di un confronto urgente hai fatto sapere che lo accetti solo se avviene a Servizio Pubblico giovedì prossimo. Ma dato che, giustamente, il senatore ha fatto presente che non vuole aspettare una settimana per incontrarti, è stata proposta e accettata sia da Grasso che dalla rete La7, il talk show Piazza Pulita di lunedì.  Ma tu "grande" giornalista hai rifiutato.
E' squallido per due motivi.
Primo: se la tua documentazione e le tue prove sono esatte, non dovrebbe interessare il luogo dove avviene il confronto, va bene persino un bar!
Secondo: Santoro, per puri motivi di audience e scoop, ha concordato con te che il confronto si può fare solo nella sua trasmissione. A te va benissimo, così sei protetto dal  "grande conduttore". D'altronde è  avvenuto in altre serate che Santoro, dopo tue esagerate filippiche, e conseguenti reazioni, è dovuto intervenire a difenderti.
Da solo pensi di non farcela? Peccato! Il pubblico capirà che alla fine non sei quel bravo autonomo giornalista che pensi di essere e... sarebbe anche ora!
Sei come alcuni quotidiani di destra che, spesso, buttano fango sulle persone (vedi Boffo) e, in caso di errore, non chiedono nemmeno scusa.
Il tuo tipo di giornalismo non mi piace perchè non è nè denuncia nè pluralismo d'informazione ma solo astioso monologo.
Infatti sia tu che Grillo buttate il sasso ma poi ritraete la mano evitando il confronto. Troppo comodo e semplice.
Solo per questo il cittadino non dovrebbe credervi/votarvi.
Ripeto o dai notizie vere, accettando il confronto con chi hai denunciato, altrimenti smettila.
Essere il giornale-sponsor di Grillo non ti autorizza, per esempio, a distruggere e deridere tutti i suoi avversari politici. Basta il suo Blog a fare questo lavoro.
Perciò ribadisco: hai ragione? Bene, vai in qualsiasi trasmissione. Il confronto serve proprio a far venire a galla la verità.
Ma soprattutto Santoro! Va bene la visibilità e il tuo forte ego ma, in situazioni delicate come queste, mettiti per una volta da parte e lascia decidere l'interessato!
Così potrei vedere finalmente la personale e libera scelta di Travaglio. Se, come penso, sarà di non  andare in altri talk show, io cittadino ne trarrò le dovute conseguenze.
Soprattutto che non è un bravo giornalista ma un semplice, fazioso e rabbioso scribacchino.
Antonietta

Pensiero politico di Gramsci sui demagoghi

Pensiero di Antonio Gramsci:

 --- Il "demagogo" deteriore pone se stesso come insostituibile, crea il deserto intorno a sé, sistematicamente schiaccia ed elimina i possibili concorrenti, vuole entrare in rapporto con le masse direttamente (plebiscito, grande oratoria, colpi di scena, apparato coreografico fantasmagorico: si tratta di ciò che il Michels ha chiamato << capo carismatico >>) . Il capo dalla grande ambizione, invece, tende a suscitare uno strato intermedio tra sé e la massa, a suscitare possibili "concorrenti" ed uguali, a elevare il livello di capacità delle masse, a creare elementi che possano sostituirlo nella funzione di capo. Egli pensa secondo gli interessi della massa, e questi vogliono che un apparato di conquista e di dominio non si sfasci per la morte o il venir meno del singolo capo, ripiombando la massa nel caos e nell'impotenza primitiva.
Antonio Gramsci

A. Gramsci "Quaderni del carcere" - Quaderno N° 6---

Gramsci sbagliava in questo pezzo solamente ad attribuire a Michels la locuzione di "capo carismatico" perché in effetti era di Max Weber di cui Michels (che visse e morì in Italia) fu allievo. Per il resto si conferma quello strepitoso pensatore politico che fu. In altri luoghi, nei Quaderni, Gramsci, non sapendo cogliere il carattere strutturale dell'analisi dei partiti politici di R.Michels (e il suo approccio scientifico, non ideologico)  lo criticò aspramente. Ma Michels aveva più di lui visto giusto sulla natura (fisiologia e patologia) dei partiti politici. Ma ritornerò sull'argomento, visto che un comico analfabeta sta portando la patria del pensiero politico - l'Italia di Machiavelli, Guicciardini, Mosca, Pareto, Michels e Gramsci - al macello.


Su Robert Michels rinvio al mio pezzo per "Lettera43"


http://brododicoltura.blog.lettera43.it/2013/03/10/perche-il-principio-“uno-vale-uno”-in-politica-e-una-balla-spaziale-2/

Armageddon!

Appena ho visto la foto che il Corriere ha messo a corredo dell'articolo sull'incarico esplorativo dato da Napolitano a Bersani, mi e' venuto in mente il film Armageddon con Bruce Willis, Ben Affleck e la bella Liv Tyler e in particolare la canzone dei Bon Jovi che ne fa da colonna sonora.



Lo sguardo rivolto a terra, concentrato ed impegnato, il saluto augurale dei due corazzieri, anche loro consci del difficile compito che gli aspetta, difficile quanto volare a bordo di due Shuttle, raggiungere un asteroide diretto verso la terra e, facendolo saltare in aria, scongiurare la fine del mondo.



Buona fortuna segretario e grazie per il tuo lavoro.

mercoledì 20 marzo 2013

Strategia di Grillo

La sola possibilità, dati i risultati elettorali, per una formazione di governo (senza PDL!) potrebbe avvenire solo con i parlamentari del M5S.
Ma inutile sperare in un ripensamento dei guru Grillo/Casaleggio.
Infatti qualsiasi proposta innovativa, interessante, costruttiva da parte del PD e anche dai nuovi Presidenti delle Camere viene subito distrutta o rilanciata a modo suo.
Esempio:  la presidente della Camera Boldrini e del Senato Grasso hanno detto che si decurteranno lo stipendio del 30% oltre a tante altre proposte di risparmi istituzionali. Un buon inizio.
Naturalmente cosa si legge oggi sui quotidiani?
Grillo  che dice ai Presidenti: "Non va bene si decurtino lo stipendio della metà".
Avessero proposto il 50% Grillo avrebbe rilanciato  60% e così via.
Sembra con lui di essere ad un asta ma siamo in Parlamento dove si devono fare scelte per noi cittadini. Certamente si può fare di più per gli stipendi. Io per prima lo spero.
Ancora Grillo " I tagli non bastano. I parlamentari devono dimezzarsi lo stipendio e rinunciare ai rimborsi elettorali previsti per questa legislatura come  fa M5S". Premesso che anche loro ricevono lo stipendio parlamentare intero, ne prendono solo 2500 euro ma il rimanente resta in ogni caso in un fondo del Movimento, da usare come vogliono. Ma non ritorna nella "cassaforte" dello Stato.
Infatti questo si potrà fare solo con l'approvazione di una legge e anche il PD ha una proposta simile. Non è quindi il caso di fare i primi della classe e passare informazioni non corrette al cittadino. Ci si deve invece confrontare.
Elettori , ma chi avete mandato in Parlamento?! Li avete votati per protesta ma spero vi stiate rendendo  conto in che situazione, ancora più difficile, rischiano di mettere il nostro Paese.

Votiamo i grillini? Si…ma


Grillini
Visto che vogliono essere votati in quanto grillini, ma non votano altri (che  fanno, come si sa, schifo secondo loro), io proporrei ai nostri Parlamentari di votare i grillini per le varie Vice Presidenze, Questori e Presidenti Commissione in quantità proporzionale al loro peso elettorale ma……..

Non votare i nomi che propongono i grillini stessi.

ANZICHE’ il cittadino grillino A, votiamo un altro cittadino grillino.
Per correttezza istituzionale dobbiamo votare un grillino non” quel” grillino.

Roberto Bertolotti

martedì 19 marzo 2013

Un nuovo progetto per Cassina

Il Partito Democratico di Cassina de' Pecchi, attraverso un'osservazione al PGT del centrodestra, lancia una proposta alternativa per il futuro del nostro paese: consumo di suolo zero e riqualificazione del territorio gia' urbanizzato.

Partendo da questi punti incominciamo a discutere con le altre forze politiche, con gli enti, con le associazioni e con tutti i cittadini per progettare insieme il futuro di Cassina de' Pecchi.


Il testo completo del documento sul sito del Progetto Cassina-Sant'Agata.

domenica 17 marzo 2013

Iniziativa 25 marzo



Un buon inizio

Oggi una buona notizia per il centrosinistra e penso per il paese. Camera e Senato hanno eletto i suoi Presidenti. Due personalità di spessore, due ottimi candidati che infatti hanno raccolto voti che sono andati oltre gli schieramenti con cui sono stati eletti. Finalmente dopo giorni passati tra strategie e ammiccamenti, a volte un po incomprensibili, finalmente torna la politica, finalmente torna la capacità di mediazione e di portare a casa il risultato. Ed è il Partito Democratico ad aver messo in opera la mossa vincente che ha fatto convergere su Grasso ad esempio anche i voti di qualche grillino. Ogni altro commento è superfluo. Un buon inizio. E, come mi ha suggerito un amico, mi viene da pensare che per questa volta è stata la scatola di tonno ad aprire l'apriscatole.

sabato 16 marzo 2013

Un Papa per esempio

 In fondo lo sappiamo tutti, ma pensiamo che si possa sempre traccheggiare, rimandando all’infinito ogni posizione decisiva.
Eppure viene il momento della resa dei conti, vengono al pettine nodi sempre più brutti quando per lungo tempo si è peccato in inadempienze, in calcolo, in colpevoli omissioni, eludendo i problemi e stendendo veli impietosi sul marciume.
La cosiddetta questione morale nella politica che per la destra non è mai stata una questione, ma uno “status” corrispondente a un dato di realtà,  per la sinistra è diventata una macroquestione foriera di infiniti danni non solo d’immagine.

Per la Chiesa cattolica la mancanza di trasparenza, la latitanza del buon esempio stava raggiungendo dimensioni ecumeniche, mentre “il marcio” - visto già profeticamente da Papa Wojtyla, alla fine dei suoi giorni, come il problema – troppo a lungo coperto, tollerato, non isolato, diventava costume, si stava facendo destino.

Il nuovo Arcivescovo di Roma, chiamato a presiedere la Chiesa cattolica, non si è solo presentato con i toni meno formali e curiali pensabili.
Papa Francesco si è offerto a tutti gli uomini di buona volontà con un paniere  di doni preziosi, generosi, alcuni prossimi all’estinzione nella loro rarità: la sobrietà, la semplicità spontanea, la mitezza, la modestia, la calma del forte, l’attenzione a chi lo ha preceduto, la trasformazione dei fedeli da sudditi in protagonisti, il coraggio della concretezza… il tutto nella composta efficacia e autenticità di pochi gesti.

Una svolta? La Chiesa curiale e affaristica spesso aveva copiato i toni e i caratteri della peggiore politica, quella che aveva allontanato i cittadini dalle istituzioni, eroso la fiducia nella rappresentanza e spianato la via all’intrallazzo.

Ora sarà la politica a dover prendere ad esempio la Chiesa impersonata dal nuovo successore di Pietro, ritrovando la via per fare propria la passione e la cura per il bene comune.
                                                                                         

Franca Marchesi, 15 marzo 2013

mercoledì 13 marzo 2013

Grillo non sbarrare le porte

In questo momento delicato e difficile il risultato delle elezioni continua a preoccuparmi soprattutto per l'atteggiamento tenuto da Grillo rispetto ad un'ipotesi di  un accordo con il Partito Democratico in Parlamento.
Ora che ha dimostrato che il cittadino ha urlato la sua rabbia e disperazione premiandolo con un voto di protesta, deve riuscire a trasformare questi voti in leggi che rispondano alle pressanti urgenze che il nostro Paese ha, per non fallire.
Invece continua ancora con i suoi editti : non daremo fiducia, non faremo accordi con nessuno, i partiti devono morire tutti e saremo noi che governeremo con il 100% dei parlamentari del M5S!
Ma il Paese ha bisogno oggi di leggi urgenti sul fronte sociale e del lavoro, sull'istruzione e la ricerca, sul mondo industriale, sull'economia verde e altro. Leggi che darebbero  un pò di respiro al nostro Paese. Si è battuto in campagna elettorale per molte di queste leggi e ora che potrebbe attuarle o per lo meno confrontarle con il PD cosa sa dire al giornalisti stranieri ?
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Il Movimento 5 Stelle punta ad avere il 100% per cento di deputati e senatori, e completata la sua rivoluzione, non avrà più ragion d'essere e si scioglierà. Beppe Grillo in un'intervista a 'Time'. "Vogliamo il 100 per cento del Parlamento, non il 20 o il 25% o il 30%. Quando il movimento otterrà il 100% e i cittadini saranno diventati lo Stato, il Movimento non avrà più bisogno di esistere. L'obbiettivo è scioglierci". "Io canalizzo tutta questa rabbia in un movimento popolare, che poi va e governa. Dovrebbero ringraziarci uno per uno". "Se fallissimo - ha avvertito - in Italia si rischiano violenze di piazza. Se crollassimo noi, arriveranno.
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 Grillo, non è un messaggio decisamente rassicurante per chi ti ha votato e conta su di te.
Non costruisce niente. Inoltre chiedere il 100% e poi chiudere il movimento che senso ha?  Senso di vittoria sugli altri? Se un progetto è buono ma costruttivo dovrebbe continuare ad esistere nelle istituzioni.
Infatti sono queste affermazioni che mi fanno dubitare fortemente circa la tua voglia di costruire  una Società più sana.
Infatti molti dei tuoi amici di sempre e chi ha anche partecipato con te all'idea di questo movimento, oggi ti fa notare che non è il momento di sbarrare le porte.
Spero che qualcuno riesca a farti ragionare. Anzi te lo chiede molta parte del popolo italiano.
Questa l'intervista a Jacopo Fo.

MERITOCRAZIA nel mondo recente e nell’era preberluscacea

 Test: quale delle due storie vedete come una “storia dell’altro mondo?”
Storia n.1
Una autrice e conduttrice di punta delle reti Mediaset di grande successo popolare legato a talk show, talent show e storie-personali-show - intervistata da Fabio Fazio domenica scorsa - dichiarava  che tra i suoi primi lavori (sic!), dopo la laurea in giurisprudenza conseguita a Pavia col massimo dei voti, c’era stato quello di redigere, per circa due anni, tesi di laurea a pagamento (vendere è una brutta parola…) per studenti bisognosi di concludere.

La presentatrice lo affermava con l’aria furbetta e soddisfatta del liceale che passa i compiti a mezza classe, sentendosi il più bravo e sgamato di tutti…
Very normal show… nel cuore del “Nord”, non a Tirana o in altri paesi dove sbarcare il lunario con soluzioni disinvolte è appunto la norma.

Naturalmente, a parte un lieve imbarazzo di Fazio, nessuno si è scandalizzato: via… siamo persone di mondo, mondo televisivo, mondo mediaset: chi non ha mai fatto il furbo non può pensare di fare scuola e si guarderà bene dal lanciare la prima pietra.


 Storia n. 2
Qualche decennio fa una quasi-laureata in filosofia a Milano “arrotondava” insegnando lettere in una scuola privata parificata ( si chiamavano così quando la statale era detta “pubblica”). Lo faceva soprattutto per guadagnare quel punteggio in più che le avrebbe consentito di entrare in ruolo prima che finissero tutte le occasioni.

A fine anno le viene richiesto, in occasione degli esami di maturità, di svolgere dietro ricompensa dei temi -  i cui titoli erano stranamente noti, anche se non c’era ancora internet… -  per alunni della detta scuola presenti come candidati.
La persona in questione si è rifiutata, ha invitato la disinvolta dirigente a rivolgersi a qualcun altro e si è presa una dose di insulti mentre usciva a testa alta dalla porta.

Durante le vacanze estive un trafiletto del Corriere milanese informava che la scuola parificata, lautamente pagata da molti studiosi figli di papà, veniva chiusa e la dirigente era agli arresti.
La studentessa/insegnante in questione non ha mai considerato la sua una scelta di cui vantarsi: semplicemente non avrebbe mai potuto chiamare lavoro prestarsi per chi vuole conseguire titoli di studio, fregando gli altri studenti che  conseguivano gli stessi con il merito del proprio impegno.

martedì 12 marzo 2013

La legge è uguale per tutti?

Sento anch'io la necessità di enfatizzare quanto successo ieri a Milano.
A tutti i cittadini ma soprattutto a chi vota Berlusconi chiedo ancora una volta: possibile che tutti i suoi processi siano solo persecuzione? Ne parliamo da vent'anni ma inutilmente.
Pensiamo alla Bocassini. Un grande magistrato che con Falcone e Borsellino è riuscita in Sicilia a far catturare mafiosi importanti come Riina, ha indagato su brigate rosse, terrorismo e  molto altro e ultimamente, come Procuratore aggiunto a Milano, ha fatto anche condannare gruppi importanti della N'drangheta.
Ora questo Magistrato, con un tale curriculum, diventa una "toga rossa" e non è più brava solo se indaga su Berlusconi?!????
Il motivo è molto più semplice:  le è stato insegnato che la LEGGE E' UGUALE PER TUTTI.
Se Berlusconi non la rispetta, deve essere indagato come noi e, se colpevole, condannato. Inoltre bisogna considerare che se si rinvia a giudizio qualcuno, normalmente  si dovrebbe avere un certo numero di prove sulla eventuale colpevolezza di un indagato. Vale per tutti escluso... Berlusconi.  Per lui è solo persecuzione politica. Non è così e, a riprova di ciò, durante i suoi governi si è fatto "leggi ad personam" che lo proteggessero proprio da questo.
Indagine su Ruby. A parte i filmati e le dichiarazioni delle stesse ragazze sulle serate ad Arcore, eticamente riprovevoli per un Presidente del Consiglio, va ricordato che il processo  vede Berlusconi indagato per concussione e prostituzione minorile.
Sappiamo tutti perfettamente che la marocchina  minorenne Ruby non è la nipote di Mubarak. Eppure i "dipendenti" pseudo-parlamentari di Berlusconi hanno avuto il coraggio di votare  in Parlamento che lo era.
La  manifestazione di ieri davanti e dentro il tribunale da parte dei rappresentanti del PDL dimostra la pochezza di queste persone, preoccupate solo del loro capo e della loro poltrona.
Per chi li ha votati  e ha intenzione di votare ancora questo "finto" partito domando: ma vi rendete conto chi avete in Parlamento a rappresentarvi!? 
Non ci può essere interesse che valga tutto ciò. Anche perchè  le promesse fatte, ora che ha "quasi" vinto, non gli interessano più (lavoro, tasse etc). Il suo unico problema è ancora e solo la giustizia "pro domo sua". Infatti, se condannato, viene interdetto da pubblici uffici.
Facciamo ancora in tempo a mandarli a casa al prossimo giro, non premiando però Grillo, un altro che mi pare non sia interessato realmente  ai nostri problemi quotidiani.
Ma sentite lo  squallido video di queste persone.
Antonietta 

Gli onorevoli in tribunale

Cosa di meno onorevole della scenetta degli onorevoli “tutti in tribunale”, accomunati da  insolito destino (chi vota per la nipote di Mubarak…).
Un gesto profondamente simbolico: il potere legislativo in piazza contro quello giudiziario fa la sua figura, anche per noi italiani abituati a tutto. In alcuni tratti di pathos da culto della personalità ci si stupisce quasi che non si veda qualche cartello tipo “IMBALSAMAZIONE SUBITO”.

Qualcuno aveva sperato nelle primarie del centro destra? Chi sognava di più aveva anche osato pensare a una destra italiana seria, paladina del neoliberismo, della legalità, delle tradizioni nazionali?

Quando mai? Il caimano è più facile che si tramuti in varano che in geco, soprattutto quando è supportato dalla sua corte silviodipendente da fine impero.

lunedì 11 marzo 2013

“Cambiare tutto per non cambiare nulla”!


Non ho bisogno di ricordare questa frase, tutti sanno a chi e cosa si riferisce.
Ma non è una frase “desueta”, anzi!!!!
Qualcuno un bel po’ di anni fa, sulle ceneri della  cosidetta “ prima repubblica”,  scese in campo promettendo che se avesse avuto la maggioranza dei consensi avrebbe cambiato tutto.
Aveva ragione ha cambiato tutto in peggio, o meglio non ha cambiato niente ma ha peggiorato il peggio già esistente.
Oggi un altro uomo da avanspettacolo promette: datemi il 100% e cambierò il mondo, non solo l’Italia. 
E’ già successo in Bulgaria durante gli anni bui ( non che gli attuali siano “luccicanti”), il Partito al potere otteneva il 101% dei voti validi.
Ma anziché pensare al “ futuro migliore” non ci si potrebbe concentrare su un presente meno peggio?

Capisco che i gattopardi non ci arrivino, ma gli umani????

Roberto Bertolotti

Grillo a un punto di snodo.

DAGOREPORT
Ma perché Grillo Beppe, a sole due settimane dalle elezioni che lo hanno visto irrompere e destabilizzare il cosiddetto quadro politico ha dovuto usare la sua arma "fine di mondo"? Perché ha dovuto gridare ai suoi "mai col Pd o mollo tutto"?

A parte il fatto che l'anatema corretto e ironico sarebbe stato "mai col Pd o me ne vado per sempre in Costarica", si tratta di una manifestazione di estrema debolezza del capo e del suo guru, Casaleggio Roberto (che già qualche giorno fa, alla prima assemblea degli eletti del movimento aveva riferito a se stesso un avvertimento simile).
Cosa sta succedendo davvero nella pancia dei 5 Stelle? Ecco i fatti di cui tener conto e le evoluzioni possibili.
UNO. Ne' Grillo ne' Casaleggio sono in Parlamento e gestire un gruppo di 160 parlamentari che non si conoscono tra di loro, che non hanno alcuna esperienza e che hanno motivazioni individuali molto diverse, unite soltanto dalla necessità che questo vero e proprio lavoro che si sono trovati ad avere (molti di loro erano precari o disoccupati) non sparisca immediatamente per via di nuove elezioni.
Beppe GrilloBEPPE GRILLOcasaleggio E GRILLOCASALEGGIO E GRILLO
DUE. I grillini, ma anche i loro capi, sanno che la strada e' stretta anche per loro: chi li ha votati perché disgustati dagli altri partiti o perché impotenti di fronte alla crisi, si aspettano che facciano qualcosa, che avanzino proposte utili a prescindere dai governi da fare e dalle cariche parlamentari da occupare.
Ma le due cose, avanzare proposte utili e essere coinvolti nella gestione delle Camere/ avere ruolo nella formazione di un governo, sono strettamente legate. Insomma, l'Aventino dei grillini Grillo Beppe può anche imporlo ma non sa se serve a qualcosa rispetto a chi li ha votati.
Insomma, tanto per fare un esempio banalmente concreto, se si va al Quirinale per le consultazioni, poi non si può uscendo andarsene senza parlare. I capigruppo grillini lo faranno, se ne andranno senza parlare con i giornalisti e affideranno il commento al blog del capo, ma cosa cambia nella sostanza? Basterà questo per non essere omologati nei meccanismi istituzionali?
Beppe GrilloBEPPE GRILLO
TRE. Fra alcuni giorni tutto sarà chiaro e si capirà se l'arma fine di mondo usata ieri e non fra sei mesi da Grillo e' stata usata perché c'e' in ballo davvero il controllo degli eletti, oppure se l'allarme e' venuto in anticipo. Alla costituzione dei gruppi parlamentari, primo atto della legislatura, vedremo se ad esempio 30 grillini su 160 si iscriveranno al Gruppo misto.
Beppe GrilloBEPPE GRILLO
Questo significherebbe il no allo scioglimento delle Camere e la disponibilità a far nascere un governo. Al limite, potrebbe essere una manovra tattica gestita dal vertice per salvare capra e cavoli, controllo e non contaminazione del movimento da una parte, necessità di far fare un governo dall'altra.
QUATTRO. Il punto tre, cioè trenta grillini autonomi per davvero o per finta, sarebbe l'unica spiegazione plausibile alla tattica, altrimenti davvero suicida, di Bersani Pierluigi. È combacerebbe con i canali aperti sinora da Migliavacca ed Errani per conto del Pd. E sarebbe anche il modo di aggirare un isolamento di Grillo che oggi, per quanto sia voluto e dichiarato, appare in tutta la sua fragilità rispetto alla crisi del Paese.

Deputati Pdl davanti al Palazzo di Giustizia di Milano


Hanno intonato l'Inno di Mameli... ma in effetti avrebbero fatto meglio a cantare "Nessuno mi può giudicare"...

domenica 10 marzo 2013

Annunciazione, annunciazione


Lucia Annunziata passa(va) come giornalista d’area democratica. Qualche vecchia foto la ritrae anche in barca con D’Alema, a comprova di una storica amicizia. (Ma nell’America che lei tanto frequenta difficilmente si vedrebbe un giornalista avvinto in stretta amicizia a un politico…)
Sia come sia, Annunziata non è Sallusti e non viene certo dalla destra giornalistica. La sua prestigiosa carriera è dovuta certamente a bravura e competenza. Eppure –  tiriamo a indovinare –  in un Paese come il nostro, non sarebbe mai arrivata alla Presidenza Rai da semplice “capace e meritevole” (art.34 C) se non fosse stata percepita, certamente a torto, come “giornalista d’area”.
Ma adesso, giunta alla maturità professionale, giornalista prestigiosa, approdata ad “Aspen Institute” e a “L’Huffington Post”, sente un gran bisogno di distinguersi, di precisare, di puntualizzare soprattutto verso il Pd (oltre che rapsodicamente verso il Pdl). Per obiettività? Per imparzialità? Per terzietà? Perché in America i giornalisti fanno così? Per tutto questo certamente ma anche, forse, per qualcosa di inconfessabile;  per quel sentimento controverso che Nietzsche descrive in questi termini in  Così parlò Zarathustra:  «L’esser troppo obbligati verso qualcuno non stimola la riconoscenza, anzi rende vendicativi: e quando il piccolo beneficio non viene dimenticato, ne nasce a poco a poco un verme roditore». (continua)

I grillini secondo Crozza




Da non perdere.

Un "Contadino" diventato Presidente

Il "Buon senso è il motore della ripresa"

Nulla (o poco) di nuovo all'orizzonte


Dopo la sbornia elettorale, fatta di commenti, riflessioni, incazzature e prospettive (minime) per i possibili scenari futuri, mi sembra che nulla di nuovo si veda all'orizzonte.
Da una parte la destra berlusconiana che ringalluzzita dall'ottimo risultato elettorale (impensabile fino a pochi giorni prima del voto) ricade puntualmente nei guai con la giustizia. Nemmeno il tempo di assorbire il voto del 24 e 25 Febbraio che si torna a parlare di compravendita di deputai, processi, indagini e giù con gli attacchi alla giustizia, alla magistratura e il conseguente tentativo di "salvare" (almeno mediaticamente) l'ex premier dalle molteplici condanne.
Anche dalle parti della lega nulla di nuovo, ancora con le solite parole d'ordine: "prima il nord", "Padania", "macro regione" tutte cose che non vogliono dire niente se non sono supportate da fatti concreti. Staremo a vedere.
Poi cè il Movimento 5 Stelle, la vera, importante novità uscita da questo voto. Il successo di Grillo e del suo movimento nasce dall'entusiasmo, dalla voglia di cambiamento e dalla necessità di voltare pagina. Tutti sentimenti palpabili, li  a portata di mano, dai quali, purtroppo, ancora una volta, il centrosinistra non è riuscito ad attingere. Non è quindi una novità la sconfitta del Pd, o meglio, la non vittoria, determinata anche, ricordiamolo, dalla legge elettorale, penalizzante nei confronti del partito che pure ha "vinto", seppure di un soffio, queste elezioni.
Lo scenario politico attuale, quindi, non dice nulla di nuovo agli italiani. E se cè una certezza, la sola forse in questo momento di massima confusione e di timore per il futuro, è quella rappresentata dalla proposta politica del Pd e del centrosinistra, che ancora una volta, rappresenta l'unico concreto tentativo di dare un governo stabile e una risposta ai molti, troppi problemi del paese.
Peccato che gli italiani non l'abbiano capito. Peccato che, ancor prima, noi non siamo stati in grado di spiegarlo.

venerdì 8 marzo 2013

Accerchiato dalla base del Pd

Dal Corriere di oggi, articolo di Paola Di Caro, pag. 3.

«Accerchiato da sentenze in arrivo e inchieste appena aperte, convinto che oltre a quelle appena subite altre condanne arriveranno a breve (a partire dal processo Ruby), angustiato dal dolore agli occhi che, assicurano, lo tormenta davvero, Berlusconi è descritto come arrabbiato e deluso da un Pd che "Non farà l'accordo con Grillo e non lo farà nemmeno con noi, perché la loro base è troppo contraria e non avranno la forza di opporsi".»

Ohibò! Un partito con una base?! Che condiziona i vertici del proprio partito?!... Ma cos'è?! Un partito democratico!? Ma che stranezza!!! Nel suo partito (ops! lui non l'ha mai chiamato" partito", ma Forza Italia, Casa della Libertà, Popolo della libertà, ma mai partito: che schifo!) non c'è mai stata una base,  se evidentemente Lui, Silvio, ha potuto candidare Igieniste dentali e dar luogo a una vera "Mignottocrazia" (termine inventato dal deputato PDL Corrado Guzzanti).
E perché mai la base del Pd, che notoriamente non si lava e puzza,  dovrebbe consentire ai propri vertici un accordo con lui?
Silvio, ci mancherai!



giovedì 7 marzo 2013

Relazione di Bersani alla Direzione Nazionale

Avete seguito la Direzione Nazionale del 6 Marzo 2013? Avete sentito la relazione di Bersani? Cosa ne pensate?


Siamo forse gia' alle battute finali di questa legislatura e, come spesso capita in Italia, abbiamo cambiato tutto per non cambiare niente?

Evviva il Mid-cult!


mercoledì 6 marzo 2013

Mr. Tafazzi, I suppose


Certo che è incredibile: poniamo che a fine campionato di calcio la Juventus – data per favorita all’inizio del campionato  e super favorita dopo le primarie (girone di andata), vincesse il campionato con un punto di distacco dalla seconda classificata e poco più dalla terza.
E mettiamo che la terza, anziché essere una delle due previste (Napoli o Milan) fosse il Catania.
Il Catania festeggerebbe il risultato positivo incredibilmente ottenuto. La seconda classificata sarebbe felicissima constatando che nonostante i pronostici ha raggiunto il secondo posto “sfiorando” il “ colpaccio”.
Ma. Secondo voi,  i tifosi della Juve a Torino starebbero in casa “mogi mogi”, recriminando sul fatto che  i sondaggi li davano vincenti con almeno sei punti di distacco?
Penserebbero che i vincitori siano i tifosi catanesi, che partiti per un campionato di centro classifica si trovano ora a  sperare nella Champions?

NO, non andrebbe così. Nel calcio Tafazzi non si è ancora presentato.
Roberto Bertolotti

La cultura-Voyager

Scie chimiche, complotti planetari, sensazionalismi storici, “lo sapevate che” da "Settimana Enigmistica", ecologismo strampalato e semplicistico, rifiuto sistematico della complessità e di dimostrazioni logico-sperimentali… Nella patria di Galileo, che ha dato luogo alla rivoluzione scientifica del ‘600 (grazie alla quale e solo per la quale possiamo definirci a pieno titolo “moderni” e occidentali senza vergognarci) si è come incuneata una cultura-Voyager dove un grullo si diverte a menarvi per il naso o vi racconta con aria pensosa le palle più gigantesche e voi sospendete l’incredulità non per stare al gioco ma perché ci credete veramente! E così metà Paese, quello ignorante, sta appeso a Padrepio e l’altra metà, quello che ha studiato un po’ e sa anche smanettare col Pc, al grullismo della cultura -Voyager. E manda in parlamento una sua folta schiera di rappresentanti. Qui Italia, marzo 2013, a voi la linea...

Le Profezie di Pasolini








martedì 5 marzo 2013

Come si forma la leadership di un moVimento?


Il moVimento cerca di non diventare un'istituzione. Tenta anche di non entrare in contatto con l'istituzione. Si rifiuta categoricamente di mischiarsi con essa, perché ha paura di diventare essa. Si ostina a mantenere la propria purezza, a non contaminarsi, a non integrarsi. Attesta continuamente la propria separatezza e la propria purezza.  Eppure è nel mondo, vive nel mondo e la sua tensione ultima è conquistarlo, farlo proprio. 

Non ha capi, ma solo  garanti, portavoce. Non ha masse da manovrare ma cittadini dove "uno vale uno". Come interfacciarsi col mondo? I capi, i veri capi, ché tali sono, anche se non vogliono essere nominati, chiamati così, tentano il più possibile di tenere il movimento in uno stato aereo, perché sanno che nel momento in cui scenderà dal monte Sinai il movimento diventerà cosa terrena, come le altre,  e loro diventeranno come gli altri. Loro soprattutto i cittadini. Rischiano di diventare a loro volta capi, capetti, e di essere conosciuti, ma soprattutto ri-conosciuti come tali. 

E allora nella messinscena teatrale si accentuano i riti orfici, i riti eleusini e misteriosofici della Rete, ove tutto è trasparente, tranne che il momento decisionale. Anche nella loro comunità il potere ha le sembianze di sempre: quelle degli Arcana imperii, del potere nascosto, che decide lontano da sguardi indiscreti. Il loro lunedì di Arcore!

Ma un meccanismo decisionale di formazione legittima della leadership si impone e si imporrà  prima o poi benché loro, i Capi-Capi, tenderanno a procrastinarlo il più possibile, perché nel momento in cui ciò avverrà, loro dovranno cedere quote di potere, distribuirlo tra i sotto-capi, formare cioè una gerarchia, e, orrore orrore! dare vita a un partito. La cessione della leadership è la certificazione della nascita del partito. Come tutti gli altri? Sì, come tutti gli altri!

Ma nel frattempo i media incalzano e il gioco della selezione della leadership si complica. I media hanno  bisogno di indicare un portavoce e forse saranno loro stessi a fabbricarlo, come è sempre successo nei movimenti studenteschi. Il primo che viene intervistato è il capo. 

La “certificazione” dei leader da parte dei media non può non condizionare un movimento che si rifiuta di definire  le procedure precise e i criteri precisi di selezione della propria dirigenza. La rotazione trimestrale dei capigruppo e il divieto assoluto di interloquire con i media rispondono all'esigenza  di non dar luogo a una leadership reticolare, legittima, ma che inevitabilmente frantumerà la diade dei Cap-Capi. 

Evitare la televisione per quanto possibile allontanerà solamente nel tempo la formazione di leadership spontanee che fatalmente - fra scomuniche, scissioni, tradimenti, piccole tragedie che sussistono nei movimenti dai tempi di Gesù Cristo, dei Giuda, dei Cenacoli - avverrà. Nasceranno i capetti inizialmente per emanazione diretta dei Capi-Capi, poi nasceranno le leadership spontanee (la più telegenica, il più bravo oratore, chi sa scrivere meglio, ecc). Dopo i Pietro nominati da Cristo verranno i Saulo di Tarso, gli apostoli che si conquistano la leadership perché sanno come il fondatore e forse meglio del fondatore interpretare il Verbo...

 Per adesso i Capi-Capi hanno mandato avanti il bravo ragazzo con la faccia comune, low profile, bassomimetica, da impiegato del catasto, e la brava ragazza senza appeal, ma è solo questione di tempo. Scendere dal Sinai significherà entrare nel nostro mondo in cui una faccia, una battuta, una mise conteranno di più di un voto, di un programma, di un problema da risolvere. La mondanizzazione non avverrà tramite la televisione? Avverrà ugualmente. E non sarà la diserzione da Ballarò a evitare questo momento. 

lunedì 4 marzo 2013

I luoghi della discussione

Ad Alfio: leggo che sul sito del Progetto Cassina-Sant'Agata si sta sviluppando una discussione che ha gli stessi temi -di politica generale- che trattiamo su questo Blog. Ti chiedo: perchè le due discussioni non convergono in un solo luogo anziché procedere parallele e con soggetti diversi dal momento che l'oggetto è lo stesso e il paese è piccolo? E qual'è il luogo più adatto ad un confronto libero ed appassionato se non il nostro Blog, ché quello del Progetto dovrebbe affrontare questioni più attinenti la politica amministrativa locale? Se sei d'accordo, possiamo -anche congiuntamente oppure tu solo- rivolgere un invito i tal senso.
P.S. Sul sito del Progetto manca il link al Blog. 

Il M5S e il Sessantotto

E' stato per primo Michele Serra a stabilire un parallelo tra il Movimento 5 Stelle e il movimento del Sessantotto.
Sto studiando in questi giorni - ai fini della prefazione a un libro su quel movimento - quel periodo di effervescenza sociale e politica che tanto ha inciso sulla società italiana e non solo. In effetti le analogie sono tante. Chiunque studi i movimenti sociali sa che periodi dinamici succedono ciclicamente a periodi organici piuttosto statici e che i periodi di movimento (chiamiamoli anche rivoluzionari) si presentano sotto forma di "effetto catastrofe", come una slavina che viene colta per il fragore che produce e solo quando accade,  ma che è stata preceduta da un silenzioso  accumulo di neve.

Una delle parole ricorrenti dei M5S è una parola napoletana: inciucio, inciuciarsi, inciuciare, ovvero il rifiuto categorico di  mischiarsi con le altre forze politiche e di denunciare ogni atto presente, passato e futuro che tale situazione possa richiamare alla mente. Frequente è tale denuncia di inciucio rivolta a tutti anche alla stampa colpevole di aver "inciucitato" con il potere.
Analogamente nel Sessantotto operò una forte spinta, insieme alla contestazione - ossia al rifiuto del mondo circostante-, alla separazione, a fare "mondo a se".
Allego alcune note del mio lavoro in fieri: 

La separazione.
 La tendenza a “ritirarsi” , a separarsi dalla società dominante, la ricerca di un proprio spazio, di un luogo (in senso fisico, non solamente simbolico) in cui vivere in piena autonomia e libertà, circondati da una comunità di pari, e soprattutto sulla base di un sistema di valori distinto e praticato in piena autenticità: è un fenomeno che attraversa tutti i movimenti  giovanili degli anni ’60.   Il fenomeno riguarderà le componenti sia politiche che apolitiche  dei movimenti giovanili. Rovesciamento simbolico  dell’autorità e creazione di uno spazio proprio, separato e protetto,di sperimentazione di una vita diversa andavano di pari passo.   Si può anzi dire che se un tratto specifico distingue il “sessantotto” in senso stretto, la stagione delle agitazioni studentesche, dalle stagioni più lunghe della nuova sinistra e della controcultura , forse è proprio questo, il congiungersi della volontà di rovesciamento del potere costituito e di quella di creazione di un proprio spazio autonomo, due spinte diverse, anche contraddittorie, che trovano nelle università occupate prima e nelle "comuni" in seguito un momento effimero ma straordinario di equilibrio.

Riti di iniziazione.
Anche per i “pari” l’ingresso in queste comunità separate richiedeva riti di iniziazione  al tempo stesso   che venivano rifiutati con assoluta intransigenza tutti i riti di iniziazione al mondo degli adulti (dagli esami, alla leva, ai riti connessi con la sessualità “legittima”). La separazione, anche fisica, dal mondo adulto era in altri termini una premessa essenziale per la formazione di una “comunità” autentica che ambisse ad andare oltre la fase transitoria dell’adolescenza .

Incorrotta alterità.
Ci troviamo qui di fronte a una delle contraddizioni più intime della storia del ’68, che avrebbe accompagnato come un’ombra quella generazione e la successiva. Fino a esprimersi nella sua forma più coerente ed estrema nel terrorismo politico, dove la separazione dalla società dominante porta a rompere ogni ponte alle spalle di chi la sceglie; dove la comunità giovanile ha la coesione (peraltro effimera) che solo l’esercizio collettivo della violenza può stabilire  [Anna Arendt ] e dove, al tempo stesso, l’esigenza di far giungere al mondo i propri messaggi diviene la principale ossessione. ( Note tratte da Peppino Ortoleva, I movimenti del 1968 in Europa e in America, Editori Riuniti, roma 1998).

Come si vede vi sono forti analogie. Si tratta di vedere,  come scriveva Marx,  se,  come sempre accade quando i fenomeni riappaiono due volte sulla faccia della storia, che la prima  è sotto forma di tragedia e la seconda come farsa.